Il vincitore di MasterChef 10 è Francesco Aquila

Podio per Irene e Antonio, quarto classificato Monir

5 Marzo 2021 alle 00:23

"MasterChef Italia 10" ha incoronato il suo vincitore: è Francesco Aquila. Il 34enne cuoco amatoriale pugliese e residente in Emilia-Romagna, a Bellaria-Igea Marina, maître di sala e docente di sala, è stato proclamato dai giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo, Giorgio Locatelli al termine di una finale equilibrata ed avvincente.

Aquila, come è sempre stato chiamato nel corso dell’edizione, ha superato nella finalissima Irene Volpe, 22enne di Roma laureata in design, e Antonio Colasanto, 25enne dottorando in chimica alimentare di Novara. Quarto classificato Monir Eddardary, 29 anni, disoccupato di origini marocchine e residente a Bevagna (Perugia), eliminato nel corso del primo episodio della serata, uno Skill Test che ha ospitato lo chef Chicco Cerea, tre stelle Michelin con il ristorante “da Vittorio” a Brusaporto (Bergamo), e lo chef numero uno al mondo nella classifica “50 Best Restaurants”, Mauro Colagreco, tre stelle Michelin con il suo “Mirazur” a Menton.

Prima di entrare nella Masterclass, Aquila aveva dichiarato di avere un sogno: aprire una catena di ristoranti sfruttando le sue duplici competenze sia in cucina che in sala. Il suo obiettivo era diventare un esempio per i suoi genitori, da cui ha imparato il valore del lavoro, e per sua figlia, nata da una relazione ora finita. I suoi piatti sono sempre stati validi, studiati, e Aquila si è sempre distinto per l’attenzione al dettaglio e per l’essere creativo.

Nel corso della finalissima, i tre finalisti hanno presentato un proprio menù completo. Quello di Aquila si chiamava “My Way”, che il concorrente ha raccontato così: «La vita si divide in tre tempi: il passato, il presente e il futuro. Questi, anche se apparentemente diversi, hanno una cosa in comune: il tempo, che ho da sempre cercato di non perdere, in famiglia e in amore e soprattutto nella mia realizzazione». Il menù del vincitore prevedeva l’antipasto “Tavola pronta”: funghi cardoncelli, stracciatella, borragine, pane, peperone crusco, origano e sfera di gazpacho pugliese; il primo “La Nina, la Pinta e la Santa Maria”, gyoza con ventresca di tonno, ‘nduja e finocchietto, con crema di patata viola, aglio nero e cime di rapa; il secondo “Finestra sul sogno n’capriata di Wagyu”, filetto di Wagyu in consistenze diverse, con fave alla vaniglia, cicoria, puntarelle, porro bruciato, germogli e fiori; il dessert “Scarcedda n’uovo”, una scarcedda – dolce pugliese tipico del periodo di Pasqua – al cocco con finto uovo di Malibù e frutti esotici.

Irene Volpe ha conquistato il pubblico con la sua dolcezza e il suo essere perfezionista, con un enorme talento soprattutto nella pasticceria. Ama informarsi sulla materia prima ed è appassionata di panificazione: in casa ha tre lieviti madre. La sua determinazione e la sua severità con se stessa l’hanno portata a soffrire di disturbi alimentari dei quali parla serenamente e con grande maturità e consapevolezza, e difatti per lei il cibo è anche una terapia.

Questa sera ha presentato il suo “Menù fuori di testa”, che ha poi descritto così: «Una introspezione nella mia mente folle, colorata, poliedrica, piena di tante Irene che mi rendono quello che sono: Irene. Grazie a MasterChef Italia ho riscoperto la passione dentro di me, imparando ad accettarla, e ho iniziato a sperimentare una cucina istintiva senza limiti, senza canoni, facendo sbocciare appieno la mia creatività». Il suo menù quindi prevedeva quattro portate, senza suddivisione classica tra antipasto, primo, secondo e dolce: “Cosce di pecora”, ricotta romana fritta con “osso” di nocciole e coulis di clementine e mentuccia; “Crudo 100%”, acqua di frutti di bosco con banana, funghi, sfere di latte di cocco, dattero, massa di cacao Criollo, olio di legno di ribes nero e sale grigio Bretone; “Tripudio”, cipolla al vino rosso, za'atar e cedro candito con sfoglie all'anice e cicoria ripassata; “Pampapato”, ravioli ripieni di frutta secca, miele e uva passa, con crema di baccalà e aria all'arancia.

Sul podio anche Antonio Colasanto, distintosi dall’inizio di questo percorso a MasterChef Italia per essere ambizioso e competitivo, freddo e determinato, ma anche molto preparato nel suo campo. Il suo interesse per la cucina nasce dalla passione per la pesca, che pratica sin da piccolo con il papà. Anche all'università ha deciso di improntare il suo percorso di studi verso il settore alimentare, studiando chimica applicata all’alimentazione.

Il menù del 25enne dottorando in chimica alimentare di Novara, era intitolato “Il viaggio dentro di me”, ed è stato presentato partendo da una celebre citazione di Marcel Proust: «Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi».

Il menù di Antonio era così composto: come antipasto “My dark side”, finta seppia nera con salsa dark e di piselli; come prima portata “La domenica in Irpinia di un novarese”, un risotto mantecato all’Axridda con sugo di agnello, gelatina di melagrana, battuta di agnello, aneto e fiori di borragine; come secondo piatto “Dedicato al piccioncino di Nonna Emma”, petto e coscetta fritta di piccione con crema di patate alla salsa olandese, verdure spadellate e tartufo; e “La mia torta co’ bischeri”, mousse al cioccolato fondente con uvetta e arancia candita, gelato salato ai pinoli, brigidini, tortino morbido di crema inglese e croccante di isomalto.

Al quarto posto, eliminato nel corso dell’ultimo Skill Test di stagione svoltosi nel corso del primo episodio di serata, il 29enne Monir. Divertente, piacione, permaloso, fumantino, con una parlata umbra irresistibile, di origine marocchina, Monir dice di sentirsi italiano «al 99,9%». Dopo il divorzio dei suoi genitori, sentendosi stretto nella sua vita, ha scelto di andare a vivere in Australia senza avvertire nessuno, ma dopo 5 anni e mezzo si è trovato costretto a rientrare a casa per via del Covid. Il suo sogno è di aprire un locale fusion Italo-marocchino in Marocco.

Il suo percorso si è fermato al termine di una prova ad altissima tensione, lo Skill Test. La sfida più tecnica di MasterChef Italia era come sempre divisa in tre step ognuno dei quali garantiva la salvezza a solo uno dei quattro pretendenti: nel primo dovevano stare al passo dei tre giudici Barbieri, Cannavacciuolo e Locatelli nella preparazione di un piatto creato “a sei mani”; nel secondo, dovevano seguire la ricetta dello chef Chicco Cerea; infine, nel terzo step, i due cuochi amatoriali rimasti dovevano replicare ciascuno uno dei due piatti dello chef Mauro Colagreco.

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