Maria De Filippi: «Il nuovo “Amici” ci svela i ragazzi di oggi»

Maria De Filippi alla guida del Serale del talent, che è ormai giunto alla 19a edizione, racconta emozioni e novità

Maria De Filippi
5 Marzo 2020 alle 09:00

Esono 19. È appena cominciato il Serale della 19ª edizione di “Amici”, la più longeva delle creature televisive di Maria De Filippi. E anche quest’anno i nomi del cast sono di prim’ordine: si va da Al Bano e Romina a Vanessa Incontrada, da Gabry Ponte a Tommaso Paradiso, senza dimenticare l’inossidabile Loredana Bertè.

Maria, com’è il suo rapporto con “Amici” rispetto agli altri suoi programmi?
«Sono affezionata a tutti e quattro (“Amici”, “C’è posta per te”, “Tú sí que vales”, “Uomini e donne”, ndr). Nella preparazione fatico di più a “C’è posta per te”, mentre “Amici” comporta un impegno diverso, che è quello di mettere insieme una macchina forse più complessa: i talenti, il varietà e una dimensione umana dei ragazzi».

A cosa è più attenta in questo programma?
«Non voglio che i ragazzi sentano troppo la competizione, la cosa importante è che comprendano il valore di poter trascorrere sette mesi al fianco di professionisti che li aiutano in quello che vogliono poi fare nella vita».

Sono passati quasi 20 anni dalla prima edizione: i giovani sono cambiati?
«Sì. Prima venivano perché amavano cantare sotto la doccia o perché qualcuno aveva detto loro che erano intonati, adesso con il web e gli strumenti a disposizione hanno la possibilità di autoprodursi i pezzi e utilizzano questo programma per far conoscere la loro musica. “Amici” è l’unico talent che non è abbinato a una casa discografica e i ragazzi sono liberi di scegliere».

Qual è la soddisfazione e quale il rimpianto più grande legati alla trasmissione?
«La soddisfazione più grande è riuscire a dare un’opportunità non solo al successo del disco dei ragazzi, ma sapere che qualcuno degli ex allievi ora insegna musica o scrive pezzi di successo per altri. Quanto al rimpianto, a volte sono passati ragazzi talentuosi e non ce ne siamo accorti, ma può succedere. Anni fa venne Ultimo, fece le selezioni e non entrò. Mi è dispiaciuto».

Come vivono i ragazzi di oggi?
«Vent’anni fa, senza telefonino vivevano meglio. Oggi non riescono a non guardare quello che gli altri pensano di loro. Vanno a cercare i commenti e leggono solo quelli negativi. I positivi li saltano. E ci soffrono, ci piangono su, si scoraggiano, si deprimono. E quello che un professore o io stessa possiamo dire loro a voce ha meno forza di quello che leggono scritto tra i commenti, che sono pure anonimi o comunque di persone che nemmeno conoscono. Quello che mi fa più male è che utilizzano il telefonino solo per questo, invece che usarlo come strumento formidabile per conoscere e scoprire nuove cose».

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