Se siete degli affezionati di “Tú sí que vales”, lo show del sabato sera di Canale 5 che incolla alla tv più di 4 milioni di telespettatori a puntata (arrivando a picchi di oltre 5 milioni), e dunque conoscete le sue dinamiche come le vostre tasche, potete anche scorrere in basso e andare direttamente alle interviste dei quattro giudici.
Se invece volete saperne di più o vi sfugge qualche passaggio, proseguite nella lettura. Intanto, avrete capito che questo è un programma unico nel suo genere, perché è capace di fondere insieme poesia e follia grazie alle esibizioni dei talenti in gara: un esercito di artisti di ogni età e nazionalità. Ci sono balletti spesso toccanti o sensuali, funamboli fuori di testa che si esibiscono a decine di metri d’altezza, cantanti in cerca di rivalsa o veri e propri dilettanti allo sbaraglio pronti a tutto pur di conquistare la giuria. Risultato: nel giro di due minuti (tanto dura un’esibizione) si passa dal ridere al piangere e al restare di stucco con una facilità estrema.
Nella gara ufficiale a decidere chi “vale” e chi no sono i quattro giudici e la giuria popolare capeggiata da Sabrina Ferilli: si tratta di 100 persone del pubblico. E dato che non si può fare a meno della loro presenza in studio, visto il periodo sono state messe in atto tutte le possibili misure di sicurezza, dai controlli sierologici (anche per il cast) ai pannelli di plexiglass che dividono ogni elemento del pubblico, obbligato a indossare la mascherina se deve spostarsi o alzarsi.
C’è però anche una gara parallela, quella della Scuderia Scotti. In pratica Gerry salva i concorrenti più strani e divertenti che entrano a far parte del suo team e anche fra loro ci sarà un vincitore morale. Per sapere di chi si tratta, bisogna aspettare la finalissima che, salvo slittamenti, dovrebbe andare in onda in diretta il 28 novembre. A decretare il vincitore ufficiale sarà il televoto da casa. Ma mai come in questo programma vale il detto: l’importante non è vincere, ma partecipare.
Le interviste ai 4 giudici
Maria De Filippi: «Quanto mi divertono i siparietti con la Scuderia Scotti»
Qual è la cosa che più la fa divertire di questo programma, che ormai va in onda da diversi anni? «La cosa che mi fa più divertire è la Scuderia, quando Gerry impersona il ruolo di un agente tuttofare che porta i suoi rappresentati in viaggio a Dubai e li usa per fargli fare lo sponsor. Mi diverte tantissimo quando li bistratta perché corrisponde alla verità: quando portano lavoro sono amati, invece vengono trattati con sufficienza quando non ne portano. Mi diverte quando Gerry si spazientisce con Rudy che interrompe la sua “arringa” con la giuria popolare, quando cerca i voti per loro. Mi diverte quando di fronte all’opportunità di un baratto, quando il talento deve scegliere tra il regalo e la Scuderia, lui spacca gli oggetti del baratto. Mi diverte che dopo aver avuto i voti li spedisce fuori dallo studio su un canottino in quanto sbrigata la faccenda».
Un suo talento grazie al quale potrebbe vincere e uno per il quale la eliminerebbero subito? «Sono tanti i talenti per colpa dei quali mi eliminerebbero subito: ballo, canto, cucito, cucina… Un talento per il quale passerei? Non sta a me dirlo».
Cosa tiene dentro la pochette che porta con sé quando entra in studio? «In realtà è il mio astuccio delle scuole medie. Dentro tengo le caramelle al limone che mi porto sempre in studio».
Gerry Scotti: «Fate come me: lasciate andare le emozioni»
Chi vorrebbe dei suoi colleghi giudici nella sua squadra di talenti, e perché? «Senza mancare di rispetto agli altri, i cui talenti sono indiscutibili ciascuno per il proprio verso, ritengo che Teo Mammucari mi potrebbe dare grandissime soddisfazioni. Potrebbe persino vincere il circuito della “Scuderia” perché è proprio il “sòla” perfetto per riuscirci».
