Ricominciano le inchieste di “Report”

Da lunedì 12 aprile Sigfrido Ranucci conduce le nuove puntate dello storico programma di Raitre

Sigfrido Ranucci
12 Aprile 2021 alle 09:34

La scorsa edizione ha registrato un boom di ascolti con punte di oltre 3 milioni di telespettatori. Un successo che il conduttore di "Report" Sigfrido Ranucci spiega così: «Credo che sia merito del nuovo linguaggio e di una maggiore attenzione all’attualità senza rinunciare all’approfondimento. Anche se è sempre più difficile trovare persone disposte a parlarci. Siamo troppo “scomodi”...». Ma mettere il dito nelle piaghe della società è la missione del programma, che da lunedì 12 aprile torna su Raitre con le sue scottanti inchieste.

Ci dà qualche anticipazione degli argomenti?
«Ci occuperemo ancora di pandemia. Un nostro inviato è stato in Brasile per fare luce sulle varianti del virus, che potrebbero inficiare l’efficacia dei vaccini. E poi avremo un’inchiesta con documenti e testimonianze inedite su chi ambisce a mettere le mani sulla cassaforte del Vaticano».

A proposito di vaccini, dai media arrivano informazioni contrastanti...
«È stato creato un vaccino in tempi record. Gli stessi scienziati non sanno dare indicazioni concordi, non c’è stato un coordinamento tra i Paesi europei, quindi non c’è da stupirsi se l’informazione è nel caos totale».

Non ha mai paura di ritorsioni?
«Avere un po’ di paura è un bene perché tuteli te stesso e chi ti sta vicino. D’altra parte se conosci la verità la gente ha il diritto di saperla. A volte mi chiedono: “Davvero vuoi rivelare questa cosa?”. Anche mia mamma si preoccupa: “Mi raccomando, non fare nomi!” (ride)».

Però non demorde.
«Probabilmente ho ereditato la tenacia da mio padre. Era nella Guardia di finanza e mi ha insegnato ad affrontare tutti a testa alta. Anche mio nonno mi è stato d’esempio: negli anni del fascismo fu fermato dagli squadristi. Lo costrinsero a bere un bicchiere di olio di ricino per umiliarlo. Lui lo finì tutto e poi mostrò il bicchiere vuoto per farselo riempire nuovamente. La mia più che tenacia è una missione o... sfrontatezza!».

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