Sono di nuovo alla guida dello show di Canale 5. Sempre più complici, sono i primi a farsi una risata
Diciannove anni insieme, fatti di complicità, risate, prese in giro, amicizia e sorprese. E ora che si preparano a condurre la nuova stagione di “Zelig”, che per lo show è la 21ª (escluse le “edizioni speciali”) e per loro la nona, Claudio Bisio e Vanessa Incontrada non hanno solo lo stesso entusiasmo del 2004, anno in cui le loro strade si sono intrecciate nel più amato cabaret televisivo italiano. Hanno anche una sintonia così perfetta che incontrarli significa ritrovarsi coinvolti in uno dei loro classici dialoghi sul palcoscenico. E così per i lettori di Sorrisi lo spettacolo di “Zelig” comincia un po’ prima delle tre serate realizzate al Teatro Arcimboldi di Milano, in onda su Canale 5 da giovedì 23 novembre. Su il sipario, dunque.
Claudio, Vanessa: ancora voi...
Bisio: «Volevano risparmiare! Che ne dici, Vane (“Vane” e “Cla”: loro si chiamano così, ndr), ti piace questa risposta?».
Incontrada: «Sicuramente! E più andiamo avanti con l’età e meno costiamo».
Bisio: «Oppure potrebbero averci scelto per pigrizia... O forse, dai, perché siamo i migliori! Risparmio, pigrizia, qualità: lasciamo scegliere ai lettori. Mettete la crocetta!».
Tra palcoscenico e amicizia nella vita, siete una sorta di coppia di fatto.
Bisio: «Beh, siamo anche ex fidanzati...».
Incontrada: «Questo non lo devi dire, Cla!».
Bisio: «Sì, sto scherzando. Siamo futuri fidanzati!».
Secondo lo scrittore Ennio Flaiano i grandi amori, e quindi anche i futuri fidanzamenti, si annunciano con un «Ma chi è questa scema?». Quando vi siete incontrati per la prima volta, chi ha pensato dell’altro che fosse uno scemo?
Bisio: «Dando ragione a Flaiano, finalmente ho capito perché non ci siamo mai fidanzati: non ho mai pensato che Vanessa fosse una scema. Dovrò cominciare a farlo adesso se voglio fidanzarmi con lei».
Incontrada: «Che scemo che sei! Ma ti ricordi quando ci siamo conosciuti? Arrivo in questo ristorante milanese e mi trovo di fronte Claudio, gli autori di “Zelig” Gino e Michele e Giancarlo Bozzo, e il produttore dell’epoca Roberto Bosatra. Ero tutta intimidita e mi chiedevo: “Ma che cosa dovrò fare?”».
Bisio: «Noi rimanemmo folgorati. Prima di conoscerla l’avevamo vista in una campagna pubblicitaria in cui navigava su una barca a vela con altri ragazzi, in un’intervista con Gigi Marzullo e in un film di Pupi Avati, “Il cuore altrove”. Bellissima nella pubblicità, davvero spigliata con Marzullo, bravissima nel film: non capivamo quale fosse la Vanessa vera. Dal vivo abbiamo capito che era tutte quelle cose insieme, e da allora “mai più senza Vanessa”!».
Incontrada: «Bellino che sei! Ti voglio bene!».
E lei, Vanessa, ha capito subito che Claudio era qualcosa di “speciale”?
Incontrada: «Lo è davvero. Con lui c’è qualcosa che va al di là del lavoro. Per me Claudio è un...».
Bisio: «Se dici che sono come un papà, io me ne vado».
Intendeva definirlo un fratello più grande?
Incontrada: «Claudio per me è Claudio, non lo so neanche spiegare. E poi ha qualcosa di sexy».
Ovvero?
Incontrada: «È carismatico, ti sorprende sempre. Non segue il copione nemmeno morto, non sai mai che cosa succederà insieme a lui».
Bisio: «Ha parlato quella che segue il copione! Proprio lei!».
Incontrada: «Va bene: noi non sappiamo neanche se esiste un copione. All’inizio ce n’era uno, ma poi abbiamo deciso di fare tutto noi e gli autori si sono arresi».
Bisio: «Ogni tanto mi presento con una cartelletta in mano, ma è una finta. È una “coperta di Linus”. Spesso ci tengo un foglio bianco. Tanto senza occhiali non riuscirei neanche a leggere».
In questo andare “senza rete”, avete mai fatto qualcosa di cui vi siete pentiti?
Incontrada: «Chissà quante boiate facciamo!».
