“Io Canto Generation”, quello che non si vede in tv

Noi di Sorrisi siamo andati a curiosare dietro le quinte della sfida televisiva tra giovani talenti condotta da Gerry Scotti

Gerry Scotti è il padrone di casa del talent show
27 Dicembre 2023 alle 08:03

Complice anche l’atmosfera natalizia e gli ottimi risultati di ascolti, a “Io Canto Generation” si respira un’aria di festa. Noi di Sorrisi siamo andati a curiosare dietro le quinte della sfida televisiva tra giovani talenti condotta da Gerry Scotti che si sta avvicinando verso la finale in calendario mercoledì 27 dicembre.

Appena entrati nello Studio 20 di Cologno Monzese (MI), siamo stati travolti da un’ondata di entusiasmo e di allegria da parte di ragazzi e ragazze dotati di una voce straordinaria e con tanta voglia di mettersi in gioco. Tutti ci sono venuti incontro e qualcuno, già nei corridoi, si è messo a cantare. La cosa incredibile è che molti di loro, invece di improvvisare brani rap, trap o pop di oggi, hanno interpretato vecchie canzoni, dimostrando un profondo rispetto per la storia della musica italiana.

È stato bello riascoltare le canzoni più conosciute di Claudio Baglioni, Pino Daniele, Lucio Dalla e Lucio Battisti. Terminate le prove, ci siamo spostati nella sala dove abbiamo mangiato e scherzato. Quindi ci siamo trasferiti nei camerini per qualche ritocco: per esigenze televisive, infatti, anche i ragazzini hanno bisogno di un filo di trucco e di una sistematina ai capelli.

E così siamo arrivati al momento dell’esibizione davanti ai capisquadra Iva Zanicchi, Fausto Leali, Anna Tatangelo, Mietta, Cristina Scuccia e Benedetta Caretta, vincitrice nel 2010 della seconda edizione di “Io Canto”. A giudicare i ragazzi ci sono Al Bano, Michelle Hunziker, Orietta Berti e Claudio Amendola. Ciò che colpisce è l’assenza di rivalità. In un clima che ricorda più quello di una ludoteca che non quello di un talent show, ogni ragazzo sostiene l’altro con amicizia. Lo si intuisce dalla spontaneità dei gesti: abbracci, pacche sulle spalle, incoraggiamenti e occhi lucidi. Insomma, ansia da prestazione sì, ma con un sincero desiderio di crescita e condivisione.

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