Da trent'anni l'appuntamento con «Un giorno in pretura» è il sabato sera in seconda serata «Sulla terza rete», per dirla con le parole di Roberta Petrelluzzi che è alla conduzione e alla regia anche della stagione primaverile 2018. È il programma più longevo di Rai3, canale sul quale ha debuttato il 18 gennaio del 1998. Soprattutto a partire dagli Anni 90 ha iniziato a occuparsi meno di casi minori per concentrarsi più all'approfondimento giornalistico, andando a riprendere i processi nelle aule di tribunale più infiammate d'Italia.
Dal maxiprocesso a Cosa Nostra a Tangentopoli, passando per il caso Avetrana (trattato anche da Franca Leosini nelle nuove puntate di «Storie maledette») e quello del mostro di Firenze, dal caso Cucchi a quello di Federico Aldrovandi nessun aula è scampata alle telecamere del team di Roberta Petrelluzzi.
17/23 marzo - Un uomo col casco
«Un giorno in pretura» riparte dalla corte d'Assise di Torino, presieduta dal Dottor Pietro Capello, e dall'omicidio del 2012 di Alberto Musy, consigliere comunale dell'Udc, vittima di un agguato sotto casa sua.
Erano le otto del mattino del 21 marzo 2012 quando un uomo col volto coperto da un casco riesce a farsi aprire il portone di un palazzo del centro di Torino. Dice di dover consegnare un pacco, ma poco dopo cinque colpi di pistola colpiscono Alberto Musy, avvocato di 44 anni appena rientrato a casa dopo aver accompagnato le quattro figlie a scuola. Si spegnerà in ospedale dopo 19 mesi di coma.
Un uomo perbene che divideva la propria vita tra il lavoro di avvocato, l'insegnamento all'Università di Novara e la carica di consigliere comunale. Le indagini si concentrano quindi sull'impegno politico, alla ricerca di qualche iniziativa di Musy che abbia potuto dar fastidio alla malavita di Torino. Questo finché alcuni suoi collaboratori non raccontano di screzi con un ragioniere calabrese che era nella sua stessa lista civica. Viene così arrestato Francesco Furchì che oggi si difende dall'accusa di omicidio volontario.
31 marzo e 6 aprile - La passione di Dj Fabo
Il Parlamento Italiano ha approvato nel 2018 la legge sul biotestamento, in vigore da fine gennaio di quest'anno. Prima che ciò succedesse, però, il tribunale di Milano metteva sotto processo Marco Cappato, esponente del Partito Radicale molto impegnato sui diritti civili.
L'accusa era quella di aver agevolato l'intento suicidiario di Dj Fabo, al secolo Fabiano Antoniani, rimasto cieco e tetraplegico in seguito a un incidente stradale. Dopo più di due anni in queste condizioni, il 25 febbraio 2017 è stato accompagnato da Cappato in una clinica in Svizzera, dove è morto. Tra le persone che hanno raccontato in aula di come la morte per lui sia stata una liberazione e una vittoria quelle che gli erano più vicine: la madre e la fidanzata.
14 aprile - I diari di Eva
A Busto Arsizio (Varese), Eva Sacconago, 27 anni, viene trovata impiccata nella propria abitazione. Inizialmente si ipotizza il suicidio, ma le indagini portano ben presto all'incriminazione di suor Mariangela Farè per violenza, stalking e molestie sessuali. Tutto comincia in oratorio, quando la ragazza ha solo 15 anni.
Domenica 27 ottobre torna su Raitre con nove puntate dedicate a cinque processi. Com’è sempre stato dal gennaio del 1988, entreremo nelle aule dei tribunali accompagnati dall'anima e guida della trasmissione