Torna Alessandro Borghese con “4 ristoranti”

Dal 3 settembre su Sky, vanno in onda le nuove puntate

31 Agosto 2023 alle 10:24

Dal 3 settembre su Sky (e in streaming su Now), torna “Alessandro Borghese - 4 ristoranti”, il cooking show itinerante pronto a incantare e deliziare gli spettatori con il meglio della cucina italiana. Lo spirito appassionato dello chef Alessandro Borghese ci accompagnerà in questo emozionante viaggio culinario. Dotato di un furgone con vetri oscurati che è diventato ormai un'icona riconoscibile all'istante, lo chef attraverserà l'intera penisola alla ricerca dei gioielli nascosti nel panorama gastronomico italiano.

L'attenzione al dettaglio, la passione e l'entusiasmo con cui Alessandro Borghese si avvicina ad ogni locale e a ogni piatto è ciò che rende "4 ristoranti" un vero spettacolo. Ogni settimana, lo chef metterà alla prova quattro ristoranti diversi, esaminando tutti i singoli aspetti dell'esperienza culinaria e valutando la creatività, l'originalità e la qualità delle proposte. Ma non è solo una competizione tra chef e locali: è un'incredibile finestra sulla ricchezza culturale dell'Italia, dove ogni regione offre la propria identità culinaria. Dal nord al sud, dagli affascinanti borghi alle città pulsanti di vita, il programma ci farà scoprire i tesori gastronomici che si celano dietro ogni angolo. 

È alla sua nona stagione. Cambierà qualcosa nel programma?
«Questa trasmissione che conduco dall’inizio, è come se fosse mio figlio, è un bambino di nove anni che ho tirato su ed educato in un certo modo. "4 ristoranti" si rinnova a piccole dosi. Cambiano solo le location, i menù, i ristoranti. La metafora che uso è quella del design di una macchina storica ed elegante: cambiano i dettagli ma è sempre riconoscibile. Noi facciamo scoprire la parte bella e genuina della gastronomia italiana».

Quest’anno dove ci porterà?
«A Bassano del Grappa, in Umbria, a Tropea, ad Ascoli e in Irpinia (qui il nostro campo base è stato Nusco). Ci tenevo molto ad andare nella provincia di Avellino che è un’area verde non molto valorizzata e poco raccontata. E’, invece, un posto straordinario e ricco dal punto di vista dell’enogastronomia. Basti pensare ai pregiati vini, alla castagna di Montella, alle nocciole». 

Ogni edizione riserva sempre racconti emozionanti. Nelle nuove puntate ci sono storie che le hanno lasciato un segno?
«Ho notato con soddisfazione un grande fermento nelle realtà che avevano sofferto durante il periodo della pandemia. Tanti ristoratori si sono rimboccati le maniche diversificando anche l’attività. Qualcuno ha cambiato lo stile e l’approccio imprenditoriale». 

In tutti questi anni qual è stata la cosa peggiore e quella più bizzarra trovata in una ispezione in cucina?
«La peggiore è la mancanza di pulizia che ho fatto subito notare. Sono convinto che il nostro programma abbia contribuito a far migliorare la qualità dell’igiene e dell’ordine nei ristoranti italiani. La cosa più bizzarra, i santini appesi alla parete davanti ai fuochi, solo per superstizione. Ogni pasto aveva il suo santo protettore. Poi cosa dire? Che ci sono situazioni inenarrabili per la serie ho visto cose che voi umani non dovreste vedere (ride). In nove anni me ne sono capitate tante. Qualche volta sono stato tentato anche di sollecitare una chiusura invece negli ultimi tempi quasi tutti i locali si sono allineati nel segno del rispetto pieno della clientela. Negli anni scorsi, mi è successo che, davanti a situazioni delicate, ho fatto spegnere le telecamere e ho dato suggerimenti per correggere determinate cose. Insomma mi sono comportato da professore severo ma, in quell’occasione, era necessario».

Quali sono, se ce ne sono, le differenze sostanziali che ha riscontrato nei ristoratori del sud, del centro e del nord Italia?
«La cucina italiana è valida su tutto il territorio. Non trovo grandi differenze. Si sta sempre più diffondendo la tendenza a mantenere vive le tradizioni contro le abitudini, soprattutto nei giovani, di preferire i cibi esotici. Va bene tutto ma ricordiamoci che i piatti italiani ce li invidiano in tutto il mondo!».

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