“Amici”, Lorella Cuccarini: «I miei “diamanti grezzi” saranno rockstar»

La docente di canto spiega a Sorrisi come guida i ragazzi in previsione del Serale: «Ci vuole grinta e consapevolezza»

17 Marzo 2022 alle 08:12

Lei non è solo l’unica “prof” nella storia di “Amici” a essere stata chiamata sia alla cattedra di ballo sia di canto, Lorella Cuccarini è riuscita anche a fare un ottimo lavoro in entrambi i ruoli. Il 19 marzo inizia su Canale 5 il Serale e in questi giorni fervono i preparativi per un’edizione memorabile. Cambiano i giovani protagonisti ma non la formula: tornano in giuria Stefano De Martino, Emanuele Filiberto e Stash; sono tre le squadre che si sfidano per evitare l’eliminazione e conquistare la finale.

Lorella, è tutto pronto?
«Quasi! Siamo di corsa perché manca poco e dobbiamo dimostrare che questi sei mesi hanno portato buoni frutti. I ragazzi passano dal ruolo di alunni alla loro prima volta da professionisti. Dovranno mostrare maturità».

Torneranno utili le sue lezioni di “staging”, l’arte di stare sul palco.
«Spero proprio di sì! Con Elena D’Amario abbiamo aiutato i ragazzi a prendere consapevolezza di quel luogo magico. Penso a uno dei miei allievi, Alex: fino al giorno prima di entrare nel talent suonava e cantava in cameretta. La sua grande capacità vocale aiuta ma non basta, stare sul palco non significa ballare. Anche da fermi bisogna apparire “enormi” agli occhi del pubblico».

Quest’anno come va con i suoi colleghi, come mantiene la calma in caso di tensioni?
«A casa ho quattro figli e un marito (ride). Sorrido, mi confronto nel dibattito e vado avanti seguendo i miei alunni e motivandoli».

Lei era molto concentrata sui suoi talenti.
«Totalmente. Non so se ha notato ma questa è stata una delle edizioni con il maggior numero di eliminazioni. I ragazzi sono diamanti grezzi, vanno fatti brillare non solo attraverso le critiche, che pure io ho fatto, ma anche valorizzandoli».

Al Serale farà squadra con Raimondo Todaro, giusto?
«Sì, devo dire che così come lo scorso anno ho trovato sintonia con Arisa, anche con Raimondo abbiamo la stessa visione. Lui con i ragazzi ha un approccio caldo, affettuoso ma anche autorevole. Senza sgomitare, si basa sul buon lavoro in sala prove».

I suoi cantanti sono davvero promettenti.
«Alex, Aisha e Sissi sono molto diversi ma accomunati da una forma di timidezza che sul palco svanisce. Mi fanno capire che sono nati per fare questo nella vita. Sissi non aveva mai studiato canto prima e Aisha ha personalità da vendere, oltre che una voce incredibile. Ma sa con chi sono felice di lavorare al Serale? Con Serena».

Come mai?
«Credo che sia l’emblema di ciò che deve succedere ad “Amici”. Serena è una scommessa vinta, un esempio di impegno e tenacia. Se n'è accorta pure Alessandra Celentano... (ride)».

Quali sono i consigli che sta dando ai ragazzi perché abbiano successo al Serale?
«Il nostro compito è fare in modo che la loro avventura duri il più a lungo possibile, quello dei concorrenti è di dare il massimo. Per farlo, ultimamente uso come esempio il nome del singolo di Sissi, “Danshari”, una disciplina giapponese che si basa sul continuo liberarsi di ciò che è superfluo o, peggio, tossico».

Per esempio?
«Trovo che sia molto utile che non abbiano più a disposizione i cellulari nelle casette. Già la sfida è accesa, i colpi bassi al Serale non mancheranno... non possono aggiungere a questo anche la cattiveria e la superficialità che a volte spunta sui social. Specie se rivolta a giovani artisti che per antonomasia sono tanto sensibili a ciò che li circonda».

Che cosa dice loro di preciso?
«Di mangiare, dormire bene e tenersi concentrati con la giusta dose di disciplina. Questo per me significa amarsi, schermandosi da tutto ciò che possa inquinare un periodo davvero magico della loro vita. Il Serale è una conquista, ma anche un dono da apprezzare fino in fondo».

In questi giorni ricorrono i 25 anni del musical “Grease”, adattamento italiano di cui è stata protagonista. Che ricordi ha?
«Bellissimi. Di quello spettacolo ho fatto 360 repliche e mi sono fermata dopo tre anni perché incinta dei due gemelli. Preparammo tutto quanto in 40 giorni intensi e folli. Dalle finestre del Teatro Nuovo di Milano vedevamo le code occupare tutta piazza San Babila. Ci facevano sentire delle rockstar».

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