“Matrimonio a prima vista”, la storia della coppia che non riesce a separarsi

La curiosa vicenda di una coppia che si è sposata nel reality di Sky: Wilma Milani e Stefano Sobansi sono sposati in tv, ma dopo due anni e mezzo sono ancora legalmente marito e moglie anche se non lo vogliono da... subito

Stefano Soban e Wilma Milani il giorno del matrimonio celebrato il 21 novembre 2016 davanti alle telecamere
20 Giugno 2019 alle 15:50

È un grande classico delle chiacchierate sotto l’ombrellone: «Nei reality televisivi è tutto finto». Non proprio tutto, evidentemente. Chiedetelo a Wilma Milani e Stefano Soban, lei cantante di Abbiategrasso, in provincia di Milano, lui gelataio di Alessandria. Si sono sposati in tv, a “Matrimonio a prima vista”, ma quando sono usciti dallo schermo si sono imbattuti nella realtà, quella vera. Risultato: dopo due anni e mezzo sono ancora legalmente marito e moglie anche se non lo vogliono da... subito. Ma andiamo con ordine, perché la storia è complicata.

• Sposarsi in tv: i programmi che parlano di matrimonio

Il programma “Matrimonio a prima vista Italia” è la versione nostrana di un format televisivo americano. Va in onda da tre stagioni in prima serata su Sky Uno e viene poi replicato su Tv8. Nel programma, che viene definito “un esperimento sociale”, il sociologo Mario Abis, la sessuologa Nada Loffredi e lo psicoterapeuta Gerry Grassi scelgono tre coppie tra una moltitudine di cuori solitari, basandosi su un “coefficiente di compatibilità”. Dopo averlo comunicato ai genitori (non sempre entusiasti, anzi), le tre coppie si sposano “al buio”, senza essersi mai viste prima. Cerimonia, pranzo, e luna di miele sono a carico della produzione, che però in cambio chiede un “piccolo” favore: potere spiare per tre mesi gli sposini. Durante questo periodo il sociologo, la sessuologa e lo psicoterapeuta monitorano l’andamento della relazione e intervengono se necessario. Al termine del trimestre le coppie sposate decidono se proseguire con il matrimonio o separarsi. Se lo fanno prima, devono pagare una penale (si parla di 100 mila euro, ma i produttori non confermano) stabilita dal contratto firmato con la produzione della trasmissione. Se le cose tra i due non funzionano, la società offre ai coniugi la possibilità di avviare l’iter di separazione consensuale entro sei mesi dalla celebrazione del matrimonio, facendosi interamente carico delle spese.

Probabilmente il “coefficiente” stabilito dai tre esperti va rivisto, perché ben otto delle nove coppie che finora hanno preso parte all’esperimento si sono separate. E Wilma e Stefano non sono l’eccezione. Loro, oseremmo dire, si sono trovati profondamente incompatibili fin dal primo istante, ma, si sa, “lo show deve continuare”.­

Al momento di presentare le carte per la separazione, però, c’è stata una sorpresa. Per un errore di trascrizione, la città e la data delle nozze non corrispondevano. «In queste condizioni» spiegava il funzionario del Comune di Abbiategrasso «non si può procedere con la separazione».

Certo, si sarebbe potuto correggere l’errore, ma Wilma e Stefano hanno pensato di cogliere l’occasione per sanare tutto dall’inizio, ovvero chiedere l’annullamento. Cancellare tutto, come se quel programma non fosse mai andato in onda. E ritrovarsi così nubile e celibe nei documenti. In fondo, dicono, se non fosse stato per la penale prevista dal contratto loro si sarebbero lasciati subito. La burocrazia, si sa, ha i suoi tempi, e dopo due anni e mezzo è arrivato il verdetto del giudice: «Quell’errore di forma non basta a inficiare le nozze, che restano valide, né l’esistenza di una penale configura un illecito. I due giovani avevano sottoscritto un contratto ed erano consapevoli delle conseguenze».

La produzione, Nonpanic S.r.l, interpellata da Sorrisi, precisa: «Le persone che chiedono di partecipare al programma scelgono liberamente di contrarre matrimonio davanti a un ufficiale di Stato civile. Ciò è a loro ben noto, in quanto sono chiamati a sottoscrivere una clausola contrattuale che testualmente dice: “Condizione essenziale per la Sua partecipazione al programma nei termini e modi di seguito specificati è che Lei contragga matrimonio liberamente e senza riserve”». Inoltre, aggiungono i produttori, «il contratto sottoscritto dai partecipanti non li obbliga a contrarre matrimonio né tanto meno prevede penali nel caso in cui uno o entrambi i nubendi cambino idea. Come in tutti i contratti di partecipazione a una produzione televisiva è prevista una penale solo in caso di violazione del patto di esclusiva e degli obblighi di riservatezza o se l’eventuale ingiustificato abbandono del programma possa causare un danno alla produzione. L’abbandono del programma, peraltro, è cosa diversa dall’eventuale decisione di non procedere più alle nozze, scelta che comunque consente di proseguire nella partecipazione al programma».

Insomma, il 4 aprile scorso il Tribunale di Pavia, nel respingere la richiesta di annullamento, ha confermato la validità del «Matrimonio a prima vista». Wilma e Stefano potranno fare ricorso sperando di ottenere l’annullamento (ovvero la cancellazione totale delle nozze) o ripresentare la pratica con le date corrette e separarsi in sei mesi. Nel frattempo le nozze restano valide (e il gusto “Wilmy”, creato in onore della moglie, è ancora presente nella gelateria di Stefano). Intanto si sta preparando la quarta edizione del programma, che in autunno traslocherà su Real Time e 1.400 candidati sperano che il “coefficiente di compatibilità” porti loro in dono il Vero Amore.

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