Domenica 21 novembre dovremmo guardare la televisione con un briciolo di attenzione e consapevolezza in più: sarà il 25° World Television Day
Domenica 21 novembre dovremmo guardare la televisione con un briciolo di attenzione e consapevolezza in più: sarà il 25° World Television Day. L’Onu ha istituito questa Giornata mondiale nel 1996, all’indomani del primo Forum internazionale dedicato alla tv come simbolo della comunicazione globale. E non è un simbolo passato di moda: in tanta parte di mondo, infatti, il web è ancora qualcosa di raro. Il nostro omaggio alla televisione, dunque, è una passeggiata tra tecnologia e creatività, ricordi e scenari futuri, nella storia dell’oggetto che la incarna: il buon vecchio televisore, che continua a farci compagnia. Anche se, magari, solo come video per navigare in Rete.
Il papà
L’ingegnere scozzese John Logie Baird fece la prima trasmissione a distanza di un’immagine in movimento in pubblico il 26 gennaio 1926: 20 persone videro il volto della sua socia Daisy Gandy, che era in un’altra stanza del suo laboratorio; l’immagine era grande metà di uno smartphone. Baird era già riuscito a trasmettere immagini nel 1925, ma nel segreto del suo laboratorio, iniziando con quelle di due pupazzi. La prima trasmissione in Italia fu fatta il 28 febbraio 1929 a Milano.
L’esperto aggiunge… Gli esperimenti iniziarono nell’Ottocento. La svolta nel 1883: il tedesco Paul Nipkow ideò un disco “bucherellato” per scomporre le immagini. Baird partì proprio da quel disco.
C'era un tubo
Il televisore di Baird era “elettromeccanico”. Nel 1927 l’americano Philo Farnsworth ne realizzò uno solo elettronico utilizzando un primitivo tubo catodico. Il “tubo” sarà per decenni il misterioso cuore dei televisori, quella “gobba” la cui rottura era il disastro supremo.
L’esperto aggiunge… I televisori senza tubo catodico (a cristalli liquidi, al plasma…) arrivano in Europa negli Anni 90: sottili come quadri e, oggi, anche arrotolabili.
Il brutto della diretta
La televisione ha trasmesso solo in diretta fino al 1956, quando negli Stati Uniti è apparso il primo videoregistratore realizzato dalla Ampex.
L’esperto aggiunge… Il videoregistratore non sconfigge solo l’obbligo della diretta: è il primo passo verso la tv fai da te di oggi, in cui ognuno può decidere di vedere una trasmissione quando vuole.
La comodità
Il telecomando è il simbolo per eccellenza della comodità. È un’invenzione americana. Il primo fu messo in commercio nel 1950: era collegato al televisore con un filo, si chiamava “Lazy bones” (“Pigroni”…) e faceva tre cose: accendere e spegnere, cambiare canale e fare inciampare nel filo… Infatti dal 1955 si imposero i telecomandi senza filo. In Italia fino agli Anni 70 si è usato solo il telecomando... umano: a spegnere o “cambiare” pensavano il piccolo di casa o il “capofamiglia”.
L’esperto aggiunge… Oggi i telecomandi non hanno più limiti: possono gestire anche la navigazione in Internet in una smart tv, mentre quelli universali si adattano a ogni apparecchio, nel caso si danneggi quello “originale”.
Alcune immagini non si vedono più
Non è vero che oggi in tv possiamo vedere tutto. Certe immagini ci hanno salutato per sempre: il monoscopio, le sigle di apertura e chiusura delle trasmissioni, il triangolino bianco che indicava l’inizio di una trasmissione sull’altro canale… Monoscopio e sigle sono scomparsi con l’avvio delle trasmissioni 24 ore su 24; il triangolo se n’è andato quando i canali a disposizione degli italiani sono diventati più di due.
L’esperto aggiunge… Il monoscopio non è del tutto scomparso! Si ritrova, infatti, sui monitor delle regie televisive nei momenti di attesa o di chiusura di collegamenti con postazioni esterne.
Un mondo a colori
Se rivedere un programma in bianco e nero vi fa venire un tuffo al cuore, è possibile che abbiate vissuto nei lunghi anni in cui la tv a colori era fantascienza. E magari avrete sognato di applicare al televisore certi fenomenali schermi di plastica colorati (azzurro, rosso, verde) che davano risultati orrendi… Un’esperienza raccontata anche in “Una questione d’onore”, episodio della prima stagione di “Happy days”: che delusione per i Cunningham!
L’esperto aggiunge… Lo schermo colorato dava un’illusione ottica. I primi tv color sono apparsi nel 1953. In Italia le trasmissioni a colori sono partite solo nel 1977, ma gli esperimenti erano iniziati nel 1961.
La versione da picnic
Un altro sogno molto Anni 60 e 70: usare il televisore dappertutto, magari anche a un picnic… Se il problema dell’alimentazione era superabile (con pile o collegamenti alla batteria dell’auto), ben altra sfida sostenevano le antennine incorporate o quelle supplementari. Una sfida quasi sempre persa.
L’esperto aggiunge… Quelle antennine erano utili soprattutto in casa, in tempi in cui non tutti i condomini avevano l’antenna centralizzata. Oggi il segnale arriva anche via parabola, cavo o Internet.
Prima visione
Qual è stata la prima trasmissione “vera”? Non c’è una certezza assoluta. Secondo molti fu “The queen’s messenger” (“Il messaggero della regina”), una storia di spionaggio di circa 40 minuti, trasmessa negli Usa nel 1928 per pochi apparecchi. Su YouTube se ne vedono alcuni secondi.
L’esperto aggiunge… Il primo programma “regolare” in Italia fu lo show “Arrivi e partenze”, condotto da Mike Bongiorno e Armando Pizzo, e trasmesso dal 3 gennaio 1954 (per circa 80 mila televisori).
Cosa vuol dire RAI?
Rai è una sigla: dall’aprile 1954 va interpretata come Radiotelevisione italiana, ma era nata nel 1944 come Radio audizioni italiane ed era l’ultima incarnazione della società unica che gestiva le trasmissioni radiofoniche iniziate nel 1923 da diverse compagnie confluite nel 1924 nella Uri (Unione radiofonica italiana), diventata Eiar (Ente italiano per le audizioni radiofoniche) nel 1927.
L’esperto aggiunge… Alla fine della Seconda guerra mondiale in Italia esistevano appena una dozzina di trasmettitori dedicati alla radio. Oggi la sola tv arriva nelle nostre case da circa 4.600 torri di emissione, ognuna delle quali può “reggere” più trasmettitori.
Il centrino, l'abat-jour...
Il televisore nacque come mobile da salotto. Da qui l’idea di “abbigliarlo” per renderlo più elegante e funzionale: un centrino lo proteggeva anche dalla polvere; accendere l’abat-jour posata sopra aiutava a non affaticare la vista (ed era un’attenzione utile…).
L’esperto aggiunge… Sui televisori super sottili le abat-jour non ci stanno. Ma ci sono modelli che proiettano luce soffusa.