Il primo ballerino della Scala e Grande ufficiale al merito racconta lo show in onda il 1° gennaio su Rai1

E siamo a cinque. Tante sono le edizioni di “Danza con me”, lo show di Roberto Bolle in onda il primo gennaio su Rai1. Ma prima di parlarne con lui, gli poniamo una questione fondamentale: come dobbiamo chiamarlo, visto che a maggio il Presidente Sergio Mattarella l’ha insignito del titolo di Grande ufficiale al merito della Repubblica, dopo che aveva già ricevuto quello di Cavaliere e Ufficiale? «Roberto va benissimo (ride). Sono molto contento di questa onorificenza inaspettata, perché da poco mi avevano dato quella di Ufficiale. Dall’ufficio del Presidente mi hanno detto che ora mi manca solo il titolo di Cavaliere di Gran croce, ma sono ancora giovane. Quindi aspetto volentieri!».
Ormai ci ha preso gusto a frequentare le istituzioni: un paio di settimane fa è stato in Commissione alla Camera per sostenere la causa dei corpi di ballo sempre più penalizzati economicamente dalla crisi post Covid. Reazioni al suo appello?
«Ho avuto la sensazione che ci sia la volontà di cambiare le cose, come una presa di coscienza generale».
In effetti programmi come il suo ma anche “Ballando con le stelle” e “Amici” aiutano il mondo della danza.
«Sono programmi molto importanti perché cambiano la percezione del pubblico su questa disciplina, che entra a ogni livello nelle case degli italiani. Hanno un ruolo culturale decisivo. C’è ancora discrepanza tra le persone e le istituzioni, ma spero che presto si attenui».
E veniamo a “Danza con me”. Lo spirito con cui va in scena oggi è lo stesso di quattro anni fa?
«Sono cambiate tante cose. All’inizio mi sentivo più insicuro e impreparato mentre ora ho più consapevolezza e ho imparato come è strutturata una trasmissione tv: tempi, modi, dinamiche, ritmo. Mi sento più a mio agio davanti alle telecamere. Prima fare i monologhi o interagire con gli ospiti era motivo di ansia, adesso mi sento un vero padrone di casa».
Quest’anno ha scelto come conduttori Serena Rossi e Lillo. Come mai proprio loro?
«Mi sento molto in sintonia con loro, mi piacciono. Con Serena avevo già lavorato in occasione del festival “On Dance”. Ha energia, vitalità, carisma e mi ha stupito fin da subito: è andata oltre le aspettative. Entrambi sono scelte azzeccate, sono genuini e spontanei, sanno improvvisare e sono divertenti. E poi Lillo ballerà, sarà il mio competitor (ride)».
Tra gli ospiti avrà Ornella Vanoni, anima di un’inedita compagnia di ballo formata dalle attrici del film “7 donne e un mistero”, ora nelle sale...
«Sono tutte molto divertenti e diverse tra loro. Ornella canta e le attrici ballano, ma in sala prove è successo di tutto. In tv vedrete solo una parte, abbiamo dovuto censurare un po’ di cose (ride)».
Ci sarà anche Franca Leosini. Non mi dica che anche lei è un “leosiner”, un suo fan sfegatato.
«Sì, lo confesso! L’ho proposta io e il suo nome ha suscitato subito l’entusiasmo di tutti. Non pensavo accettasse, invece è venuta con generosità: racconterà una storia che fa parte del mondo del balletto e ha un sapore po’ dark».
Tra i comici ha chiamato invece Valerio Lundini. Che ruolo avrà?
«Farà dei piccoli momenti di passaggio tra un’esibizione e l’altra, ma non solo. Ha scritto per noi un brano divertentissimo che canterà con la sua band, i VazzaNikki».
Grande ospite straniero sarà l’attore John Malkovich. Cosa farà?
«Porterà un brano tratto da uno suo spettacolo teatrale, un pezzo ironico e divertente sui critici. È simpatico, molto disponibile e sua moglie è italiana, piemontese».
Come scegliete gli ospiti?
«Dobbiamo parlare tanti linguaggi, alcuni più vicini a me, altri ai telespettatori. Quest’anno mi affiancheranno partner anche internazionali di altissimo livello. Negli anni abbiamo capito quanto, al di là del nome di grido di un ospite, quello che fa la differenza per il pubblico sono i numeri di danza».
Ha dedicato il suo show a Carla Fracci, scomparsa da poco.
«Non poteva che essere così. Mostreremo un ricordo inedito legato al primo “Danza con me” in cui era venuta ospite».
Il ricordo più caro che ha di lei?
«La tournée che abbiamo fatto in Giappone, a Tokyo, quando avevo 22 anni e da poco ero diventato primo ballerino della Scala. Andavamo al ristorante e in giro per la città, con noi c’erano suo marito Beppe e il ballerino-coreografo Michail Baryshnikov: un’esperienza surreale e bellissima».
La danza classica è piena di regole ferree. Lei si lascia mai andare?
«Nella vita sempre: quando vedo gli amici, in vacanza, nella quotidianità. Vivo come tutti, con le mie imperfezioni e difetti».
Davvero lei ha difetti? E quali?
«Sono disordinatissimo ed è un grande problema. Ora, per esempio, sono a casa e intorno a me c’è il caos. E poi sono pigro: non ho alcuna voglia di mettere in ordine. Non so come fare!».
A “Ballando con le stelle” il maestro Simone di Pasquale ha annunciato che si ritirerà a 43 anni. Lei ne ha 46: ha mai pensato di appendere gli scarpini al chiodo?
«Sono consapevole di essere arrivato a un’età in cui altri colleghi vanno in pensione. Io ho dei programmi a lungo termine, per almeno un paio di anni. Devi sentire come risponde il fisico, ma non c’è un limite, ce lo hanno insegnato i grandi artisti come la Fracci. A un certo livello riesci a stare sul palco in maniera diversa, non c’è bisogno di abbandonare la scena».
Il giorno che accadrà, cosa farà, oltre alle prossime cento edizioni di “Danza con me”?
«Credo che il mondo della danza sarà sempre nella mia vita. Farò l’insegnante, l’organizzatore di eventi come “On Dance”, ma non lascerò mai questo ambiente».