Gabriele Corsi conduce su Discovery+ il reality “Il contadino cerca moglie”

Corsi s’infila nelle vesti di Cupido, destreggiandosi fra cinque contadini single in cerca dell’anima gemella

Gabriele Corsi
5 Agosto 2021 alle 09:11

Si puo' vedere su

«La moglie? Io l’ho conquistata con un mazzo di carciofi» risponde Gabriele Corsi sfoggiando un’ironia tutta agreste. Il conduttore è alle prese con “Il contadino cerca moglie”, il reality di Discovery+ (dall’autunno in onda sul Nove in prima serata).

Corsi s’infila nelle vesti di Cupido, destreggiandosi fra cinque contadini single in cerca dell’anima gemella: altrettante signore che per amor loro abbandonino la vita cittadina e si trasferiscano a vivere tra mucche, capre, campi di mais e uliveti.

Gabriele, far innamorare le persone è una sua vocazione?
«È il mio ruolo preferito, io mi beo della felicità degli altri, in fondo sono una persona semplice. Sono Cupido, ma rimango umile».

La parola “contadino” a lei cosa evoca?
«La favola “Il topo di città e il topo di campagna”, mi dà l’idea di qualcosa di antitetico. Ma i concorrenti del programma sono contadini 2.0, hanno il trattore con l’aria condizionata e la radio. Anche se il letame lo devi spalare come una volta...».

Insomma, non sono figuranti vestiti da agricoltori.
«Se vai nelle loro aziende agricole li trovi con le arnie delle api o fra gli ulivi. Michele, il pastore pugliese, voleva abbandonare il giorno prima perché la sua vacca Giardinella stava per partorire, non gli importava nulla della tv. Un altro durante una riunione si è alzato e ha detto: “Ciao, devo andare a mungere”».

Contadini e ragazze di città: cosa possono avere in comune?
«È proprio questa la scommessa del programma. Qualcuna vuole cambiare vita oppure cerca un’esperienza diversa, ci sono ragazze che amano gli animali».

Cos’è più difficile da accettare per chi non conosce la campagna?
«I ritmi. E il fatto di lavorare tutto il giorno, la sera arrivi stanco ma alla mucca non puoi dire: “Stasera non ti mungo o non ti do da mangiare”».

Lei che rapporto ha con la campagna?
«Mia nonna era umbra, abitava fra Città della Pieve e Monteleone di Orvieto, a settembre andavo lì a fare la vendemmia. Mio suocero, invece, era un grande esperto di funghi e vicino a Roma aveva un orto con delle verdure meravigliose, quando andavi a trovarlo ti faceva la sportina a km non zero, ma meno uno!».

Ragazzo-di-città e ragazzo-di-campagna: in che percentuale?
«Direi 80 e 20, potrei passare un periodo lungo in campagna, ma non farei quella vita lì. Eppure da settembre a giugno mi sveglio alle cinque, ceno alle sette di sera e vado a dormire alle nove perché la mattina ho il programma alla radio!»

Seguici