Bisio: «Io goliardicamente ho provato tante volte a metterla in imbarazzo, finché una sera ho capito che siamo due “maschiacci” uguali. Facevo il personaggio di Claudiano e, a un certo punto, mi cade la gomma che sto masticando. La raccolgo da terra e, masticata e impolverata, gliela porgo. Lei la prende, la mette in bocca e inizia a masticarla. Lì ho detto “basta”».
Incontrada: «Anche a me piace ogni tanto metterlo in difficoltà, ma lo devo fare con cautela, perché ormai la gente mi vede nel ruolo di quella che cade dal pero, che non capisce. Che in parte è anche vero».
Bisio: «Vorremmo essere la “Pupa” e il “Secchione”, ma le cose non stanno così: siamo anche il “Pupo” e la “Secchiona”».
In questi giorni state concludendo le prove dello show. Come riuscirete a divertirvi così tanto sul palcoscenico dopo aver sentito i comici provare i loro numeri? Non manca l’effetto sorpresa?
Incontrada: «In effetti proviamo molto poco. Quando andiamo alle prove allo “Zelig” in viale Monza (lo storico cabaret milanese che ha “generato” lo spettacolo, ndr), più che altro parliamo con gli artisti e facciamo conoscenza con i comici nuovi. Insomma, evitiamo di guardarli, sennò poi non ci verranno le battute».
Bisio: «Però quando capita che un comico ha bisogno di un “appoggio”, di qualcuno che gli dia la battuta giusta a cui rispondere per proseguire il numero, allora me lo becco io sul groppone! Ma ormai è sempre più raro che succeda».
Claudio, prima ha evocato Claudiano, uno dei suoi personaggi storici. Anche lei sente il peso di dover ripetere certe gag, come capita ai cantanti “costretti” a rifare i loro successi in ogni concerto?
Bisio: «A “Zelig” c’è di buono che non faccio il comico puro. Non ho monologhi, non faccio cose mie, dunque non corro il rischio. Però in questa situazione mi ci sono ritrovato. In repertorio avevo “Rapput”, una canzone lunghissima che raccontava di questa fidanzata che se n’era andata in vacanza in Grecia con un’amica e al ritorno mi mollava. Quando facevo le serate, “Rapput” era come “Albachiara” per Vasco Rossi: dovevo farla sempre. Ho smesso perché a un certo punto mi veniva di farla in modo stravagante e la gente si arrabbiava: la voleva uguale a quella del disco. Dopo anni, però, la risentirete proprio in una puntata di “Zelig”. C’è un comico giovane (di cui non farò il nome!) che mi ha chiesto di accennarla, perché m’ha detto che lui è “nato” con quel pezzo lì».
Senza limiti alla fantasia, chi vorreste in scena a “Zelig” con voi?
Incontrada: «Io dico uno che c’è già stato e che in qualche modo è nato con noi: rivorrei subito Checco Zalone».
Bisio: «Meno male che l’hai detto tu, sennò l’avrei detto io: Checco. E poi Ficarra e Picone, Geppy Cucciari, Teresa Mannino, Aldo Giovanni e Giacomo... Insomma, un “il meglio di” tutti quelli che sono già passati da noi».
Riuscite ancora a trovarvi dei difetti o siete ormai così uniti da non vederne più?
Bisio: «Ma no, ne abbiamo ancora. Io, per esempio, ammetto che porto la riga in mezzo ai capelli molto larga. Un po’ mi offendo quando me lo fanno notare, ma a te, Vane, posso confessarlo: sono lievemente (e anzitempo!) stempiato».
Incontrada: «Il mio difetto è semplice: sono pigra. Anzi, pigrissima».
Bisio: «Direi che il titolo ce l’abbiamo, no? “Parlano lo stempiato e la pigra”».
Temo che Vanessa non possa aiutarla per la sua riga, Claudio. Lei, invece, che cosa fa per aiutare Vanessa a vincere la pigrizia?
Bisio: «Le do gli appuntamenti mezz’ora prima. Sa, lei arriva da Follonica e tira sempre fuori la scusa del ritardo per il traffico. Così le dico che ci si vede alle 17.30 quando so che dobbiamo vederci alle 18. E io mi presento alle 18.15!».
Incontrada: «Allora io arrivo in orario e lo frego anche lì!».
Bisio: «Veramente sono io che frego te, perché tu stai a girarti i pollici per mezz’ora».
È stato bello incontrarvi…
Bisio: «Cosa ne pensi, Vane: noi possiamo dire altrettanto?».
Incontrada: «Beh, io sono stata carina e gentile».
Bisio:«Vabbè, io sono sincero, mentre lei, dai, è un po’ ipocrita».
A questo punto, dopo una gran risata, i due sono pronti per cominciare le prove. E noi per ritrovarli a “Zelig”.