Stella Pende torna con le inchieste di “Confessione reporter”

La trasmissione torna su Rete 4 da domenica 1 dicembre con quattro appuntamenti di approfondimento (più uno riassuntivo) sull’attualità italiana e internazionale

La giornalista romana Stella Pende cura e conduce il programma di inchieste giornalistiche ”Confessione reporter” dal 2012
21 Novembre 2019 alle 17:04

Stella Pende ammette senza troppi giri di parole di avere una curiosa “debolezza”: «Io mi arrabbio subito. Quando vedo certe cose, certe situazioni, proprio non posso fare altrimenti. L’ho sempre fatto e non voglio smettere di farlo. Poi però mi devo sfogare e allora racconto, nell’illusione di poter accendere una luce dove c’è buio».

È proprio una “debolezza” da scrivere così, tra virgolette, visto che in realtà è il motore della sua trasmissione “Confessione reporter”, che torna su Rete 4 da domenica 1 dicembre con quattro appuntamenti di approfondimento (più uno riassuntivo) sull’attualità italiana e internazionale.

Sull’attualità Stella Pende trova di che arrabbiarsi da molto tempo, e non solo in televisione. Le sue inchieste e le sue interviste, anche a personaggi che si pensavano irraggiungibili, sono state il fiore all’occhiello di due storici settimanali come “L’Europeo” e “Panorama”. Lo spirito di quelle pagine lo possiamo ritrovare nei reportage televisivi di oggi.

Di che cosa parlerà il primo “racconto-sfogo” di questa stagione?
«Parlerà di ragazzi ludopatici, cioè malati di gioco d’azzardo. L’idea mi è venuta leggendo la lettera d’addio ai genitori scritta da un giovane che si è tolto la vita perché non riusciva a smettere di giocare, pur avendoci provato davvero. Sono rimasta sconvolta: ho un figlio anch’io e ho pensato molto a quella famiglia. La ludopatia è un’emergenza enorme, da qualche anno le comunità di sostegno sono sempre più piene di giovani malati di gioco, eppure se ne parla ancora pochissimo».

Il reportage occuperà l’intera puntata di “Confessione reporter”?
«No, e anzi quest’anno si accorcerà un po’ per dare spazio a due “rubriche”. La prima si chiama “Singolare femminile”: saranno ritratti di donne impegnate a portare il bene nella nostra vita quotidiana. Conosceremo la cantante keniana Akothee, una sorta di Tina Turner africana, madre di cinque figli e con una vita complicata alle spalle: a un certo punto il marito l’ha abbandonata e per mantenere i figli ha fatto la tassista. Oggi Akothee lotta per sostenere il popolo dei Turkana, afflitto da siccità e carestie. E poi vedremo un’attrice popolare come Cristiana Capotondi dedicare molto del suo tempo a una fondazione per aiutare la crescita culturale dei ragazzi».

E la seconda rubrica?
«Si intitola “I dimenticati” e racconterà alcune vicende che rischiano di svanire dalla nostra attenzione quotidiana. Ricorderemo la guerra civile che da anni devasta lo Yemen, il fatto che la fauna del Polo Nord (orsi polari, foche, balene…) vada inesorabilmente scomparendo. E poi, ancora, i bambini orfani dei combattenti dell’Isis abbandonati nel campo profughi di al-Hol in Siria. Tutte cose che, naturalmente, mi fanno arrabbiare».

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