Torna nel pomeriggio di Canale 5 l’appuntamento del sabato con «Amici». Il talent condotto da Maria De Filippi parte il 17 novembre e nella prima puntata conosceremo gli alunni di questa edizione e vedremo all’opera i tre temibili professori di canto. L’unico confermato è Rudy Zerbi, nel cast di Amici dal 2010, che dice: «Gli ingredienti che propongo sono gli stessi da sempre, ovvero grande serietà assieme a tanto divertimento. Il mio segreto è non perdere mai di vista lo spirito pop di cui vado fiero. Mi affeziono ai ragazzi ma ho uno sguardo distaccato, mi metto nei panni del grande pubblico che vuole competenza e leggerezza».
Accanto a lui, due nuovi ingressi: il cantautore e chitarrista romano Alex Britti e Stash. Per il cantante della band The Kolors si tratta in un certo senso di un ritorno. Infatti ha vinto Amici nel 2015. «Questa partecipazione la vivo come un grande regalo di Maria De Filippi, perché lei ha capito quanto avessi bisogno di raccontare una parte di me che ancora pochi conoscono» spiega Stash. Anche Alex Britti ha un legame con il programma: nel 2005 ha scritto con Maurizio Costanzo «Lungomare», un musical interpretato poi da alcuni ragazzi reduci dal talent di Maria De Filippi. «Quell’anno ho affittato una casa al mare vicino a quella di Maurizio. Dovevamo solo scrivere qualche canzone assieme e ne è uscito uno spettacolo intero» dice Britti.
Qualcosa accomuna tutti e tre gli insegnanti: il rispetto per la musica che negli anni ha portato anche a una maggiore severità e intransigenza. «Cerco il talento. Saper cantare è importante ma ci vuole anche carattere e personalità» spiega Zerbi. «Il lato più divertente di questo programma è indagare ogni anno tra i concorrenti per scovare tra loro non tanto chi è bravo, perché ce ne sono tanti, ma chi è unico nel suo genere».
Anche Stash non farà sconti a nessuno e dice: «I ragazzi devono sempre dare peso a quello che fanno. Le canzoni hanno un valore, anche le singole note». Non è da meno Britti che, interrogato sul metodo che adotterà con i suoi alunni, rivela: «Li allontanerò dai social network, voglio che cerchino meno consenso su Instagram e si concentrino su brani di spessore. Per questo motivo ho chiesto di poter avere tanti strumenti nelle aule e li ho ottenuti. Voglio fare con i ragazzi musica tutto il giorno e, appena finite le prove, continuare a suonare». E anche Stash ha le idee chiare sul suo ruolo: «Non avrò copioni e agirò come sempre di pancia, perché è così che ho commesso alcuni errori, ma è proprio dagli sbagli che sono nate le mie scelte migliori».
Stash: «Ho impiegato un minuto e mezzo per dire di sì»
La notte del 6 giugno 2015 Antonio Fiordispino (in arte Stash) sollevava la coppa di «Amici» vinta con la sua band, i The Kolors. A tre anni da quel trionfo, l’ex allievo sale in cattedra come professore di canto nel talent che l’ha lanciato.
