Tre coppie di perfetti sconosciuti sono pronte a convolare a nozze

Tre coppie di perfetti sconosciuti, selezionate tra migliaia di aspiranti sposi, sono pronte a convolare a nozze. E dopo un mese di convivenza decideranno se stare insieme o lasciarsi. Succede in "Matrimonio a prima vista Italia", al via su Real Time l’8 marzo, che in questa edizione presenta una novità: le spose si presenteranno insieme all’altare e, solo dopo aver visto tutti i pretendenti, scopriranno chi dei tre sarà il proprio futuro marito. Ad assisterli in questa avventura, il sociologo Mario Abis, il life coach Andrea Favetto e la terapista di coppia Nada Loffredi, con la quale, ne abbiamo approfittato, parliamo di amore e di relazioni.
Quali sono le maggiori difficoltà nel mettere insieme le coppie?
«I criteri di selezione sono tanti: la personalità, le motivazioni, i valori in cui credono, la disponibilità all’ascolto e al compromesso... Ma soprattutto vogliamo scardinare un comportamento generalizzato: basarsi sulla prima impressione, sull’aspetto estetico, sul colpo di fulmine. L’innamoramento spesso viene confuso con l’amore e per questo molte relazioni non funzionano».
Prima delle nozze, i giovani vivranno insieme qualche giorno confidandosi dubbi e paure. Quali sono i timori nell’affrontare la vita a due?
«Il timore della vera intimità, nel senso di fidarsi e affidarsi all’altro, poi la paura di essere delusi, abbandonati e di perdere se stessi».
Come instaurare un rapporto duraturo?
«Partendo dall’idea che stare insieme implica impegno ed è faticoso. Quindi essere pronti ad affrontare le difficoltà. Poi instaurare un’intimità psicologica e infine un’intesa sessuale. Insomma, bisognerebbe stravolgere le priorità a cui siamo abituati: si pensa che al primo posto ci sia la sessualità e che tutto debba filare liscio, così al primo ostacolo si molla tutto e si passa ad altro».
Le conseguenze?
«Così si tende a cercare sempre lo stesso tipo di partner e a commettere gli stessi errori. Invece bisogna guardare dentro se stessi, fare lo sforzo di modificare il proprio attaccamento verso l’altro, sperimentando un nuovo modo di vivere emozioni e affettività».