Ambra Angiolini: «I miei primi 40 anni li festeggio con voi»

Oggi è giudice di «Amici» e ha un film nelle sale, ma alle spalle ha mille vite artistiche: «Più che un’attrice, sono una fantasista». Il racconto a Sorrisi della sua straordinaria carriera

Ambra Angiolini è nata a Roma il 22 aprile 1977. Oltre a cinema e tv, ha recitato in diversi spettacoli teatrali e condotto molti show radiofonici  Credit: © Andrea Ciccalè / Photomovie
22 Aprile 2017 alle 09:00

«Oggi pomeriggio ero sul set ma non riuscivo a smettere di guardare le foto scattate per questa intervista» ci racconta Ambra. La incontriamo a Roma, dopo una giornata di riprese del film «Terapia di coppia per amanti». «Mentre giravamo una scena tenevo il cellulare sotto una gamba di nascosto come un'alunna indisciplinata!». Dopo pochi minuti, mentre ci avviciniamo in uno dei suoi ristoranti preferiti, continua a guardare entusiasta le foto sul suo telefono. «Vanno bene le copertine con gli abiti di alta moda, certo, ma la donna che vedete in queste immagini sono davvero io». Il 22 aprile Ambra compie 40 anni. «Ma ci credete che avrò festeggiato due compleanni in tutta la mia vita? E che erano pure feste a sorpresa?» spiega divertita. «Penso proprio che festeggerò solo con voi di Sorrisi». Divisa tra i figli Jolanda e Leonardo, il set romano e il ruolo di giudice ad «Amici», oggi è pronta a raccontarci la storia eccezionale di una bambina diventata (e poi rimasta) una star.

Molti pensano che Ambra abbia cominciato a fare tv a «Non è la Rai».
«No, a 13 anni ero già apparsa in tv a ?Fantastico? su Raiuno, ma quasi non mi si è vista. Considero il mio vero esordio ?Bulli e Pupe? nel 1992. Era una gara canora condotta da Paolo Bonolis. Canora tra virgolette: non cantavo davvero ed era una situazione surreale! (Ride)».
In che senso?
«Ero una normalissima bambina di Palmarola, una frazione a 30 minuti da Roma. A 5 anni ho cominciato a fare danza classica e dopo molti anni di studio mi sono presentata a un provino per la tv. Immaginate un'aspirante ballerina classica cresciuta in una scuola di suore che si ritrova a cantare in playback ?Poster? di Claudio Baglioni».
Però già in quell'occasione tutti facevano il tifo per lei.
«No, non credo! Non avevo nemmeno un contratto a lungo termine, e anche quando pochi mesi dopo sono arrivata a ?Non è la Rai? ero solo lì a ?fare numero? con tante altre ragazze».

