Per oltre 60 anni le “Signorine Buonasera” sono state presenze familiari nelle case degli italiani. Passavano le stagioni, cambiavano i personaggi e i titoli delle trasmissioni, ma loro erano sempre lì, ad annunciare i programmi delle varie reti.
Icone di stile, fidanzate immaginarie, mogli ideali, modelli di comportamento. Tuttavia oggi la loro presenza è stata definitivamente cancellata dalla tecnologia. Molti se le ricordano nostalgicamente, altri, più giovani, non le hanno mai viste sul piccolo schermo.
Un libro appena uscito, “Le Signorine Buonasera” di Michele Vanossi (Gribaudo, 14,90 euro), rende loro merito e giusta collocazione nella storia della tv italiana. Dalle pagine colorate, piene di testimonianze dirette e indirette, si viene a sapere che le annunciatrici Rai erano inquadrate come impiegate, “8 ore e 35 minuti al giorno (mezz’ora era dedicata alla pausa pranzo)”, erano delle turniste e dovevano timbrare il cartellino.
Tra le curiosità: “L’azienda riconosceva, una volta la settimana, la riduzione oraria di 2 ore e 30 minuti, permessa in entrata o in uscita, per recarci dal parrucchiere”. Oltre a una perfetta dizione erano richiesti “un comportamento gentile e riservato e un look sobrio e castigato”. Veniva suggerito di non indossare alcuni colori, come il verde e il bianco perché “sparavano”, e, ovviamente per scaramanzia, era sconsigliato pure il viola. Gli annunci più importanti, che si contendevano l’un l’altra, erano quelli prima del telegiornale, quelli delle partite, del Festival di Sanremo, degli show del sabato sera o quelli a reti unificate (come a Capodanno). Ma la carrellata di aneddoti, foto, ricordi e spunti è lunga. Eccone un assaggio.
Le influencer dei tempi
Michele Vanossi, come è nata l’idea di fare un libro sulle “Signorine Buonasera”? «Nel 2016 la Rai ha deciso di cancellare dai palinsesti queste figure, due anni dopo lo ha fatto pure Mediaset, e quello è stato l’input che mi ha spinto a raccontare le loro storie. Sin da ragazzino ero incuriosito da queste donne che apparivano e sparivano dopo pochi minuti, sempre gentili e rassicuranti, belle ma non aggressive».
Come raccontarle a chi non le ha mai viste in tv? «Sono state le influencer dei tempi, non esistevano i social ma c’erano i rotocalchi. Erano il biglietto da visita delle televisioni, il legame tra l’azienda e lo spettatore e tra lo spettatore e il programma. Hanno contribuito a diffondere programmi di successo».
Era fatale la loro sparizione? «Ora c’è la tv on demand, non è più necessario che venga annunciato un programma, si può fruirne come e quando si vuole. Ci sono i rulli e la grafica con le informazioni per ogni programma, ma manca il lato umano. La tv si è un po’ spersonalizzata, manca di gentilezza».
Nicoletta Orsomando - in onda dal 1953 al 1993
Fu assunta il 22 ottobre 1953. I requisiti richiesti erano: diploma di scuola media superiore, conoscenza di quattro lingue, notevole cultura generale e dizione perfetta. Decana delle annunciatrici, nel 1957 condusse con Nunzio Filogamo e le attrici Marisa Allasio e Fiorella Mari, il Festival di Sanremo. Nel 1968 fu la prima donna a leggere il telegiornale: dopo un po’ di tempo venne sollevata dall’incarico perché «non aveva nessuna spintarella politica» come le disse Willy De Luca, all’epoca direttore del Tg1.
Rosanna Vaudetti - in onda dal 1961 al 1998
Fu soprannominata da Alberto Sordi “Vaudetti annunci perfetti”. Tra i suoi ricordi: «Per conoscere la pronuncia dei nomi di alcuni personaggi spesso ci siamo rivolte alle Ambasciate... Appena entrate in Rai abbiamo seguito un corso di trucco, perché avremmo dovuto provvedervi da sole». Ricevette il testamento olografo di un ammiratore che le lasciava ogni avere perché «aveva trascorso più tempo con me (seppure in modo virtuale, nel suo televisore) che con i suoi parenti». Lei lo ignorò.
Maria Grazia Picchetti - in onda dal 1961 al 1997
Per via del suo sguardo altero era soprannominata “occhi di velluto”. Fu lei ad annunciare il 1° febbraio 1977 un cambiamento epocale: l’inizio delle trasmissioni a colori dopo cinque anni di sperimentazioni. Annuncio che, paradossalmente, andò in onda in bianco e nero! Alberto Sordi andò a trovarla a casa per proporle la parte della moglie in “Finché c’è guerra c’è speranza” (1974). Lei non accettò: «Avrebbe significato assentarsi da casa e dal lavoro per nove mesi». E il ruolo fu poi di Silvia Monti.
