Sandra Milo: «Che bello, tutti vogliono parlare d’amore con me»

Cura la posta del cuore di "Io e te" su Raiuno. E a Sorrisi racconta gli episodi più divertenti della sua lunga carriera

Sandra Milo in una splendida foto del 1965. L’attrice ha scritto un libro di poesie, “Il corpo e l’anima” (Morellini editore), che uscirà a settembre
5 Luglio 2019 alle 12:42

«Mi scusi ma ho una fame tremenda» dice Sandra Milo sorridendo quando arriva al nostro appuntamento. Si siede e assapora con gusto una brioche accompagnata da un succo d’ananas. Ha appena finito la diretta di “Io e te” su Raiuno, il programma quotidiano condotto da Pierluigi Diaco dove lei ha lo spazio della posta del cuore.

È elegante, trucco impeccabile, tacchi ragionevolmente alti, una collana rossa che le dà un tocco di colore, a sottolineare quel sorriso e quella garbata allegria nello sguardo che non la abbandonano mai. Anche quando si commuove. E nel corso dell’intervista succederà, quando si troverà a parlare dei suoi figli.

Sandra, lei è sempre curatissima. Le capita mai di uscire di casa in una versione più casual?
«Sarebbe comodo ma non vorrei prendere questa abitudine. Il fatto è che incontro sempre tanta gente che mi dimostra affetto e mi fa i complimenti: non posso presentarmi sciatta, mi sembrerebbe di mancare di rispetto alle persone. Certo, poi a furia di baci la sera non ho più il trucco! (ride)».

Come sta andando il suo impegno in tv?
«Arrivo in via Teulada all’ultimo momento, già preparata perché mi trucco e mi pettino sempre da sola. Non mi anticipano niente della puntata così sono spontanea. Arrivano delle lettere per me, le legge Valeria Graci e le sento per la prima volta da lei. Questo stimola l’istinto perché la mente non fa in tempo a organizzare una risposta, e siccome parliamo di sentimenti credo sia la cosa migliore. L’istinto è quella parte più vera, naturale, se stiamo attenti ci guida sempre nel modo giusto».

Le sono arrivati messaggi da parte dei colleghi?
«Ne ho 97 sul telefonino ma non li so leggere!».

Era emozionata al suo rientro in televisione?
«In realtà ero contenta ma non emozionata. La mia emozione è per qualcosa di diverso».

Cosa la fa emozionare?
«La bellezza. Il cielo: la mattina la prima cosa che faccio è guardare il cielo, mi incantano i suoi colori. E poi i bambini: vorrei essere giovane solo per averne ancora. Mi emoziona mio nipote Flavio, di 4 anni, quando passo del tempo con lui. Andiamo al parco e poi lo porto al fast
food perché ci piace mangiare pollo fritto e patatine».

Sandra, nella sua carriera ha incontrato i grandi del cinema. Ci regala qualche ricordo inedito? Con Totò, per esempio.
«Con lui ho fatto tre film. La prima volta che l’ho visto, negli studi di via della Vasca Navale, gli sono corsa incontro da lontano a braccia spalancate perché lo amavo follemente. Quando gli sono arrivata davanti mi ha freddato con un “Buongiorno signorina”. Ci sono rimasta così male... Da allora per tutte le riprese ho continuato ad ammirarlo ma non sono stata più capace di avere un minimo di confidenza con lui. Ero convinta che avesse antipatia per me. Allora mi limitavo a dire: “Buongiorno principe”. Un paio di anni fa ho letto su un vecchio giornale le parole che Totò aveva detto su di me: erano così belle che mi sono messa a piangere. Gli ho chiesto nella mia mente perdono perché evidentemente ho frainteso il suo comportamento che era solo riservato e non distaccato».

Con Alberto Sordi fece il suo primo film, “Lo scapolo”.
«Era diretto da Antonio Pietrangeli, che non mi poteva soffrire e ogni volta che mi vedeva diceva: “Eccola, la Duse!”. Ci rimanevo male ma ero una ragazzetta timida e non ho mai avuto il coraggio di chiedergli perché. In quel film l’aiuto regista era Franco Zeffirelli, che mi diceva: “Fai finta di niente, non te la prendere. Vai avanti per la tua strada, vedrai che ce la fai”».

Con Jean-Paul Belmondo ha girato due film in Francia…
«Era un ragazzo magrissimo, sempre pieno di energia, ma non mi sembrava particolarmente bello né attraente. Ho un ricordo di un bravo attore e niente più».

