“MasterChef”, il 17 dicembre parte la decima stagione

I giudici Giorgio Locatelli, Antonino Cannavacciuolo e Bruno Barbieri ci raccontano le loro disavventure in cucina

I tre giudici di “MasterChef”: da sinistra, Giorgio Locatelli, Antonino Cannavacciuolo e Bruno Barbieri
10 Dicembre 2020 alle 12:58

«Ho assaggiato cose che voi umani non potete neppure immaginare!». Questo ci hanno raccontato (parafrasando il celebre monologo del film “Blade runner”) i tre giudici di “MasterChef”, a cui abbiamo chiesto di ricordare, tra le sorprendenti pietanze che hanno incontrato, quelle... francamente immangiabili.

Dopo le premesse di rito («Sia chiaro, quando sperimenti e cerchi di inventare qualcosa di nuovo, sbagliare ci sta. Solo chi non fa non sbaglia» dice per esempio chef Cannavacciuolo) i tre si lasciano andare e vuotano il sacco dei peggiori piatti. Certo il materiale non manca, visto che “MasterChef” (che ricomincia il 17 dicembre su Sky Uno) è arrivato quest’anno alla decima edizione, le pietanze cucinate per il programma sono ormai migliaia e... Bruno Barbieri le ha assaggiate tutte! Mentre Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli si fermano rispettivamente a sei e tre stagioni.

Cominciamo dunque proprio dal decano della trasmissione: «A parte il “boazzone” mi ha fatto molto arrabbiare chi ha maltrattato lo “Scrigno di Venere”. Si tratta di un involucro di pasta brisée che contiene un ripieno di tortellini. Lo “scrigno” del concorrente era sfasciato e i tortellini cadevano tutti fuori... un insulto alla tradizione bolognese!». Un insulto a quella pugliese, secondo Locatelli, è invece il modo in cui diversi concorrenti hanno cucinato i Turcinelli, involtini tipici con un ripieno di cuore, fegato e polmoni. «Erano crudi. Avete mai provato a mangiare le frattaglie crude? Non ve lo consiglio...». E Cannavacciuolo ha ancora gli incubi notturni per gli gnocchetti piselli e speck di un concorrente: «Duri come sassi: infatti Joe Bastianich ne lanciò uno contro la parete e per poco non ruppe una vetrata».

Ma insomma, ai grandi chef non capita mai di combinare qualche orrore? Con stupore scopriamo di sì! «Quando lavoravo sulle navi, da ragazzo, ero addetto alla salsa bernese» ricorda Barbieri. «Una volta l’ho sbagliata di brutto e gli altri cuochi della brigata per punizione mi “buttarono” fuori da un oblò tenendomi solo per le scarpe. Che spavento... Da allora sono rimasto traumatizzato dalla bernese: ecco perché la chiedo spesso».

Parliamo ora di questa decima edizione che a un certo punto sembrava a rischio: come realizzare uno show in epoca Covid? Le selezioni hanno seguito un iter particolare: «Per evitare assembramenti» spiega Cannavacciuolo «siamo andati noi nelle case degli aspiranti... ma virtualmente. Ci siamo collegati con le loro cucine e li abbiamo visti lavorare. I migliori venivano poi convocati per una prova dal vivo». Durante la registrazione della gara vera e propria «abbiamo vissuto quattro mesi e mezzo come monaci» racconta Locatelli. «Ogni mattina un’auto ci prelevava e ci portava negli studi. Tampone, registrazioni fino a sera, e di nuovo a casa. Per non correre rischi anche la spesa veniva fatta nella cantina del programma!». Il risultato? «Facevamo molti scherzi» assicura Cannavacciuolo «e a furia di stare insieme siamo diventati più amici che mai». E i concorrenti? «Questa volta ho trovato un livello veramente alto» dice Barbieri. «In dieci anni la conoscenza culinaria degli italiani è aumentata: segno che il programma ha fatto il suo dovere!»

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