L'attore ci fa da guida d’eccezione nelle città d’arte alla ricerca dei capolavori nascosti. Dal 29 dicembre in prima serata su Canale 5

Oltre a interpretare Alberto nella fiction dei “Fratelli Caputo”, dal 29 dicembre Cesare Bocci veste i panni del divulgatore di splendide opere d’arte nella nuova edizione di “Viaggio nella Grande Bellezza”, documentario-evento in prima serata su Canale 5. Dopo il successo della tappa d’esordio dedicata al Vaticano, stavolta l’attore ci fa da guida d’eccezione in un percorso in sei puntate realizzato da Rti, in collaborazione con RealLife Television e la regia di Roberto Burchielli. Si parte con lo speciale “Nativity: il Natale nell’arte” per proseguire più in là con altri appuntamenti dedicati alle città di Roma, Torino, Venezia, Assisi, Orvieto e con una serata sul genio di Leonardo da Vinci.
Immagini spettacolari
«Mi sono avvicinato ai capolavori dell’arte italiana con l’entusiasmo del neofita» commenta Bocci. «Anche se mia moglie Daniela di professione è una grafica e insieme abbiamo sempre insegnato a nostra figlia Mia ad amare l’arte portandola spesso alle mostre, in tv non ho mai il piglio dell’esperto. E quando dalla troupe arrivavano i complimenti: “Come sei bravo a condurre!” dentro di me pensavo che era tutto merito del mio stupore di fronte a opere che vedevo per la prima volta, oppure in condizioni uniche, da solo o di notte». Realizzata con droni e con tre camere ad alta definizione di ultima generazione, “Viaggio nella Grande Bellezza” regala agli spettatori punti di osservazione inediti e scorci meravigliosi. «Abbiamo girato più di 100 ore a puntata e poi nel montaggio è stato selezionato il meglio per una durata di due ore circa per serata» dice Bocci.
Opere uniche
«Non saprei fare una classifica dei dipinti o delle sculture che mi hanno colpito di più» ammette l’attore. «Sono rimasto stupefatto dall’espressività e dalla grazia del “Cristo velato”, conservato nella Cappella Sansevero a Napoli, e dalla tecnica pazzesca usata dallo scultore Giuseppe Sanmartino nel 1753. La facciamo vedere nella prima puntata dedicata alla Natività, perché questa ripercorre l’intera vita di Gesù, dalla nascita agli ultimi istanti. Avevo gli occhi lucidi di commozione anche di fronte alla “Maestà” di Duccio di Buoninsegna a Siena. Ho provato tenerezza guardando l’immagine più antica di Maria nelle catacombe di Priscilla: un piccolo disegno che esprime la grande fede dei primi cristiani. Poi mi sono divertito ad andare a “caccia” delle Madonnelle prodigiose, le edicole dedicate alla Vergine collocate negli angoli più segreti dei palazzi di Roma. E mi sono accostato con umiltà alle due magnifiche versioni dell’Adorazione dei Magi di Giotto, una ad Assisi, in Umbria, e l’altra a Padova». Con la gioia di un bambino, infine, Bocci descrive un presepe napoletano di oltre 800 pezzi, che per molti è il più bello del mondo. «Quello ottocentesco creato da Michele Cuciniello, un grandissimo collezionista di pastori, che occupa una stanza enorme al museo di San Martino. Dentro c’è tutto quello che da piccolo sognavo ci fosse in un presepe, un lavoro incredibile che trasmette la magia delle Feste».