La malattia l’ha messa a dura prova, ma lei vive per la danza e a "Ballando con le stelle" è stata regina per una notte
Vederla danzare è stato emozionante. Per lei, che da anni combatte una malattia fortemente debilitante, per gli amici giudici e per il pubblico che le ha regalato una standing ovation. Carolyn Smith è stata la stella tra le stelle di “Ballando con le stelle”. Accolta nel caldo abbraccio di Paolo Belli e Milly Carlucci, la giurata del programma del sabato sera di Raiuno, ballerina professionista e coreografa, si è commossa e ha colto l’occasione per lanciare un messaggio di forza e coraggio a quanti come lei stanno lottando contro il cancro: «Bisogna andare sempre avanti e mettere il cuore in tutto ciò che facciamo».
Quando il pubblico si è alzato in piedi per applaudirla e dai social network hanno cominciato ad arrivarle tante belle parole, qual è la prima cosa che ha pensato?
«Sulle prime non mi ero resa conto. Tanta gente, le luci, tutto mi aveva colto di sorpresa. E poi, fare anche quei pochissimi minuti di esibizione è stato faticoso. Le scale sono un incubo, perché ogni tanto mi cedono le ginocchia. Ma è stata comunque una bella rivincita. Quando mi sono rivista, mi sono commossa ancora di più».
Anche questa volta è la passione per la danza ad averla rimessa in gioco, regalandole sorrisi e affetto.
«Il ballo è salvifico, è la mia ragione di vita. È il mio respiro, quello che mi ha accompagnato nel bene e nel male. Non ho avuto figli, che è la cosa che ho sempre desiderato tantissimo, quindi non posso dire che tipo di amore mi sia persa, ma la danza è certamente un’amica. Ed è nel mio Dna».
La sua è una passione di famiglia.
«Sì, del clan Smith. I miei genitori, si svegliavano la mattina con la radio e cominciavano a cantare e ballare. Anche i miei nonni erano ballerini. L’unica, però, che faceva le gare come me era mia madre, considerata la donna più elegante della famiglia, quella che ballava anche il tango».
Ricorda la sua prima lezione?
«E come faccio a non ricordarla! Avevo quattro anni. Iniziai con il tip tap in un appartamento vicino casa. Ero stimolata di continuo dai miei parenti. In Scozia il ballo è vita».
E già da bambina si esibiva davanti a parenti e amici?
«No, ero introversa. Ricordo che mio padre qualche volta mi chiedeva di ballare, di fare un movimento particolare di danza, ma io mi rifiutavo perché non volevo dividere la mia passione con nessuno. Lui prometteva anche di darmi delle monete ma io non cedevo. L’unica persona davanti alla quale spariva la mia timidezza era mio nonno. Adoravo tutto dei miei nonni, persino i loro nomi: James Kennedy e Jessica Simpson».
Il ballo le ha fatto incontrare anche l’anima gemella…
«Mio marito (Tino Michielotto, ndr) era un mio allievo. Ci siamo conosciuti a Torino dove insegnavo in una scuola. Io avevo alle spalle un matrimonio fallito e lui era in crisi con la sua compagna. Abbiamo iniziato a frequentarci come amici e poi è esploso l’amore. Cosa dire? Stiamo insieme da trent’anni!».
Direi proprio un bel traguardo.
«Siamo molto diversi. Qualcuno nella vita di tutti i giorni ci definisce “Sandra e Raimondo” (pensando ai divertenti sketch di Vianello e Mondaini, ndr). Anche quando non sono stata bene, lui tendeva qualche volta ad abbattersi mentre io lo tiravo su. Ci stuzzichiamo ma stiamo troppo bene insieme. Lui è un uomo sempre presente».
Un tempo lei era definita la “Crudelia De Mon” di “Ballando”. Cosa rimane di quel personaggio?
«Sono stata sempre molto severa. Quella Crudelia ha lasciato ora il posto alla Lucarelli e a Mariotto (sorride). Le mie critiche, ora più morbide, devono essere sempre costruttive».
Facciamo un gioco. Lei è il presidente di giuria, quindi posso chiederle di definire con un aggettivo i suoi colleghi? Iniziamo da Ivan Zazzaroni?
«Pignolo».
Selvaggia Lucarelli?
«Ironica».
Fabio Canino?
«Sognatore».
Guillermo Mariotto?
«“Pazzo”».
Parlando dei concorrenti, invece, quest’anno chi la sta sorprendendo di più?
«È una delle migliori edizioni di “Ballando con le stelle”, il livello è alto. Milena Vukotic, Ettore Bassi e Daniel Osvaldo hanno qualcosa di particolare. Spero che, come è accaduto in passato per altri aspiranti ballerini partiti col piede giusto, non entrino in crisi avvicinandosi alla fase finale. Mentre mi aspettavo qualcosa in più da Marco Leonardi, ma forse è troppo giovane e poi non è uno sportivo».
Da anni lei è un volto di “Ballando”. Le piacerebbe mettersi alla prova in un altro genere di programma?
«Sì, è il mio desiderio. Mi piacerebbe condurre una trasmissione tutta declinata al femminile. Un talk di sole donne per parlare di ogni genere di problema, anche quelli più scomodi. Io, per esempio, ho già buttato giù il muro che esisteva nei media sul tema del cancro. Oltre al ballo, avrei tante cose da raccontare».
Un programma in stile “Harem” con Catherine Spaak?
«Magari. Sarebbe proprio nelle mie corde. Lei era francese. In effetti anche io sono straniera (sorride)».
Ogni tanto si legge la notizia che alla guida di “Ballando con le stelle” potrebbe arrivare una nuova conduttrice. Cosa ne pensa?
«Figuriamoci… Questo è il programma di Milly Carlucci e lei dovrà restare fino alla fine. Milly incarna la conduttrice perfetta ed è giusta per questa trasmissione. Come le brave intrattenitrici tv di una volta, Milly è bella, ha classe e femminilità».
A proposito di femminilità, oggi quando si guarda allo specchio come si vede?
«La malattia mi ha devastato, il corpo ha perso tonicità e muscoli, e per questo ho dovuto lavorare tanto su me stessa, soprattutto guardandomi allo specchio. Così ho inventato un tipo di ginnastica, la “Sensual dance fit” (info su www.sensualdancefit.it, ndr), per tutte quelle donne che, provate dalla malattia, hanno però voglia di ritrovare la propria sensualità e femminilità. Sono partita da Padova e piano piano ci stiamo estendendo in altre città. Finora abbiamo aperto una cinquantina di scuole con oltre 1.500 iscritte. Il 18 e il 19 maggio abbiamo organizzato il primo convegno a Roma. Parteciperanno anche le mie amiche Roberta Bruzzone, Elena Sofia Ricci, Daniela Bonetti, Franca Leosini e Monica Leofreddi. Credo davvero molto in questo progetto».