Lei è tra i giudici più emotivi. Cosa la commuove di certe esibizioni e perché? «Sì, la mia emotività esce perché quando sono lì, su quella poltrona, mi dimentico che non sono sulla poltrona o sul divano di casa mia. Io semplicemente in quel momento sono l’italiano medio che guarda la televisione. Quando c’è una storia o una persona per la quale vale la pena commuoversi, non me ne vergogno e invito tutti quanti i vostri lettori a non vergognarsi di essere teneri e a sapersi emozionare».
Ha un talento che le farebbe vincere a mani basse “Tú sí que vales”? «Eh già, un mio talento che potrebbe farmi vincere “Tú sí que vales”…? Oggi come cantante imitatore di Zucchero, per esempio, non sarei male. In gioventù ve ne avrei citati parecchi altri di talenti, provate a chiedere in giro nel quartiere in cui abito e vi diranno che potrei vincere a... Scala 40!».
Rudy Zerbi: «Il talento? Quando c’è, è così evidente che lo riconosci subito»
Cos’è per lei il talento e da cosa lo riconosce? «A dir la verità il talento non va riconosciuto, non serve una dote speciale per individuarlo perché quando c’è è talmente evidente ed emozionante che si comunica da solo».
Cosa riesce a farla emozionare ancora di questo programma, dopo tutti questi anni? «Il momento in cui il concorrente entra in scena: tu non sai cosa farà, inizia l’esibizione e ti arriva un’emozione che non ti aspetti, di divertimento, di straordinario valore o una risata o anche un disappunto, ma sempre un’emozione. Quel momento in cui il concorrente entra e scopri cosa farà è un’emozione che non finisce mai, anno dopo anno si rinnova e continua a sorprendermi».
C’è una caratteristica degli altri giudici che vorrebbe avere anche lei? «Da Maria vorrei prendere la capacità incredibile di osservare tra le sfumature, tra le piccole pieghe di ogni storia, di ogni concorrente. Da Gerry mi piacerebbe prendere la capacità di entusiasmarsi, emozionarsi ogni volta come se fosse la prima, nonostante i tanti anni di esperienza. Di Teo mi piacerebbe avere quell’ironia a volte un po’ cinica che gli permette di poter dire qualsiasi cosa a chiunque, ma di strappare sempre un sorriso e una risata. Di Sabrina mi piacerebbe avere quella meravigliosa spontaneità che le permette di poter esprimere qualsiasi cosa le passi per la testa come se fosse non un giudice ma uno spettatore che segue il programma da casa».
Teo Mammucari: «Meglio apparire cinico in tv che sembrarlo nella vita»
Cosa ama di questo programma e cosa le ha dato in tutti questi anni? «È l’unico programma che miscela sapientemente tutti i diversi tipi di talento e lo fa con una macchina produttiva che non ha eguali in tv. Oltre alla stima professionale che nutro per gli altri giudici, ho la fortuna di aver approfondito la loro conoscenza dal punto di vista umano e personale. Essere stato chiamato da Maria De Filippi mi ha lusingato e reso felice».
Ha cambiato in questi anni il suo modo di esprimere i giudizi verso i concorrenti? «Ho avuto tante esperienze diverse sui palchi televisivi e teatrali. Da sempre cerco di esprimere il mio parere senza filtri e senza farmi condizionare da quello che dicono gli altri. I giudizi mutano a seconda del contesto in cui ti trovi e di certo la coerenza è materia per chi non ha idee. La vera magia è dimenticare di avere davanti un concorrente».
Lei è forse il più cinico tra i giudici. Invece nella vita privata quando viene fuori tutta la tua tenerezza? «Ogni volta che lavoro su un format, uso l’atteggiamento giusto per favorire il programma e la squadra con cui lavoro. Per esempio, quando conducevo “Velone” tutti mi dicevano: “Che carino che sei con le persone anziane”. Quello che si vede sul palco non è mai la persona ma l’artista e io preferisco sicuramente apparire cinico in tv piuttosto che nella vita».
Sabato 9 dicembre conosceremo il vincitore del talent: l’appuntamento è come sempre su Canale 5, dove i finalisti si sfideranno un’ultima volta per conquistare la vittoria e il premio di 100.000 euro
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