Dopo le vacanze, sulla rete Mediaset troverete molte sorprese: Sorrisi ve le anticipa. «Sarà un canale rinnovato, all’insegna dell’informazione» svela il direttore Sebastiano Lombardi
C’era una volta Rete 4, la più piccola delle reti Mediaset, da molti considerata la Cenerentola del gruppo con le sue telenovelas, le soap opera e i programmi destinati ad un pubblico prevalentemente femminile. C’era, appunto, ma ora non c’è più perché all’appuntamento con la nuova stagione la rete diretta da Sebastiano Lombardi si presenta con una grafica e, soprattutto, una programmazione completamente diversa.
Sulla carta le parole d’ordine sembrerebbero essere due: informazione e divulgazione. Ma in realtà, assicura il direttore Lombardi, al tasto «4» del telecomando, troveremo molto di più: «Una rete non politica né cerebrale ma emozionante, coinvolgente, appassionante e piena di colori che utilizzerà lo stesso linguaggio per esplorare mondi diversi, dalla cronaca nera, alla politica, all’economia e via dicendo».
Si tratta, come è evidente, di un progetto ambizioso che punta a trasformare quello che era diventato un canale quasi tematico, su cui si cercavano prevalentemente film e fiction, in una vera e propria rete generalista, con l’obiettivo di conservare gli spettatori più fedeli e di conquistarne altri tra chi finora è stato poco abituato a frequentare Rete 4: «Come ci siamo detti con Pier Silvio Berlusconi e Marco Paolini (rispettivamente, amministratore delegato e direttore generale palinsesti Mediaset, ndr), abbiamo avviato questa rivoluzione con l’entusiasmo di una banda di ragazzi che lavorano ad una “start up”, ma anche con la consapevolezza di avere una grande tradizione alle spalle» spiega Lombardi.
La rivoluzione andrà in onda prevalentemente in prima serata dove, in ciascun giorno della settimana, è previsto un genere diverso: dalla politica e dall’economia di Nicola Porro (il lunedì) alla divulgazione di Roberto Giacobbo (martedì), dall’intrattenimento di Piero Chiambretti (mercoledì) all’attualità di Gerardo Greco (giovedì) e alla cronaca di nera di Gianluigi Nuzzi (venerdì). Con Barbara Palombelli che aprirà la serata della rete con temi di attualità e di politica andando a sfidare la collega Lilli Gruber e il suo «Otto e mezzo» su La7.
Gianluigi Nuzzi: «La normalità può nascondere il male»
Tra i programmi di prima serata della nuova Rete 4, «Quarto grado» è l’unico ad arrivare con la stessa «confezione» dalla passata stagione. Gianluigi Nuzzi tornerà a occuparsi di delitti e di cronaca nera: «Siamo una squadra forte che lavora in grande armonia» spiega a Sorrisi.
Perché «Quarto grado» ha così tanto successo? «Perché gli spettatori cercano di capire insieme a noi come mai in certe famiglie normali che somigliano alle nostre, con mamma e papà incensurati, all’improvviso si fulmini una lampadina». Secondo lei perché questo accade? «Alla base dei delitti ci sono motivazioni che sedimentano nel tempo; poi il corto circuito si verifica per motivi futili, come nel caso dell’omicidio del piccolo Loris, o per le frustrazioni complesse di un uomo apparentemente integerrimo che pagava tutte le multe come Massimo Bossetti». Dopo tanti casi affrontati, le capita ancora di emozionarsi? «Sì. Poi, però, bisogna subito recuperare la giusta distanza. Il rapporto di “Quarto grado” con i fatti deve essere elastico, né troppo vicino né troppo distante». Cosa la colpisce di più? «Le vittime collaterali, che vedono stravolta la loro vita. Penso al cognato di Elena Ceste, al quale sono stati affidati i quattro figli della donna uccisa».
Roberto Giacobbo: «Vi porterò oltre tutti i confini»
Nella nuova Rete 4 la divulgazione, scientifica e non, avrà il volto di Roberto Giacobbo che, dopo 15 anni di lavoro in Rai, è arrivato a Mediaset con un doppio incarico: direttore editoriale del canale tematico «Focus» e autore e conduttore di «Freedom - Oltre il confine»: «Dopo tanto tempo ho sentito il bisogno di cambiare» spiega a Sorrisi.
«Freedom, oltre il confine» ha un titolo piuttosto impegnativo... «Nasce dal nome della stazione spaziale che orbita intorno alla terra e da quello della navicella del film “Armageddon”, che si chiamano “Freedom”, che significa libertà». Il pubblico che negli ultimi 15 anni l’ha seguita a «Voyager» cosa troverà di diverso in questa sua nuova avventura? «Ho esordito il 19 settembre 1999 su Telemontecarlo con “Stargate” e da allora la mia filosofia è rimasta la stessa: parlare come vorrei ascoltare. Con “Freedom” continuerò a raccontare e spiegare gli argomenti di cui mi sono sempre occupato in modo semplice e chiaro». Dunque, semplificando, proporrà scienza e fantascienza? «Il programma sarà diviso in tre parti: la prima dedicata all’indagine e all’avventura, la seconda a scienza e tecnologia e la terza sarà, come dice il titolo, oltre il confine».