E con Ugo Tognazzi?
«Nel film “Totò nella luna” c’era una scena in cui avrei dovuto baciare Ugo. Andai dal regista Steno e gli dissi: “Io Tognazzi non lo bacio. Non mi piace e quella scena non la faccio”. Poi vado a mangiare alla mensa, arriva Ugo, si siede davanti a me e mi dice: “Guardi signorina che io mi lavo i denti tutti i giorni”. E io, imbarazzatissima, ho inventato: “Non è una questione di dentifricio, è che io sono innamorata di qualcuno e proprio non riesco a baciare un altro uomo”».

E come è finita?
«Non l’ho baciato».

Arriviamo a Federico Fellini.
«In “Giulietta degli spiriti” un giorno Federico decide che dovevo avere un costume nero, delle calze nere e delle polacchine. Il costumista aveva solo delle polacchine numero 38 mentre io porto il 40. “Ma sei matto? Io non le posso mettere... non mi entrano” stavo dicendo al costumista. Arriva Fellini e dice: “Allora? Queste polacchine le mettiamo?”. Io: “Sì, subito!”. Mi facevano malissimo, ma non avevo il coraggio di dire niente a lui. Allo stop chiedo: “Posso togliere le polacchine? Mi fanno male i piedi, non ne posso più”. E lui: “Ci penso io”. Si è inginocchiato, mi ha sfilato le scarpe e mi ha massaggiato i piedi con un amore straordinario. Io ero imbarazzata da morire. Poi l’assistente annuncia: “Siamo pronti”. Lui si rialza e dice: “Bene, rimettete le polacchine alla signora”. Ma sui set non ero mica sempre così coccolata: ho preso pure due sonori schiaffi!».

Da chi?
«Il primo da Simone Signoret in “Adua e le compagne”. La scena prevedeva uno schiaffo ma me lo diede fortissimo: ho visto le stelle. In quel periodo suo marito Yves Montand stava girando un film con Marilyn Monroe ed era nata una storia d’amore tra i due. Simone soffriva moltissimo. Chissà, magari bionda e formosa, le ricordavo Marilyn (ride)».

E l’altro schiaffo chi gliel’ha dato?
«Vittorio Gassman. Facevamo “Fantasmi a Roma”, lui interpretava un allievo del Caravaggio e io la sua modella. Nella scena lui mi offende, io gli do uno schiaffetto e lui deve rispondere. Beh, mi ammolla uno sberlone e dal male mi veniva da piangere, ma sono riuscita a fare finta di niente».

Lei si è sposata a 15 anni con il marchese Cesare Rodighiero, ma il matrimonio finì 21 giorni dopo. Poi ha avuto un amore di 11 anni con Moris Ergas, e poi ancora con Ottavio De Lollis.
«Mi sarebbe piaciuto avere un rapporto più duraturo ma non ci sono riuscita. Intendiamoci, io la fedeltà non l’ho mai concepita, non esiste nella natura dell’essere umano. Se sei fedele è perché lo decidi con la mente, ma il tuo istinto ti porta verso gli altri».

A lei cosa fa battere il cuore?
«L’uomo può essere vecchio, giovane, bello, brutto, ma la cosa più importante è che abbia la qualità dell’intelligenza, e quindi dell’ironia. È bello ridere con la persona che ami».

Nella sua vita ha conosciuto anche momenti difficili.
«Ho cresciuto tre figli da sola. E non è poco. Ma nei momenti in cui dicevo “Non ce la faccio più” poi arrivava il mio incrollabile senso di responsabilità, e come un soldato rientravo nei ranghi».

Cosa desidera adesso?
«Vorrei vivere ancora 30 anni. Ce la farò? Ne ho 86, penso di sì (sorride)».

A 86 anni è così in forma: un segreto ce lo deve avere per forza!
«Ginnastica non ne faccio, massaggi e dieta nemmeno. Una volta facevo dei ritocchini in viso, ma ora non più perché mi fanno venire i lividi...».

Oltre alla tv ha altri progetti?
«Ho fatto una partecipazione nel film di Sergio Castellitto “Il materiale emotivo”. E pensi che il set era il Teatro 5 a Cinecittà, quello di Federico (Fellini, ndr). È stato bello rivederlo ma io non mi abbandono mai ai ricordi. Mi piacciono, ma non rimpiango nulla. Io nella mia vita non mi volto mai indietro, guardo sempre avanti».

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