Ma poi è arrivata la popolarità.
«Sì, come un petardo che scoppia. Quando ho preso in mano la conduzione di ?Non è la Rai? non potevo più girare per strada come i miei coetanei. Tutto quello che c'era prima nella mia vita all'improvviso non c'era più».
Nel 1994 vinse un Telegatto come «Personaggio rivelazione».
«Lo ricordo bene: ero vestita come alla prima Comunione. Lo conserva gelosamente mia madre. Non sono contenta che i miei figli chiedano cosa sia quel gatto dorato. Vorrei che tornassero i Telegatti anche solo per far capire loro l'importanza che avevano per chi fa televisione».
La «bolla» del primo successo quanto è durata?
«Più o meno fino ai miei 20 anni. Nel 1996, subito dopo la fine di ?Non è la Rai? mi sono ritrovata a condurre il Dopofestival grazie a Pippo Baudo. La mia presenza era diventata un caso di Stato, mi attaccarono duramente. Ma ero arrivata corazzata: la scuola di Gianni Boncompagni mi aveva insegnato ad avere riflessi pronti e la battuta facile. Lui mi diceva sempre: ?Mostra il tuo punto di vista sulle cose, sempre e comunque. Fregatene di quello che vedono gli altri?».
In quegli anni ha lavorato anche in Mediaset come conduttrice di programmi musicali come «Generazione X» e la nostra «Super».
«Era un ambiente che avevo frequentato perché in quegli anni ?T'appartengo? stava ottenendo un grande successo anche fuori dall'Italia. Penso che quel brano abbia venduto più in America Latina che qua, e senza alcun appoggio televisivo».
Che ricordi ha dei personaggi che incontrò in quegli anni?
«A ?Non è la Rai? mi era capitato di incontrare i Take That, ma poi ho davvero fatto di tutto. A Londra ho intervistato George Michael, era molto divertito e rilassato perché mi sono presentata come una vera fan, non come una giornalista. Adriano Celentano ha realizzato con me un'intervista durata quattro giorni di riprese. Su Raitre, in una puntata di ?Milano/Roma? del 1997, ho viaggiato con Dario Fo nel giorno in cui scoprì di aver vinto il premio Nobel. Raccontato oggi sembra incredibile».
Oggi una ragazza giovane non avrebbe così tante opportunità.
«Ma in quel periodo non c'era nessun'altra ragazza della mia età che facesse quel genere di cose. Tante opportunità sono arrivate perché il mio ?personaggino strano? era sempre una provocazione. Ero l'inconsapevole protagonista di un talent show: venivo inserita nei contesti più disparati, era curioso vedere come potesse reagire una ragazza a tratti sprovveduta dentro cose più grandi di lei».
E il salto nella recitazione?
«È avvenuto un po' per caso: le cose nella mia vita non me le sono mai andate troppo a cercare, sono accadute e basta. Più volte nella vita mi sono sentita come un peluche pescato dalla macchinetta a gettoni delle giostre. La monetina, in quel caso, l'ha puntata Ferzan Ozpetek».
Quando l'ha conosciuto?
«Nel 2005 conducevo con Michele Mirabella ?Cominciamo bene estate? su Raitre. Era strano chiacchierare di temi come le pensioni e le assicurazioni, ma la nostra dialettica era fenomenale. Quello stesso anno Michele e io abbiamo presentato il Premio Rodolfo Valentino, e tra gli ospiti c'erano Ferzan Ozpetek e Dario Argento, due miti assoluti per me».
L'ha notata in quell'occasione?
«Macché. Ero lì a fare domande di altissimo tenore, come chiedere a Luca Zingaretti se fosse ingrassato. Sul mio copione c'era una domanda sciocca per ogni ospite, ma quando è arrivato il loro turno non ho detto una parola. Li rispettavo troppo, non riuscivo nemmeno ad avvicinarmi. Avevo già rovinato il mondo della musica, non volevo rovinare anche quello del cinema! (Ride)».
Quando è arrivata la chiamata di Ozpetek?
«Avevo saputo da due giorni di essere incinta di Leonardo. Lui provava a contattarmi, mi lasciava i messaggi in segreteria e io non rispondevo. Avevo paura. Ai tempi Francesco (Renga, ex compagno di Ambra, ndr) mi convinse a richiamarlo e lui mi parlò del ruolo di Roberta in ?Saturno contro?. Mi rassicurò, dicendo che avrei potuto farlo più avanti. Passò del tempo, pensavo avesse cambiato idea. Mi chiamò pochi giorni dopo il parto per farmi gli auguri, era convinto che fossi io la persona giusta».
Quel film le ha fatto vincere tanti premi, tra cui il David di Donatello. Si era preparata molto per la parte?
