Serena Bortone: «Io non mi arrendo mai! E sì, gesticolo un po’…»

È il volto del pomeriggio di Raiuno con il suo talk show "Oggi è un altro giorno". E a Sorrisi si descrive così

Serena Bortone
24 Settembre 2020 alle 08:22

Da due settimane il pomeriggio di Raiuno ha il volto di Serena Bortone, che dalle 14 alle 16 conduce “Oggi è un altro giorno”, talk show su fatti e argomenti di attualità che vengono illustrati grazie a clip, collegamenti in esterna, interviste con personaggi famosi, e commentati insieme agli ospiti in studio che ruotano ogni settimana, chiamati “affetti stabili”. Per la rete ammiraglia, Serena è una novità: fino all’anno scorso, infatti, la vedevamo al mattino su Raitre ad “Agorà”, adesso presentato da Luisella Costamagna.

Serena, canale nuovo, programma nuovo, appena partito. Una svolta?
«Sicuramente è un’evoluzione. Dal 1998, dal programma “TeleCamere” in poi, mi sono sempre occupata di politica. E l’ho fatto prima da giornalista, poi da inviata, da autrice e infine da conduttrice. Ma in qualche modo la seguivo anche mentre collaboravo all’ideazione di una trasmissione confidenziale come “Tatami”, con Camila Raznovich. Perché mi piace raccontare la realtà: l’insieme delle nostre storie è politica, è costume, è società. E, viceversa, la politica ha sempre un elemento personale. Pensiamo alle elezioni: se le perdi e sei costretto a dimetterti, è come quando la fidanzata ti lascia e non ti ripiglia più» (ride).

Il titolo “Oggi è un altro giorno” rimanda a “Domani è un altro giorno”, la battuta finale del film “Via col vento”. Lei è del partito di Rossella O’Hara o di quello di Melania Hamilton?
«Esistono due partiti, è vero, feci anche un sondaggio a scuola con i miei compagni di classe. Mia mamma, Anna Maria, mi aveva fatto vedere il film in tv. Rossella, che non è proprio uno stinco di santa, è molto più affascinante perché reagisce con grinta a ogni difficoltà. Come cantano i Rolling Stones, “You can’t always get what you want”: “Non sempre puoi avere ciò che vuoi”, ma ci puoi sempre provare».

Rossella le somiglia?
«Sì, il suo approccio è molto mio: anch’io non mi arrendo mai».

Che bambina è stata?
«Cicciottella. E da sempre temo che chi è stato grassottello da piccolo rischi di conservare un qualche senso di inadeguatezza».

Veniva bullizzata?
«No, perché risultavo simpatica e passavo i compiti. E mi elessero capoclasse perché “rispondevo” ai professori. Detestavo e detesto tuttora le ipocrisie e le menzogne. Di pomeriggio presentavo anche degli spettacolini sul palco in parrocchia. Una volta venne pure Andreotti. Mi è sempre piaciuto parlare in pubblico, si vede che il mio destino era segnato».

Il suo gruppo di lavoro al programma com’è?
«Pieno di donne, orgogliosamente».

Lei crede nella solidarietà femminile?
«Sono femminista. E non è scontato: per molte donne è faticoso uscire dalla sindrome delle sorellastre di Cenerentola, imparare a non avere pregiudizi e a non dare giudizi sulle altre».

Teme la concorrenza di “Uomini e donne” su Canale 5?
«Rispetto sempre ciò che funziona in tv. E sugli ascolti sono serena, anche perché abbiamo iniziato bene. La tv è un mestiere artigianale, e come succede sempre in un programma quotidiano faremo tutti gli aggiustamenti che serviranno».

La sua carriera in tv è cominciata con Mino Damato e la strana richiesta di… un serpente.
«Avevo 18 anni ed ero appena arrivata nel suo programma “Alla ricerca dell’Arca”. Damato mi chiese di trovare un pitone per la sorella di Michael Jackson, La Toya, che era appassionata di serpenti. Non avevo idea di dove trovarlo, ma mi misi al lavoro a testa bassa, ci riuscii ed eccomi qua».

E c’è qualcuno che poi negli anni con lei si è comportato come una serpe?
«Sì, è capitato. Ma non mi sono mai curata troppo della cattiveria».

Con il direttore di Raiuno, Stefano Coletta, vi conoscete da tanto tempo. Siete amici?
«Siamo amici fraterni da quasi trent’anni. Da “Mi manda Lubrano”, era il 1993».

Come le piace trascorrere il tempo libero?
«L’elenco delle attività è lungo: leggo, ascolto musica, vado ai concerti, sono un’appassionata di opere liriche e mi sposto di città in città per vederle. Faccio anche yoga, ma soprattutto mi piace uscire e passare le serate con gli amici o cucinare per loro».

Che cosa cucina volentieri per gli amici?
«Cose da assemblare con ingredienti diversi, che poi è lo stesso meccanismo dei programmi televisivi. Mi vengono bene le “quiche”, dove sperimento sempre sapori nuovi».

Della sua vita privata non si sa nulla, a parte il fatto che è felicemente single.
«Sul “felicemente” bisogna intendersi. Io cerco di essere felice sia da sola sia in coppia. Ho avuto delle relazioni importanti, adesso sono single. Ma se avessi un amore accanto starei bene».

Quanto è importante la famiglia nella sua vita?
«Moltissimo. Mia madre è una figura molto presente. Assieme a mio padre mi ha insegnato i valori che contano: la dignità personale, il rispetto per gli altri. E ho un fratello giudice, Pier Paolo, a cui sono molto legata e che mi ha regalato mia nipote Bianca. È nata il giorno dopo il mio 40° compleanno. E mi piace pensare che fosse contenta di “uscire” per festeggiare la zia. Adesso lei ha 10 anni e io 50, compiuti l’8 settembre».

A casa con lei vivono due birbantelli.
«I miei gatti, Pierre e Chérie, persiani chinchillà. Li ho chiamati come i personaggi di due romanzi: Pierre Bezuchov di “Guerra e pace” di Tolstoj e Fred Peloux, detto “Chérie”, dell’omonimo libro di Colette».

Facciamo un gioco di aggettivi per conoscerla meglio?
«Ok».

Quanto è vanitosa da 1 a 10?
«10».

Golosa?
«11».

Faziosa?
«Zero. Sono passionale».

Ambiziosa?
«8, il giusto».

Superstiziosa?
«7: ho i miei amuleti, i vestiti-feticcio da indossare in televisione perché so che mi porteranno bene».

Un’ultima curiosità: perché in onda gesticola così tanto?
«Perché lo faccio pure nella vita. Se cerco di controllarmi perdo il filo, quindi va bene così. Nella vita, come in tv, il mio vero obiettivo è essere autentica».

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