Giorgio Locatelli: «Per MasterChef lascio a digiuno Will e Kate»

Parla il nuovo giudice, che vive a Londra ed è il cuoco preferito dai reali inglesi e da molte star

Lo chef Giorgio Locatelli ha preso il posto di Antonia Klugmann nella giuria di “MasterChef Italia”
24 Gennaio 2019 alle 16:49

È il cuoco italiano più amato di Londra: tra i suoi clienti abituali ci sono William, Kate, Harry e Meghan, i reali inglesi, che vanno pazzi per i suoi tortellini. E pure Madonna ha frequentato la sua famosa locanda in Seymour Street, ingolosita dall’insalata di tonno rosso e borlotti. Ora Giorgio Locatelli, 55enne nato a Corgeno, frazione del comune di Vergiate, sul lago di Comabbio, vicino a Varese, è diventato una star anche da noi grazie al suo ruolo di giudice in questa ottava edizione di “MasterChef Italia”, in onda il giovedì su Sky Uno.

• Bruno Barbieri è stato ospite di Sorrisi in diretta. La videointervista

Chef Locatelli, lei era già una celebrità in Gran Bretagna come giudice del “The Big Family Cooking Showdown” (disponibile su Netflix). Perché ha accettato di fare “MasterChef Italia”?
«Sulla cultura gastronomica italiana finora ho girato solo documentari “on the road” per la Bbc con una piccola troupe. Invece a “MasterChef” lavorano 140 persone! Quando me l’hanno proposto ho accettato subito perché per me, che sono andato via dall’Italia a 19 anni dopo il servizio militare, è un riscatto, un onore e un riconoscimento. Ho lavorato in Svizzera, poi al Savoy di Anton Edelmann a Londra, dove mi sono fatto le ossa. Nel 1990 mi sono trasferito a Parigi ricominciando da capo...».

Però dal 2003 il suo ristorante a Londra ha una Stella Michelin fissa e lei ha un altro locale a Dubai.
«Sì, ma in Italia lo sapevano in pochi. I miei genitori sono sempre stati molto schivi, non hanno mai sventolato sotto il naso a nessuno la mia Stella Michelin. Ora la gente ferma mia mamma Pinuccia per strada e lei mi racconta: “Il mio parrucchiere non mi fa più storie se devo cambiare il giorno dell’appuntamento”».

Con i colleghi in giuria è filato tutto liscio?
«Sì, mi hanno accolto con affetto e da loro ho imparato i tempi dello show, per non pestare i piedi a nessuno rovinando le battute degli altri».

Dei concorrenti del talent che cosa apprezza?
«Li ammiro perché hanno messo la vita in “pausa” per inseguire il sogno di diventare chef. I sogni sono tutto».

Il ritorno a casa televisivo è solo “l’antipasto” del suo rientro in Italia anche come ristoratore?
«Ecco, aprire un ristorante sul mare in Sicilia o in Puglia sarebbe un bel sogno. Ma i miei due locali mi danno già abbastanza filo da torcere. Al momento la cosa non rientra nei miei progetti immediati».

Sua moglie Plaxy per lei è una musa ispiratrice?
«In cucina no, ma in tutto il resto della mia vita sì. Spesso cucina lei per me e io mangio qualsiasi cosa. Mia madre dice che sono l’unico uomo dei Locatelli che non si lamenta: amo quando la gente mi dedica il suo tempo ai fornelli e dopo il pasto non mi chiede il conto» (ride).

È vero che i suoi familiari sono vegetariani?
«Solo mia figlia Margherita, detta Dita, che ha 22 anni. Lei è proprio vegana. Plaxy mangia poca carne e vuole sapere sempre da quale allevamento proviene. Mio figlio Jack, 30 anni, mangia tutto».

Il piatto che mette d’accordo tutti e quattro?
«Il pollo arrosto, con le verdure per Dita».

Il suo cavallo di battaglia alla Locanda Locatelli?
«Dipende dalla stagionalità degli ingredienti. In questo periodo facciamo delle linguine aglio, olio e peperoncino coi “velvet crubs”, granchi dalla pancia morbida come il velluto pescati in Irlanda».

La sua ricetta del cuore?
«Il coniglio arrosto di mia nonna Vincenzina. Mi commuovo a ricordarla. Ho lavorato per tante celebrità, ma la prima persona per cui oggi cucinerei con tutto il mio amore è proprio lei, per farle vedere che ce l’ho fatta».

È dura per un italiano cucinare per gli inglesi?
«Devi stare attento a non lasciarti influenzare dal loro palato aperto alle contaminazioni. Rischi di farti scappare troppo la mano con il lime o con lo zenzero».

In “MasterChef Calling”, il documentario che Sky le ha dedicato, il suo amico Gordon Ramsey dice che con lei non si scherza.
«Gordon è abituato al fatto che gli altri lo temano. Ma sa che io non ho paura di lui. Secondo lei da chi ha imparato a preparare i ravioli? Mica li fanno in Scozia da lui... Ci vogliamo bene, mi chiama “my brother”, ma io dico che è troppo brutto per essere mio fratello» (ride).

A chi confida i primi pensieri della sua giornata?
«Alla mia cagnolina Olive. Se mi viene in mente una ricetta nuova al mattino, è lei la prima a cui lo confido».

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