È tra i protagonisti del talent di Raiuno condotto da Milly Carlucci. E danzando (bene) lancia il suo messaggio: «Credete nei miracoli»
«Da mia mamma che è argentina di Buenos Aires ho preso il senso del ritmo, l’amore per la musica sudamericana e la mentalità positiva. Da papà, calabrese, la forza, la tenacia e il carattere determinato». Lei, di suo, aggiunge un sorriso contagioso e un’eleganza fuori dal comune. Il risultato? Si chiama Gessica Notaro ed è una concorrente della 13ª edizione di «Ballando con le stelle», una tra quelle che sulla pista si trovano più a loro agio.
Proprio come le succede nella vita: Gessica l’attraversa con una meravigliosa leggerezza. Una leggerezza conquistata giorno dopo giorno, con sacrificio e con un ottimismo incrollabile. Già. Perché quella di Gessica è una storia di rinascita. Dopo la terribile aggressione del suo ex fidanzato che le ha sfregiato il viso con l’acido (sotto, la sua terribile storia) oggi lei è di nuovo in pista. Più forte che mai. Ed è felice. E non si stanca di lanciare il suo messaggio di speranza: «Il bene vince sempre sul male».
Siamo all’Auditorium del Foro Italico e Gessica prova da quattro ore con il suo maestro Stefano Oradei. Si prende una pausa davanti a un bicchiere di succo d’albicocca.
Gessica, come mai ha deciso di partecipare a «Ballando»?
«Quando Milly Carlucci mi ha invitato a entrare nel cast ho accettato subito, perché da sempre sognavo di partecipare proprio a questo programma».
Il suo ballo preferito?
«La salsa».
Quello più «ostico»?
«Il charleston e il jive».
Si allena tanto: è faticoso?
«Sì, ma la fatica non mi ha mai spaventata. Anzi. È uno stimolo a superare i propri limiti e a fare sempre meglio. E poi se non faccio tante cose mi annoio».
Addestratrice di mammiferi marini, cantante, modella, ballerina. La noia nella sua vita non esiste.
«Decisamente no (ride). A 8 anni già cantavo e volevo diventare una soubrette. La mia passione per gli animali poi mi ha portato a fare l’addestratrice all’acquario di Rimini. Un lavoro bellissimo. E fin da bambina avevo la consapevolezza che prima o poi avrei trovato un modo per far del bene alle persone».
E ci è riuscita?
«Nel mio piccolo sì. Sui miei social ricevo tanti messaggi di donne che mi chiedono aiuto. E io le indirizzo alle associazioni, alla questura, a chi può dare loro assistenza. In base alla mia esperienza».
Qual è il messaggio che vorrebbe passasse al pubblico televisivo?
«Non smettete mai di sognare. Nonostante tutto. Sono i sogni a tenerci in vita. E credete nei miracoli: accadono. Io sono una miracolata».
Ci ha messo del suo, però.
«Sì, ma non è stato solo merito della mia forza. Quella terribile sera, subito dopo l’aggressione, mi sono messa in ginocchio e ho fatto un voto: “Ti prego, prenditi pure la bellezza, ma lasciami la vista”. Sono arrivata al Pronto soccorso e mi hanno detto: l’occhio sinistro è perso, il destro è gravissimo. Io oggi non solo ho recuperato la vista all’occhio destro senza operazioni, ma il sinistro sta migliorando: grazie forse all’attività fisica, al ballo, all’umore, sta reagendo bene e forse riuscirò a fare il trapianto di cornea. Non solo: le cicatrici che ho in viso si stanno riducendo, poco a poco andranno via. E magari anche la bellezza ritornerà. E crederci aiuta».
Sembra una donna fortissima, ce li ha dei momenti di fragilità?
«Certo, come tutti. Li avevo anche prima. Ma piangere è giusto. Poi ci si rialza più forti di prima».
Come supera quei momenti?
«Penso che potrei stare peggio di così».
Indossa sempre una benda sull’occhio sinistro. Oggi ne ha una nera con i brillantini. Le cambia spesso?
«Sì, ne ho una decina, le ho prese appena uscita dall’ospedale. Faccio del mio punto debole il mio punto di forza! La scelgo la mattina e la abbino al look della giornata».
Nel 2007 era tra le finaliste di Miss Italia. Le piace di più la ragazza di allora o la donna che è oggi?
«Senza dubbio mi preferisco oggi. La bellezza ti aiuta ma è un’arma a doppio taglio, perché le persone spesso si fermano alle apparenze. Ora invece la gente ha voglia di conoscermi per come sono davvero».