Antonella Clerici: «Sono gagliardi questi concorrenti di “The Voice Senior”, ve lo dico io!»

Dopo il successo dello scorso anno torna su Raiuno il talent riservato agli over 60

Antonella Clerici
19 Novembre 2021 alle 08:56

È pronta a tornare sul palco di “The Voice Senior”. Anche se Antonella Clerici per lo più staziona dietro le quinte accanto ai concorrenti, per l’appunto Senior, dei quali raccoglie con garbo e delicatezza le emozioni prima e dopo le esibizioni.

Antonella, l’anno scorso è stata una sfida e l’ha vinta.
«Inaspettatamente e con un successo non solo di pubblico, ma anche di critica. Mettere insieme le due cose non è facile».

Tant’è che quest’anno il programma si è allungato.
«Abbiamo tre “blind audition” (le audizioni al buio, ndr) in più, così conosceremo più personaggi, interrompiamo per Natale e poi andremo in onda il 7, 14 e 21 gennaio con la finale».

Il segreto del successo?
«Non è un talent, non è una gara musicale, le storie dei concorrenti sono quasi più importanti dell’esibizione. Il Senior ha la sua scheda di presentazione, passa dal divanetto dove lo accolgo in maniera affettuosa e poi c’è il palco. Nel momento in cui canta il pubblico sa già tutto di lui e partecipa in maniera diversa, infatti a volte si chiede: “Perché i coach non si girano?”».

È solo la formula vincente o servono anche i giusti concorrenti?
«Sono gagliardi questi Senior! Quest’anno hanno dai 60 agli 88 anni. Hanno fatto lavori diversissimi, talvolta sfiorato il successo, c’è chi si esibiva all’estero, chi ha avuto il posto fisso e poi cantava ai matrimoni. Il comune denominatore è l’urgenza o l’ossessione della musica, che è quello che permette loro di esprimersi».

Quali concorrenti avete cercato?
«Abbiamo cercato delle belle voci e delle belle storie. A volte ci sono voci più belle, tanto che i nostri coach esclamano: “Potevi essere al posto nostro!”. Altre volte la storia era bellissima e la voce meno. È tutto l’insieme che funziona».

Cosa cercano, invece, i Senior in una trasmissione come la vostra?
«Di rimettersi in gioco nella seconda parte della vita e togliersi lo sfizio di salire su un palco come quello di Raiuno con un’orchestra e quattro giudici importanti».

Come mai avete sostituito la coppia Al Bano & figlia con Orietta Berti?
«Un po’ perché è l’anno di Orietta Berti, ma soprattutto perché si voleva eliminare la doppia poltrona: è una dinamica che non puoi ripetere all’infinito e avere solo Al Bano senza Jasmine non era carino».

Cosa dobbiamo aspettarci?
«Ci saranno alcuni Senior rockettari, altri legati al repertorio Anni 80 o alla disco music. Noi non diciamo ai concorrenti cosa cantare, non vogliamo sradicarli dal loro mondo».

Lei si è spesso commossa con le storie che ascoltava.
«Le persone dai 60 anni in su hanno tutta una vita da raccontarti, di famiglie, di esperienze, di perdite e rinascita, hanno un mondo dietro. È emozionante».

Parlano due ex

Erminio Sinni: «Vincere mi ha fatto... piangere»

Erminio, lei è stato il primo vincitore. Come ricorda quel momento?
«Dopo la vittoria sono rimasto imbambolato per 50 minuti, poi sono crollato e ho iniziato a piangere. Ho pianto per una settimana. Nel telefono ho ancora più di mille messaggi da leggere, non ce l’ho fatta. Sono stato dalla psicologa».

Cosa le ha detto la psicologa?
«“Sei pieno di rabbia, pensi che non hai fatto niente di speciale e che per trent’anni non sei stato capito”».

È vero?
«In fondo cosa avevo fatto? Mi sono messo al piano e ho cantato due minuti, lo faccio tutte le sere da una vita. Io sono un pianista di piano bar che scrive canzoni».

Come mai ha vinto lei?
«Non ero il più bravo. Forse ho bucato di più lo schermo, magari ha giocato la mia storia o l’interpretazione».

Un anno dopo cosa è cambiato?
«Trovo affetto ovunque, sono il simbolo delle persone semplici, che non hanno spinte, che ce la fanno senza lustrini o effetti speciali».

E la carriera musicale?
«Ho pubblicato il singolo “La terrazza”, ora ce n’è un altro in uscita. Ho più di 500 canzoni inedite, è la vita che ti dà l’ispirazione e in musica le cose ordinarie diventano straordinarie».

Giulio Todrani: «Più c’è musica e più sei vivo»

Giulio, perché decise di partecipare a “The Voice Senior”?
«All’inizio non volevo, nella mia storia musicale ho fatto un po’ di tutto: sono stato in vari gruppi musicali, poi al “Cantagiro”, ho venduto milioni di dischi. Era un programma a cui partecipavano anche le casalinghe, mi sembrava c’entrassi poco».

E come si è convinto?
«Ho pensato ai musicisti che suonano con me, venivamo dalla pandemia e se riuscivo ad avere successo potevo fare più serate anche con loro».

Quali sono i pregi e gli inconvenienti di essere Senior?
«L’inconveniente è che purtroppo senti l’età. Alla fine di un concerto di rhythm and blues ho l’adrenalina dei vent’anni, ma poi il giorno dopo mi alzo con la cervicale...».

Quando è arrivato a 60 anni (l’età dei “senior”) è cambiato qualcosa nella sua vita artistica?
«No, io ho sempre amato fare musica dal vivo e la faccio ancora. Ho tre gruppi: Alan Soul & The Alanselzer, dove faccio soul, un secondo dove faccio swing e un terzo dove faccio i pezzi degli Anni 60, 70 e 80. Più c’è musica e più stai con le persone, più sei vivo e valido».

Lei è accompagnato dal pedigree di “papà di Giorgia”, la cantante. Qui, invece, si è presentato “al buio”.
«Non volevo si sapesse o che fosse una cosa negativa: “Ma chi si crede di essere?”. Poi Al Bano mi ha riconosciuto perché abbiamo fatto tv insieme».

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