Francesco Totti a “Celebrity Hunted”: «In quest’avventura mi faccio perfino frate»

L'ex capitano delal Roma racconta l’esperienza da fuggitivo nel reality che vedremo da marzo, in sei puntate, su Prime Video

Francesco Totti in “Celebrity Hunted”
10 Gennaio 2020 alle 17:17

L’abbiamo visto tante volte “seminare” i difensori avversari. Ma come se la caverà Francesco Totti con i detective professionisti? Stiamo parlando di “Celebrity Hunted”, lo show in cui una agguerrita task-force di segugi (molti dei quali veri poliziotti e 007) darà la caccia per 14 giorni a otto celebrità tra cui il calciatore (gli altri sono Costantino della Gherardesca, Fedez e Luis Sal, Diana Del Bufalo e Cristiano Caccamo, Claudio Santamaria e Francesca Barra).

In palio, 100 mila euro che saranno devoluti in beneficenza. Il programma sarà proposto da marzo, in sei puntate, sulla piattaforma Amazon Prime Video. Ma già all’annuncio che tra i partecipanti c’era lui, l’ex capitano della Roma, la curiosità si è scatenata. Peccato che Totti debba mantenere il segreto e non possa assolutamente parlarne con nessuno. Tranne che... con Sorrisi!

Signor Totti, perché ha accettato di partecipare al programma?
«E perché no? Era l’occasione di provare una cosa nuova. Io per tutta la vita ho fatto un altro lavoro, sa?».

Lo sappiamo bene. Si è preparato in qualche modo?
«No, perché mi alleno ancora tutti i giorni. Fisicamente ero a posto. Questo è importante per avere la testa tranquilla».

Mi par di capire che la vedremo correre spesso.
«Spesso? Non ho avuto un attimo di tregua. Meglio così, perché se avessi solo dovuto trovarmi un nascondiglio e rintanarmi lì per due settimane, allora me ne stavo a casa che era meglio. Invece mi hanno inseguito, eccome se mi hanno inseguito! È proprio tutto pieno di inseguimenti...».

È stato più difficile dribblare gli avversari in campo o i cacciatori di “Celebrity Hunted”?
«Diciamo che per quelli sul campo conosco già la tecnica. Per quelli della tv, invece, me la sono dovuta inventare sul momento».

Cosa è più difficile nel fare il fuggitivo?
«Separarsi da Ilary e dai nostri figli. Non potevo neanche chiamarli al telefono. Anzi, non ce l’avevo proprio, il mio telefono. Me ne hanno dato uno apposta per il programma».

Cosa è più divertente nel fare il fuggitivo?
«Incontrare tante persone diverse e convincerle a giocare con me. Perché se qualcuno accettava di aiutarmi, allora anche lui doveva nascondersi: dai conoscenti, dagli amici, dalle mogli. Mica poteva fare un tweet dicendo: “Ehi, sono qui col mio amico Totti...”».

Come reagivano le persone a cui ha dovuto chiedere aiuto?
«La cosa più difficile era spiegare la situazione. Per esempio Alberto Aquilani (ex compagno di squadra della Roma, ndr) pensava che volessi fargli uno scherzo. Non c’era modo di convincerlo! Poi però mi ha aiutato con entusiasmo, come tutti. Mi sono fatto una mappa degli amici che ho in tutta Italia nel caso la fuga mi avesse portato dalle loro parti. Dovevano essere fidati al cento per cento. Poi però, per forza di cose, ti ritrovi sempre in posti che non ti aspetti: a un certo punto mi sono nascosto pure tra i frati di un convento!».

Fra’ Francesco! Suona bene... Altri trucchi che potrebbe consigliare?
«Quello del sosia: trovate un amico che vi somigli e fate “fuggire” anche lui in modo da confondere gli inseguitori... Però mo’ basta se no vi dico troppo».

Allora torniamo alla famiglia: Ilary è un’esperta di tv e game show. Le ha dato qualche dritta? E se sì, che consigli le ha dato di preciso?
«Una cosa che mi ha divertito molto è che ho spiazzato lei e i bambini: non si aspettavano che accettassi. A dire il vero non me lo aspettavo neanche io! Però Ilary non mi ha dato consigli, a lei non piace “immischiarsi” nelle cose mie, e lo stesso faccio io con le sue».
Alla guida dei cacciatori c’è un ex 007 italiano. A proposito: vista la sua popolarità e influenza, è proprio sicuro di non essere mai stato spiato dai

Servizi segreti?
«Accidenti, spero proprio di no. Sono famoso, è vero, ma sono una persona normale. Cosa mai dovrebbero scoprire?».

Però anche nella vita reale c’è chi le dà spesso la caccia: tifosi, giornalisti, ammiratori... Che strategie adotta per difendersi?
«Uso la semplicità. Mi piace regalare un sorriso, se posso. Di solito la gente lo capisce e non mi “assedia” più di tanto. E se lo fanno... pazienza, fa parte del gioco».

Ultima curiosità: le piacciono i film tipo “Il fuggitivo”?
«Sì. Ma ritrovarcisi dentro è stato molto più travolgente e faticoso del previsto».

Lo rifarebbe?
«E perché no?».

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