Amici 16 serale: Morgan divide il pubblico, lui ci spiega perché

Abbiamo incontrato il direttore artistico della squadra bianca, ecco com'è andata

11 Aprile 2017 alle 10:21

«Quando ero il quarto giudice, era tutto più facile. Mi accendevano e mi spegnevano con un interruttore. Adesso, è tutta un'altra storia». Abbiamo incontrato Morgan pochi giorni dopo la puntata andata in onda l'8 aprile del serale di «Amici». Nei panni di direttore artistico dei bianchi sta incontrando delle difficoltà: un po' arrivano da parte dei ragazzi che soprattutto all'inizio vedevano con insofferenza le sue scelte («molto diverse da quelle che erano definite nel percorso del pomeridiano» ci ha poi raccontato Mike Bird) e che oggi, più o meno felicemente, stanno imparando ad accettare.

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La difficoltà maggiore è invece quella con il pubblico dello studio che in più occasioni si è posto in maniera non amichevole e ha risposto con fischi e urla durante le sue narrazioni, quando mostra il suo modo di vivere e spiegare la musica che conosciamo già dai tempi di X Factor. La sua presenza in questo nuovo ruolo ha di certo dato un ritmo diverso al programma, mettendolo molto al centro dell'attenzione. Anche per questo motivo è stato criticato e la polemica che vede Morgan contro il pubblico, non si fermerà nella puntata in onda 15 aprile.

In tutto ciò Morgan non nasconde il suo disappunto. «Quando ho preso per le mani questo ruolo, ho ritenuto fosse una grande responsabilità» racconta «quindi ho sempre cercato di far vedere la mia voglia di condivisione, la mia dolcezza. Ho cercato di essere stimolante e ho ottenuto come risposta una chiusura, anzi, una paralisi. Sono venuto qui per seguire i ragazzi 24 ore su 24, ho dato disponibilità per parlare con loro telefonicamente in qualsiasi momento visto che non vivo vicino agli studi in questo periodo, è una "full immersion" vera per me, quasi ossessiva visto che alle volte non ci dormo la notte».

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Eppure, il pubblico (e a volte anche i ragazzi) fanno fatica ad ascoltare: «Credo di avere da qualche tempo un problema di credibilità in quello che faccio. Ho la sensazione che fino a qualche anno fa tante persone mi seguissero con attenzione anche quando alzavo un sopracciglio. In un mondo parallelo oggi sarei ascoltato con la stessa attenzione e riconosciuta autorevolezza con cui si ascolta Corrado Augias, per dire. Oggi, non è più così».

Ecco perché il suo non essere ascoltato, in alcuni frangenti si trasforma in protesta: «Quando si parla di musica e si fa musica, puoi decidere di farlo sopra un foglio già scritto o sopra un foglio vuoto. Dov'è più facile farsi capire? Io chiedo un po' di silenzio al pubblico perché quelle parole che dico non vengano lette male. Chiedo ai ragazzi di concentrarsi un pochino. E io non posso fare finta di niente, non posso tapparmi il naso quando non c'è voglia di ascoltare».

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