Amati e temuti: sono i tre insegnanti di ballo di «Amici». È difficile trovare punti di contatto tra loro perché hanno età e storie diverse. In più, hanno visioni talvolta opposte sulla danza. Da qui nasce lo scontro fra titani ogni sabato pomeriggio su Canale 5 e dal lunedì al venerdì su Real Time. Alessandra Celentano, Veronica Peparini e «il nuovo acquisto» Timor Steffens sembrano abitare in pianeti differenti ma una cosa che li accomuna c’è: sono molto esigenti e senza peli sulla lingua. In fondo piacciono anche per questo.
«Sento delle belle energie nei ragazzi di quest’anno» dice Veronica Peparini «hanno voglia di lavorare e migliorare». «Io invece mi riservo un po’ di tempo per conoscerli meglio» replica la Celentano. «A volte arrivano con coreografie preparate da mesi ma non è detto che sappiano fare altro». «Sono diamanti grezzi pronti a esprimere tutte le loro potenzialità» dice Timor «e non sono solo un concentrato di talento, ma hanno anche una storia da raccontare». Li abbiamo intervistati per farci spiegare come si può arrivare ad alti livelli nella danza e primeggiare nella durissima scuola del talent di Maria De Filippi. Anche a beneficio di chi guarda lo show sognando un giorno di parteciparvi.
Alessandra Celentano: «Anche la mente danza»
Presente fin dalla terza edizione (la prima interamente chiamata «Amici», perché come è noto inizialmente era «Saranno famosi»), Alessandra Celentano è nota per la granitica risolutezza: non ha mai fatto sconti a nessuno.
Come si scopre se un figlio ha l’indole per il ballo? «Bisogna rivolgersi a un insegnante onesto che dica ai genitori la verità». Se non hanno talento è meglio smettere? «Preferisco avere un ottimo avvocato che un ballerino frustrato senza capacità». Quando bisogna cominciare? «Più o meno a 9 anni» Da dove si comincia? «Bisogna fare un primo lavoro di danza classica per insegnare le basi e capire se hanno la testa giusta». In che senso? «Non è solo il corpo a dover ballare, ma ci vuole anche la mente adatta. Insomma, non basta avere il corpo di Roberto Bolle per diventare Bolle». Come si fa poi a diventare professionisti? «Bisogna fare come quasi tutti i ballerini arrivati qui ad “Amici”, ovvero tentare mille provini e trovare la propria strada». E se non dovessero andare bene questi tentativi? «Quando i ragazzi mi dicono che non riescono a trovare un lavoro nella danza io rispondo loro di porsi delle domande. È un buon input per diventare, se possibile, ballerini migliori». Cosa ne pensa di Timor Steffens? «È un bel ragazzo! Da sempre questo talent ha accolto volti nuovi e di fama internazionale e se io stessa dico che è sempre bello avere una ventata d’aria fresca potete credermi!».
Timor Steffens: «Ho imparato su... YouTube!»
«Una delle cose che amo di più di “Amici” è il suo essere una scuola “aperta”: il format non ha regole rigide. Questo senso di libertà mi fa sentire a casa». Timor, nato 31 anni fa in Olanda, è diventato celebre grazie all’edizione locale di «So you think you can dance», una delle trasmissioni legate al ballo più celebri al mondo.
Oggi lavora come giudice, ballerino e coreografo in ogni parte del pianeta. Ma come fa a gestire tutto? «Non è facile. Prima di “Amici” ero coinvolto più o meno con quattro produzioni differenti. Cerco di fare tutto al meglio». Chi l'ha convinta a partecipare? «Maria De Filippi. Molti anni fa ho conosciuto John de Mol, l’inventore del “Grande Fratello” e di tanti altri programmi di successo. Maria ha gli stessi modi caratteriali e quella genialità». Cosa le piace dell’Italia? «La cultura e il fatto che la vostra tv mette al centro le emozioni. Per questo voglio imparare l'italiano». Prima della fine di «Amici»? «Conto al massimo in due mesi di poter fare un’intervista come questa ma non in inglese!» È vero che ha cominciato a ballare a 18 anni? «Sì. Ho fatto judo, calcio, thai boxe e mille altri sport, ma sono finito a imparare le coreografie di Michael Jackson su YouTube». Dopo un anno, aveva le carte in regola per studiare in accademia a Rotterdam. «Il mio è un mix fortunato di passione e determinazione». Hanno sempre creduto in lei? «Mamma mi ha sostenuto. Tanti però devono lottare il triplo per emergere». Sempre più spesso ci riescono. «Per un ballerino non c’è cosa più bella che dimostrare a chi non credeva in lui che si sbagliava completamente».
Veronica Peparini: «Per iniziare non c’è età»
Ballerina e coreografa, Veronica Peparini ha traghettato la danza nel mondo della musica pop quando ancora pochi lo facevano in Italia, portando a ballare sul palco (molto bene) anche una cantante come Alessandra Amoroso: per la Peparini la danza è una questione di divertimento e sperimentazione.
Come si sceglie la scuola giusta per i propri figli? «Lasciate provare ai bambini vari stili e realtà, io sto facendo così con mia figlia Olivia. Saranno loro poi a scegliere la strada che li rende felici». A che età bisognerebbe cominciare? «Oggi dai 6 o 7 anni c'è già una buona consapevolezza e si può diventare dei “mostri di bravura” prima di diventare maggiorenni». Ha iniziato con la danza classica ma ha poi scelto di approfondire altri stili. Perché? «Amavo fin da ragazzina la contaminazione e ancora oggi nelle mie coreografie mescolo i generi per fare sempre cose nuove e mai viste prima». Chi la colpisce ai casting? «Chi in una sola coreografia dimostra di essere molto versatile». L’età conta, nella danza? «Quando me lo chiedono, il pensiero va sempre al compianto Silvio Oddi, ballerino di punta in molti programmi di Lorella Cuccarini: lui ha iniziato a 18 anni». C’è un’età massima? «Se c'è buona preparazione e molto allenamento si può ballare sempre». Cosa pensa di Timor Steffens? «Amiamo entrambi la danza moderna ma lui conosce meglio di me il linguaggio dell’hip hop e del freestyle, la danza di strada. Nonostante la giovane età è un ragazzo di grande esperienza».
Ormai la conosciamo: insegna danza ad “Amici” dal 2003 e nel tempo si è meritata l’etichetta di “prof cattiva” perché dagli alunni pretende disciplina, dedizione e rispetto
Dal lunedì al venerdì su Real Time alle 13.55 e il sabato pomeriggio su Canale 5, le due colonne storiche del programma selezionano e valutano giovani talenti alla ricerca di un futuro professionale nel mondo della danza