«No, e non avrei potuto farlo, la maternità era il mio unico pensiero. Ho semplicemente portato la mia vita, già piuttosto intensa, nelle mani di Ferzan, affidandomi completamente a lui. Quel film mi ha fatto scoprire una parte di me che in tv non si era mai vista: mi ha spogliata di tutta la gigioneria, tirando fuori la mia fragilità».
Da allora non ha più smesso di fare film, uno dietro l'altro.
«Devo molto al cinema perché mi ha tirato fuori dalla tv, c'era il rischio che potessi rimanere intrappolata nel personaggio ?Ambra di Non è la Rai? per sempre, incastrata in un'adolescenza che in fin dei conti non ho nemmeno vissuto. E lo dice una che non rinnega nulla di quello che ha fatto in passato: anzi, l'ho sempre benedetto. La tv ti regala una popolarità che nessun altro mezzo può darti, ma è anche un mezzo dove le etichette affibbiate possono diventare indelebili».
Per questo ha sempre cambiato direzione?
«Sono troppo curiosa per fare sempre le stesse cose e non ho mai voluto darmi una definizione. Più che un'attrice o un personaggio tv mi sento una fantasista, altrimenti non avrei potuto vivere tutte queste vite artistiche in così poco tempo. Rimango pronta a cambiare passo perché sono sempre affascinata dalle novità».
Come si sta trovando ad «Amici» nel ruolo di giudice?
«Mi terrorizza ancora dover giudicare i ragazzi, ma mi sento in una botte di ferro. Se fosse il set di un film, Maria De Filippi sarebbe una regista perfetta. Ha una visione incredibile. Lei ha bisogno di sapere che ci sei, che sei una garanzia, non è necessario scalpitare per ?farsi sentire? in ogni puntata. Mi sto divertendo perché in fondo mi sento una ?mariana? proprio come tutti quelli che seguono e amano ogni giorno i suoi programmi. Mi appassionano le storie delle persone e le trame che si intrecciano e in questo programma ce ne sono tantissime».
A proposito, cosa ne pensa dell'allontanamento di Morgan?
«Lui è un artista che ama gli eccessi ed è uno ?scombinato? nella vita, ma si comporta in buona fede. Ha fatto con i ragazzi quello fa ogni giorno con se stesso. Destruttura tutto e tutti. Ha fatto bene a metterli sull'attenti per evitare che pensassero di sentirsi già arrivati, io lo so perché è successo anche a me da piccola. Ma questi ragazzi non hanno gli strumenti per ricomporre i pezzi e dopo alcune settimane non li riconoscevo più. Questo epilogo in fondo lo avevo già immaginato due puntate fa: quando sei sempre a mille, superi un limite che può diventare un problema per tutti».
Quando incontra un concorrente come Thomas, che ha circa l'età del suo primo successo, cosa vede?
«Vedo un ragazzo magnifico che di fronte a qualsiasi difficoltà rimane in piedi. Le nuove generazioni sono straordinarie, a quell'età crescono di settimana in settimana. I giovani non vanno demonizzati. Bisogna ascoltarli. La difficoltà di chi partecipa a un talent oggi è poter emergere in un mercato che è ormai saturo. Quando ho iniziato io bastava essere un po' speciali, oggi bisogna essere unici».
Quali sono i suoi desideri artistici per i prossimi 10 anni?
«Ho vissuto così tante vite in questi 40 anni che non nutro sogni particolari di carriera. Ci sono tante cose che voglio fare, ma non le scrivo in liste e non le metto in agenda. Oggi intravedo una sola costante: il teatro. E vedo un futuro nel cinema con ruoli adatti a una donna della mia età. Ma le scelte cardine della mia vita le ho già fatte quasi tutte, forse perché io a 30 anni nella testa me ne sentivo già 10 in più».
E dal punto di vista personale, invece?
«Vedo ancora un altro bambino, anche due. Il problema è che a questo punto... non saprei con chi farli (ride). Mi piace l'arrampicata, vorrei provare a raggiungere un campo base dell'Everest ora che i miei figli stanno diventando più grandi. Per ora ?ballo? tra Roma e Brescia come una vera pendolare per stare il più possibile accanto a loro. Mi è capitato di finire le riprese, fare sei ore di viaggio in auto solo per addormentarmi con loro, per poi ripartire all'una di notte e tornare a Roma».

La cena è finita e Ambra apre il piano di produzione e il copione per le riprese del giorno dopo. «Mi aspetta una lunga giornata» spiega. «In sala trucco, tutti pronti alle sette e mezza!». Sorride.
Posa il copione nello zaino, se lo mette in spalla e mi sorride ancora. «Grazie per aver festeggiato con me» dice mentre si dirige a piedi verso la sua temporanea casa romana. «Anche se gli auguri e le celebrazioni in anticipo non si dovrebbero fare, adesso di compleanni ne ho festeggiati tre».

Seguici