Stash, dov’era quando l’hanno chiamata per entrare nel corpo docenti di «Amici»? «È successo poche settimane fa, un po’ a sorpresa. Ero sul terrazzo di casa e mi ha contattato un autore del programma, che è anche un grande amico». Qual è stato il suo primo pensiero? «“Che figata!”. Ho bisogno di raccontare chi sono quando non canto. Nemmeno nel mio anno ad “Amici” si è capito fino in fondo». Quanto ci ha messo a dire di sì a Maria De Filippi? «Un minuto e mezzo». Qual è la sua definizione di talent show? «È una seconda gavetta. Ho suonato per anni nei piccoli locali ma certe cose si possono imparare solo qui». E la sua definizione di «Amici»? «Un grande propulsore». Qual è stato il suo primo contatto con Alex Britti, l’altro nuovo insegnante? «Attraverso la sua musica quando mio padre, musicista, mi fece notare la sua bravura con la chitarra a Sanremo». Come descriverebbe in poche parole Rudy Zerbi? «Un perfetto compagno di viaggio, nella scuola e in treno!» (ride). Quando ha trionfato ad «Amici» cosa ha pensato? «Che la vita stava per cambiare, per sempre». Che maestro sarà? «Non so. Seguirò senza copioni la pancia e l’istinto». Quando vede un ragazzo che cerca solo il successo come reagisce? «Cerco di capire se questo è l’unico contenuto che ha da proporre sul palco». Alex e Daniele dei The Kolors cosa fanno nel frattempo? «Mi aspettano in studio, stiamo lavorando al nostro nuovo album». Le daranno consigli? «Ci sentiamo almeno un’ora al giorno per confrontarci su tutto». Se lei non avesse fatto un talent show? «Avrei aspettato di essere notato da qualche persona lungimirante in grado di farmi conoscere da tutti». Qual è la cosa più importante che insegnerà ai ragazzi? «Che devono capire il valore del testo cantato e delle note suonate, sempre». Chi considera il suo maestro? «Elisa, che è stata il direttore artistico della mia squadra. Dopo le prove del “Serale” a volte rimanevamo lì a suonare fino alle cinque del mattino. Ho imparato tantissimo da lei».
Alex Britti: «Insegnerò a puntare sui “live“ e non sui “like“»
Nel 1999, dopo il successo del tormentone estivo «Solo una volta (o tutta la vita)», Alex Britti vinceva a Sanremo nella sezione Giovani con «Oggi sono io», diventato poi un classico inciso anche da Mina. Oggi, il cantautore e chitarrista romano è ad «Amici» nelle inedite vesti di professore di canto.
Dov’era quando l’hanno chiamata? «A Uta, in Sardegna, poco prima di un concerto». Qual è stato il suo primo pensiero? «Ero un po’ restio». Cosa l’ha convinta? «Ho chiesto di poter avere degli strumenti musicali da mettere a disposizione dei ragazzi e mi hanno accontentato. È stato un amichevole braccio di ferro». Quanto ci ha messo a dire di sì? «Non più di 20 giorni, il tempo di organizzarmi». Qual è la sua definizione di talent show? «Un duello in cui ci si sfida a colpi di velleità». E la sua definizione di «Amici»? «Una novità televisiva diventata poi una realtà discografica». Qual è stato il suo primo contatto con Stash, l’altro nuovo insegnante? «A un concerto di piazza abbiamo cominciato a parlare di chitarre e non abbiamo più smesso». Come descriverebbe in poche parole Rudy Zerbi? «È la perfetta definizione di “Uomo di mondo”». Quando ha trionfato a Sanremo che cosa ha pensato? «A niente. Sono un pragmatico e non mi illumino d’immenso, per me era il risultato di un buon lavoro». Che maestro sarà? «Insegnerò a cantare al meglio delle possibilità, a dosare le emozioni e a non strafare». Quando vede un ragazzo che cerca solo il successo, come reagisce? «Gli insegno a cercare meno “like” e più “live”». Nel 2005 ha collaborato con Maurizio Costanzo al musical «Lungomare». «Presi una casa al mare vicino alla sua per scrivere canzoni. In due abbiamo invece dato vita a uno spettacolo intero. Con Maria De Filippi e Garrison ci venne l’idea di farlo fare ai ragazzi reduci da “Amici”». Come sarebbe la sua vita oggi se avesse fatto un talent show? «Ne ho fatti un sacco in realtà, anche se non si chiamavano così. Il primo da bambino fu “Tombolino Superbaby” sulla rete romana Telefantasy. Gareggiai sia come cantante sia come ballerino di rock’n’roll. Vinsi come ballerino!». Qual è la cosa più importante che insegnerà ai ragazzi? «Quanto amore bisogna avere per la musica». Chi è il suo maestro? «Edoardo Bennato».
Il primo sta con la squadra Blu di Elisa e il secondo con la squadra Bianca di Morgan. I due consiglieri dei direttori artistici del talent di Canale 5 messi a confronto