Siamo i tre moschettieri di Fiorello a “Viva Rai2!”

Ruggiero Del Vecchio, Gabriele Vagnato e Mauro Casciari sono tra i protagonisti del programma

Ruggiero Del Vecchio, Gabriele Vagnato e Mauro Casciari
30 Maggio 2023 alle 06:00

Ruggiero Del Vecchio: «Studiavo le canzoni su Sorrisi»

Lo conosciamo dai tempi di “Edicola Fiore”. Ma chi è Ruggiero Del Vecchio e com’era la sua vita prima di incontrare Fiorello?
«Finite le elementari, i miei genitori mi dissero che dovevo imparare un mestiere e mi imposero di fare il sarto. Poi mi è piaciuto e l’ho fatto per tutta la vita, prima a Milano e poi a Roma, dove ho aperto una sartoria in cui ho lavorato per tanti anni e mi ha dato delle belle soddisfazioni: mi sono comprato casa a Manfredonia (Foggia) e poi il negozio dove lavoravo. Mi sono sposato, ho avuto tre figli, Angelo, Nunzia e Giuseppe, e ora ho quattro nipotini. Mia moglie è morta nel 2002 e così ho dovuto fare anche da mamma».

Sognava di fare il cantante?
«Mi piaceva tanto, purtroppo non c’era la possibilità di frequentare una scuola. Però compravo Sorrisi e la sera a letto imparavo i testi delle canzoni e la mattina dopo le cantavo. Ho sempre avuto la passione per lo spettacolo».

Come ha incontrato Fiorello?
«Sono sempre stato un suo fan. Un giorno un amico mi disse che Rosario andava sempre in un bar di Corso Francia a Roma. Così una mattina ci siamo andati, mi sono presentato e gli ho cantato una canzone».

La sua famiglia è contenta di vederla in tv?
«I miei nipoti mi dicono che sono bravo e mi fa piacere. Mia sorella si emoziona e si mette a piangere quando mi chiama e anche i miei figli sono orgogliosi di me. Almeno un domani lascerò loro un bel ricordo».

Come sono adesso le sue giornate?
«Mi piace alzarmi presto, l’ho sempre fatto anche per andare a lavorare. Il pomeriggio non mi riposo mai e alle 22 vado a dormire».

Ha più successo tra i bambini o tra le signore?
«Entrambi. Mi salutano e dicono di salutare Fiorello».

Ha paura che tutto questo finisca?
«In tutte le cose c’è un inizio e una fine. È stato bello e avrò dei ricordi che porterò nel cuore. Ma l’amicizia con Fiorello non finirà. Continueremo a vederci nei weekend».

Gabriele Vagnato: «Mi piace fare l’imbucato»

Che si tratti di intervistare personaggi famosi o gente per strada, Fiorello sa sempre chi mandare: lui. E così Gabriele Vagnato, con il suo stile fresco e un po’ stralunato, è diventato “l’inviato di Viva Rai2!”.

Come è approdato al programma?
«Avevo partecipato a “LoveMi”, il concerto benefico organizzato da Fedez a Milano, dove facevo l’inviato fra il pubblico. Fiorello mi ha visto, gli sono piaciuto e mi ha telefonato dopo aver chiesto il numero a Fedez. Ho pensato a uno scherzo. Ma poi, visto che insisteva, mi sono detto: “Che sia davvero lui?”. Alla fine avevo così paura che ci ripensasse, che non ho detto niente a nessuno finché non mi hanno visto in tv. Neppure a mia mamma Luana».

Contenta la mamma?
«Credo di sì, perché vedo che non mi manda più i link ai bandi per geometra dei vari comuni. Io ho cominciato sul social TikTok ma lei non capiva cosa facessi e per me sognava il posto fisso».

Si considera un provocatore?
«No, non c’è malizia nelle cose che faccio. Tra l’altro io sono molto timido, spesso mi faccio anche maltrattare dagli intervistati. È solo che a me piace fare l’imbucato e non l’invitato».

Qual è la differenza?
«L’invitato deve adeguarsi alle regole del posto, l’imbucato no. Fa ciò che vuole».

Mauro Casciari: «E dire che a “Le Iene” sembravo una persona seria»

Alle 17.30 mi manda un messaggino per dirmi che è sveglio e possiamo sentirci. Dopo pranzo, infatti, Mauro Casciari si “accascia” a letto per riprendersi dalla diretta di “Viva Rai2!” che comincia alle 7.15 e finisce alle 8: «Vivo in una situazione dal bioritmo improbabile: la sera dalle 19 alle 22 sono in onda su Rds. Riesco a dormire solo da mezzanotte alle 5 del mattino. Il pomeriggio crollo. Nel weekend dormo 12 ore a notte e recupero, ma quando entri nel vortice di “Viva Rai2!” non c’è nemmeno il tempo di essere stanchi».

Perché non si sveglia anche lei alle 4 del mattino come Fiorello?
«Perché a Roma abito a 500 metri da via Asiago, quindi scendo a piedi, non ho scusanti per arrivare tardi».

Come regge i ritmi folli di Rosario?
«Mi adeguo. Rosario arriva prima di tutti, alle 5 è già lì al bar a incontrare i fan. Quando arrivo io, sono sveglio al 50%. Dalle 6 alle 7 guardiamo le ultime notizie e si fa una scaletta, ma si va a braccio. È la gente a darci la carica, con affetto e cibo!».

Lei è la vittima prediletta. Le fa piacere?
«Quando facevo l’inviato per “Le Iene” tutti pensavano che fossi un giornalista, una persona seria che andava in giro con il dito puntato. Invece Fiorello ha colto il mio lato autoironico e mi ha trasformato in vittima, rendendomi simpatico».

Ha mai detto di no a una sua idea?
«No, perché con lui ti devi buttare. Forse solo se mi dicesse di lanciarmi con il paracadute rifiuterei perché soffro di vertigini. Ma ora che lo ha scoperto magari me lo chiede, e io alla fine lo farei pure!».

Fiorello la prende spesso in giro...
«A volte ci va giù pesante e lo fa anche fuori onda, ma la sua è una forma di amore. E poi è una persona generosa. Trovatemi un altro numero uno come lui che prende una seconda o terza linea come me e se la mette a fianco in trasmissione».

Come vanno le lezioni di napoletano per “Mare fuori” di cui fate la parodia?
«È stata una sua idea farmi fare la guardia umbra in trasferta a Napoli. Io non ho mai visto una puntata di “Mare fuori” e lui mi ha detto di non guardarlo per non imparare il napoletano vero. Devo rimanere l’attore cane che parla un napoletano improbabile. Imparo due o tre termini ogni volta e poi mi butto. Ed è sempre buona la prima, anche perché non ci sarebbe il tempo di girarne un’altra!».

Come è arrivato a “Viva Rai2!”?
«È stato un lento avvicinamento iniziato nel 2001 quando rimasi folgorato sentendo Fiorello a “Viva Radio 2”. Anni dopo ho iniziato a girare dei mini video per “Edicola Fiore” e quando nel 2019 ha fatto “Viva RaiPlay!” mi ha preso con sé. Poi c’è stata la pandemia e si è fermato tutto. Finché, un anno fa, ci siamo incontrati a teatro e mi ha chiesto di esserci per un nuovo progetto che sarebbe partito in autunno».

Lei è stato inviato per “Le parole”, “Le Iene, “Mi manda Raitre”... Poi cosa è successo?
«Mi proponevano sempre ruoli da inviato ma il mio obiettivo, prima dei 50 anni, era fare un programma fisso, seduto in uno studio tv. Professionalmente ho raggiunto il mio obiettivo e sono felice».

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