Mariolina Cannuli - in onda dal 1961 al 1994
Per lo sguardo penetrante e la voce roca era considerata l’annunciatrice più sensuale della tv. Rivela: «Ho ricevuto parecchie lettere di richiamo perché mi piaceva indossare orecchini e accessori vistosi o eccentrici». Era così popolare che Alighiero Noschese la imitò nel 1969 durante il programma “Doppia coppia”. Fu lei a insegnare dizione alle annunciatrici (Emanuela Folliero, Gabriella Golia), alle conduttrici (Patrizia Rossetti, Licia Colò) e alla giornalista Didi Leoni dell’allora Fininvest.
Emanuela Folliero - in onda dal 1990 al 2018
Partecipò a un programma Rai con Jocelyn, così Gianna Tani (responsabile casting per Fininvest) la notò e la chiamò alle selezioni per annunciatrici: «Eravamo circa 110». Fu scelta. Durante la Guerra del Golfo «per mesi sostai giorno e notte negli studi Toc (Technology Operative Center) di Segrate presidiati per sicurezza dai militari, poiché Fininvest aveva ricevuto delle minacce». Nel 2003 posò per il calendario di un mensile che fu tra i più venduti: «E pensare che credevo non lo volesse comprare nessuno!».
Marina Morgan - in onda dal 1975 al 2002
Morgan era un nome d’arte (il suo cognome era Meucci). Era l’unica a imparare tutti i testi degli annunci a memoria, compresi i riassunti delle puntate precedenti, e per questo la chiamavano “Pico della Mirandola”. Tra i suoi ricordi: «Fui contattata dal regista Tinto Brass. Mi propose il ruolo di protagonista nel film “La chiave”». Lei rifiutò. Fu ripresa dalla Rai perché indossava magliette con foto di cani e gatti: «Pensavano che pubblicizzassi chissà quale marchio». E invece era una campagna anti-abbandono.
Maria Giovanna Elmi - in onda dal 1968 al 1988
Nel programma per bambini “Il dirigibile”, alla fine degli Anni 70, si guadagnò il soprannome di “Fatina della tv”. Una sera, a cena in un ristorante romano, incontrò Audrey Hepburn che le chiese l’autografo: «Visto il mio imbarazzo, la mia incredulità e il mio stupore, aggiunse che era “per il suo bambino, Luca, che mi seguiva sempre in tv”». Nel 1981 nella trasmissione “Flash” di Mike Bongiorno fu dichiarata in un sondaggio della Doxa la più amata delle annunciatrici Rai (con il 40% di indice di gradimento).
Gabriella Golia - in onda dal 1982 al 2002
A volerla fu lo stesso Silvio Berlusconi. «Mi telefonava per convincermi a passare a quella che sarebbe stata Italia 1. Ricordo che mi recai perfino in via Rovani (allora sede della direzione Fininvest), dove con orgoglio e competenza Berlusconi mi mostrava i dati di ascolto dei programmi televisivi che andavano in onda sulle sue nuove reti». Di lei resta memorabile l’annuncio che fece durante il programma “Uno per tutti”: «Con le lacrime agli occhi annunciai che stavo per diventare mamma».
Fiorella Pierobon - in onda dal 1984 al 2003
Esordì a 17 anni conducendo sull’emittente Telealtomilanese la rubrica “Tutto uncinetto” all’interno del programma “La ciperita” di Raffaele Pisu. Arrivò a Canale 5 nel 1984 dove sostituì Eleonora Brigliadori come annunciatrice. Rimase in carica per quasi vent’anni comparendo in video cinque volte al giorno. Da più di dieci anni vive a Nizza dove dipinge e ha un atelier: «Ho realizzato oltre 400 opere, molte vendute e sparse nel mondo».
Alessandra Canale - in onda dal 1983 al 2016
Famosa per l’annuncio in lacrime del 20 settembre 2003 su Raidue: «Signore e signori buonasera, questo è il mio ultimo annuncio, forse, non per mia volontà ma per una decisione degli attuali vertici aziendali, per altro da me non condivisa... Arrivederci da Alessandra Canale e vi voglio bene a tutti!». L’azienda aveva deciso la sostituzione delle storiche “Signorine Buonasera” con nuove leve. Poi tornò dal 2010 al 2016.
Quando ancora in tv c’erano le annunciatrici, era uno dei volti (e delle voci) più amati della Rai. Ora è opinionista di "Italia Sì!" e racconta curiosità e retroscena della sua carriera