“GF Vip”, Alfonso Signorini: «Ho gioito per Tommy ma tifavo per Pierpaolo»

Il giornalista e conduttore fa il punto sul reality pieno di sorprese che si è concluso con la vittoria di Zorzi

Alfonso Signorini
11 Marzo 2021 alle 08:54

Chiamo Alfonso via Zoom… e mi appare un uomo sprofondato nel divano di casa, con appena la forza di sorridermi. Sono passati due giorni dalla fine del “GF Vip”.

Spenti i riflettori, Signorini si è messo subito in macchina per arrivare quanto prima nella sua casa di Milano, che tra un “GF Vip” e l’altro non vede da quasi un anno: «Non mi sono ancora ripreso. Per sei mesi ho tirato la corda, perché non c’erano solo le due prime serate settimanali, ma anche tutto il lavoro dietro, a cui va aggiunta la tensione psicologica. Ora ho proprio bisogno di staccare…».

Quando lunedì notte si sono spente le telecamere, cosa hai provato?
«Ero esaltato e felice per aver realizzato qualcosa che sentivo bello. Anche mentre proclamavo il vincitore, avevo la sensazione di essere protagonista di un grande evento».

Contento che abbia vinto Zorzi?
«Sì, ora lo posso dire. Sono felice perché con lui ha vinto l’intelligenza, l’ironia, il cinismo e il talento che mi auguro lo porterà lontano. Poco prima che lasciassi Cinecittà mi ha chiesto un consiglio su cosa fare ora. Gli ho risposto di dire tanti “no”, anche se sarà difficile. Detto questo, io ho sempre tifato per Pierpaolo Pretelli. Avrei voluto che vincesse lui perché è un ragazzo di grande bontà e positività. Come pure sono contento che Stefania Orlando sia arrivata terza. La conosco bene e l’ho voluta fortemente, è una donna lucida e intelligente, spietata e ironica. Loro tre erano i miei preferiti».

Chi non ha dato quanto speravi?
«Mi ha deluso Carlotta. A “Temptation Island” era stata strepitosa. Forse perché aveva accanto Nello, con cui dava il meglio. Doveva fare da contraltare al mondo dei vip, ma non è stato così».

Voto finale agli opinionisti?
«So quanto sia difficile fare l’opinionista quando conduco io, perché dico sempre la mia rubando loro il mestiere. Pupo a volte diceva le sue battute nel momento sbagliato, mandando a monte un momento di tensione emotiva creato a fatica, ma va bene. In compenso si porta dietro il suo vissuto e ha una profonda cultura. Con Antonella all’inizio ho avuto delle frizioni e ci siamo anche scontrati perché non mi piaceva il fatto che non cambiasse opinione sulle persone. Non mi ha mai ascoltato ma, a parte questo, ha fatto il suo lavoro molto bene».

Raccontaci i tre momenti che ti porterai per sempre nel cuore.
«Il “coming out” inatteso di Gabriel Garko. Quando Rosalinda ha cominciato a fare capire che i suoi legami sentimentali erano una farsa, lui mi ha chiamato per dirmi che lei aveva ragione ed era giunto il momento di fare cadere il castello di carte. La lettera non volevo che la leggesse, ne abbiamo parlato fino alle 3 del mattino. Ma poi in diretta l’ha tirata fuori. È stato un momento fortissimo, da lì il programma ha preso la svolta che volevo io, e cioè che fosse un “GF” raccontato, fatto di vite vissute, non che spiasse dal buco della serratura».

Il secondo momento?
«Quando abbiamo fatto riavvicinare Andrea a suo padre Walter Zenga. Lo considero il mio fiore all’occhiello. Il terzo invece è stato affrontare il tema della morte in prima serata. Avevo il terrore che mi accusassero di retorica e di cavalcare la lacrima facile, però credo che grazie al carattere di Dayane Mello, che ha saputo gestire il dolore per la perdita del fratello in modo molto maturo, sia venuta fuori una bella pagina».

Cosa ti ha messo più in difficoltà?
«A parte lo scherzo di Malgioglio che ha liberato in studio un topo finto (Alfonso ha la fobia dei topi e delle mucche, ndr), è stata la battuta infelice di Mario Balotelli rivolta a Dayane. Io non me ne ero accorto, ma i miei autori sentono tutto attraverso gli auricolari. Sarebbe bastato che fossero venuti da me a dirmi cosa era successo e sarei intervenuto subito, senza fare la figura di quello che aspetta la pubblicità per essere indottrinato».

Ti ha cambiato questo “GF Vip”?
«Un po’ sì. Intanto mi ha insegnato a gestire le situazioni critiche, a non essere sopraffatto dallo stress e a conviverci. Poi sono diventato più rispettoso del lavoro degli altri, che ci mettono la faccia. Fare il conduttore non è un mestiere per tutti, l’ho capito solo facendolo».

Cosa ti mancherà di questi mesi?
«Niente, zero! Alle 9.55 arrivavano gli ascolti, ma io dalle 9 alle 10 andavo a correre a Villa Borghese, tanto cosa mi cambiava saperli più tardi? Invece non si rassegnavano che ragionassi così».

Non c’è due senza tre?
«La verità è che nessuno mi ha detto ancora nulla. Vedremo. Di sicuro non vorrei essere ricordato solo come “quello del Grande Fratello” e magari tra 20 anni trovarmi tra i concorrenti i figli di Dayane e Pierpaolo!».

In effetti ormai il “GF Vip” l’hai domato. Se potessi scegliere, quale altro programma vorresti fare?
«Ho in testa di fare un programma in terza serata, su qualche rete locale, in cui leggo i tarocchi in diretta. Sono un sensitivo! Sogno di avere come centralinista Irene Ghergo (autrice storica del “GF”, ndr) che mi passa le chiamate…».

Quale nome daresti al programma?
«“I tarocchi di Alfi”. Scritto senza “y”, se no sarebbe troppo trash. E prima che tu me lo chieda, no, non lavoro via Zoom, io le persone devo sentirle dal vivo».

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