Barbara Palombelli: «Voglio raccontare il Paese reale»
Dalla tribuna di «Forum» allo studio di «Stasera Italia», nella nuova Rete 4 Barbara Palombelli raddoppia il suo impegno: «C’è una nuova politica che va raccontata, penso sia una bella opportunità per una rete che ha l’informazione nel suo Dna» osserva.
Dalle cause di «Forum» alla politica di «Stasera Italia» è un bel salto. «L’obiettivo è lo stesso: raccontare un’Italia positiva che, al di là degli scandali, è un grande Paese. A “Forum” raccontiamo la politica delle persone, con “Stasera Italia” quella del palazzo». La fascia dell’access prime time è difficile: la concorrenza la spaventa? «Io penso a “Stasera Italia”. Da giornalista userò solo l’arma della curiosità: attraverso i fatti e i dati cercheremo di ristabilire la realtà sul nostro Paese. Lo faremo con l’ausilio di ospiti e di filmati che arriveranno dopo il primo minuto in cui, in apertura di programma, riassumeremo la giornata appena trascorsa». Il pubblico della mattina non sempre è lo stesso della sera: pensa che chi guarda «Forum» la seguirà anche in questa nuova avventura? «Vedremo. Io sono fiduciosa perché so che Rete 4 ha un pubblico trasversale e molto interessato a determinati argomenti».
Piero Chiambretti: «Così darò voce al mondo delle donne»
Se siete rimasti impressionati dal clamore suscitato dall’arrivo in Italia di CR7, aspettate di vedere cosa combinerà a Rete 4 Piero Chiambretti che, dopo una lunga militanza in seconda serata, approda alla prima con «La Repubblica delle donne» con un obiettivo ben preciso: «Dimostrare che, se un programma funziona, la differenza tra la prima e la seconda serata è solo nel numero».
Perché «La Repubblica delle donne»? «Perché le donne hanno conquistato ormai il mondo e occupano posti di potere. Il programma sarà un mix di costume e informazione, sulla scia di quello che era “Matrix Chiambretti”, ma non uguale perché non riesco a ripetere due volte la stessa cosa». Possiamo dire che il programma sarà una sorta di «osservatorio sulle donne». «Sì, ma con occhio maschile. Ricordando sempre che le donne non si possono capire ma solo ascoltare. Ed è meglio così». Lei ha lavorato su tutte le reti generaliste, le mancava solo Rete 4. «Amo le avventure e le scommesse, mi ci sono sempre buttato a capofitto. Da settembre il pubblico avrà a disposizione gratuitamente, senza bisogno di parabole né di decoder, un canale nuovo su cui magari non troverà più certi appuntamenti, ma ne scoprirà altri».
Nicola Porro: «Renderò semplici economia e politica»
È possibile parlare di politica e di economia in modo diverso dai talk show a cui siamo abituati? La risposta è sì, almeno per Nicola Porro che, da lunedì 17 settembre, condurrà «Quarta Repubblica»: «Affronteremo i temi principali che ci offre l’attualità senza indugiare sui trucchetti che rendono urlata la politica in tv» promette.
Nell’era dei social, in cui i politici si sfidano a colpi di tweet, ha ancora senso parlare di politica in televisione? «I social sono un mondo irreale: dove si parla senza mediazione e ci si può permettere di alzare il tiro, ma quello che si racconta lì spesso non è la realtà. Noi siamo giornalisti e non “follower”, il nostro compito è quello di mettere i politici davanti a un contraddittorio». Dunque non attingerete a Twitter, Facebook e dintorni? «Ormai accade esattamente il contrario: sono i social a “rapinare” l’informazione televisiva. Per questo la politica diventa sempre più difficile da raccontare in tv». Lei come pensa di riuscirci? «Premesso che la concorrenza è molto forte e parlare di politica in prima serata su Rete 4 è come avere contro ogni settimana il Festival di Sanremo, farò quello che ho sempre fatto: spiegherò le cose, soprattutto l’economia, nel modo più semplice possibile».
Gerardo Greco: «Mi interessa la gente comune»
Come Roberto Giacobbo, anche Gerardo Greco è arrivato dalla Rai a Mediaset con un doppio incarico: direttore del Tg4 e conduttore di «Viva l’Italia», appuntamento dedicato non solo alla politica ma anche alla società e ai suoi problemi: «Li racconteremo a partire dalle storie personali per offrire a chi ci guarda non parole ma fatti».
Come sceglierete gli argomenti da trattare? «Ponendoci ogni volta una domanda molto semplice: di cosa parla la gente oggi? Sarà un programma emotivo e narrativo: vi faremo vedere i migranti, con immagini che sicuramente suscitano emozione, ma poi vi spiegheremo il perché succedono certe cose. Cronaca ma anche analisi, insomma». Ci saranno ospiti in studio? «Certo. Partiremo dalla cronaca per arrivare al dibattito. Gli ospiti dovranno fare i conti con la realtà e dare alla gente spiegazioni convincenti. Se necessario, li faremo anche arrabbiare». Dopo 25 anni in Rai, di cui 12 come corrispondente in America, il passaggio a Rete 4 ha il sapore di una scommessa. «Una bella scommessa: grazie a rapporti di stima costruiti negli anni, sono arrivato su una rete che ha una grande tradizione di racconto e che cerca di offrire al pubblico una chiave di lettura dei problemi».
Passato dalla Rai a Mediaset, è lui il nuovo direttore del Tg4, ma è anche al timone di «Viva l’Italia», il programma di approfondimento dedicato alla politica e alla società