La nuova giurata de "Il cantante mascherato" di Milly Carlucci si confessa a cuore aperto
Una forza della natura. È l’espressione più calzante quando si parla di Arisa. Nell’arco di meno di due mesi ha pubblicato l’album "Ero romantica", ha vinto "Ballando con le stelle", è stata ospite in due serate al Festival di Sanremo. E ora la vediamo ne "Il cantante mascherato", condotto da Milly Carlucci, nei panni della “detective” accanto a Flavio Insinna, Francesco Facchinetti e Caterina Balivo. «Hanno parlato di giuria ma non è corretto, siamo degli investigatori, non dobbiamo giudicare le performance, ma indovinare chi è il vip sotto la maschera» spiega infatti Arisa.
Ci vuole fiuto. Quali sono le sue doti da... detective?
«Io mi baso sulla voce, sulle sonorità, l’ascolto. E, visto che non tutti sono cantanti, la difficoltà è maggiore».
Qual è la sua maschera preferita?
«La gallina. Un animale magico e indipendente. Non ha bisogno di nessuno per fare le uova (ride)».
Milly le ha detto perché l’ha voluta?
«No, ma immagino perché sono un’entusiasta come lei. E poi mi vuole bene, mi ha presa a cuore. Un sentimento reciproco».
Cosa le piace del talent?
«È un programma divertente, leggero, che riunisce la famiglia e incuriosisce».
Lei è molto curiosa?
«Sì, molto. Ma la mia curiosità spesso viene soffocata dalle ossessioni. Quando ho un problema, una preoccupazione, un dolore, mi concentro solo su quello e il resto sparisce».
Si sente spesso triste?
«Più che altro sono disillusa. Da bambini siamo cresciuti con le fiabe, con la convinzione che il bene trionfa sul male... In realtà la ricerca della felicità implica tante difficoltà».
Ha avuto molte delusioni?
«Diciamo che se prima avevo dieci caramelle e le davo tutte agli altri, oggi due le tengo per me. Intendo dire che ho imparato a volermi bene».
In che modo?
«Da ex estetista mi prendo molta cura del mio corpo. Stando attenta all’alimentazione, facendo attività fisica. Poi mi piace cambiare continuamente look. E ne me infischio di complimenti e critiche. Devo piacere a me stessa».
Come reagisce alle critiche?
«Ho imparato a filtrarle. Se sono critiche costruttive ne faccio tesoro, altrimenti non mi scalfiscono. Ho una capacità di autoanalisi profonda e so già quello che va e non va in me, in quello che faccio o dico».
Si trattiene spesso?
«Sono spontanea e sincera. Ma so anche contare fino a dieci se la schiettezza può ferire gli altri».
Cosa la ferisce?
«Le persone che mentono, che prendono in giro, che non sono trasparenti. De Gregori in "La leva calcistica del 68" canta “.... E sono innamorati da dieci anni... Con una donna che non hanno amato mai”. Ecco, a me è successo di vivere finti amori dove l’altro non provava sentimenti reali. È terribile».
Il suo ultimo disco è "Ero romantica". Dove “ero” sta per “eros”. Due aspetti che convivono in lei?
«Sì, e benissimo. Penso che non ci sia romanticismo senza fuoco. E non ci sia fuoco senza amore».