«Ho detto di sì a Milly Carlucci perché in me c’è un pizzico di follia. Ma l’amore per quello che faccio mi mantiene giovane» ci ha raccontato l'attrice diventata famosa per essere stata la moglie di Fantozzi
Ha fatto un’ora e mezzo di allenamenti, ha appena terminato una seduta di fisioterapia e ora Milena Vukotic si siede al tavolino del bar dell’Auditorium del Foro Italico per la nostra intervista «ma non prendo nulla, grazie. Il caffè non l’ho mai bevuto perché non mi piace». Poi è attesa in sala costumi per provare gli abiti di sabato sera a "Ballando con le stelle".
Signora Vukotic: sono ritmi frenetici!
«È come trovarsi dentro a un meraviglioso frullatore!».
Dal suo tono di voce rilassato, dalle movenze pacate e dalla gestualità elegante non si direbbe…
«Il mio insegnante Simone Di Pasquale mi ripete sempre: “Scialla!”. E io cerco di essere “sciallosa”!».
È un’espressione tipica degli adolescenti: può spiegare cosa significa?
«Vuol dire lasciarsi andare, rilassarsi, prendere le cose come vengono… almeno credo (ride)».
Come mai è qui a “Ballando con le stelle”?
«Perché è una proposta che mi è stata fatta e che io, con quel pizzico di follia che mi ritrovo, ho accettato con gioia. Milly Carlucci è una donna straordinaria che contagia tutti con la sua energia positiva e benefica».
Lei danzava, da ragazza.
«Ho cominciato da bambina perché ero magrissima e mi piaceva ballare. Sono arrivata a danzare professionalmente in una compagnia internazionale ma è durata poco, solo tre anni».
Come mai?
«Allora vivevo a Parigi. Un giorno ho visto il film di Fellini “La strada” e ho capito che il mio sogno era riuscire ad avvicinare il mondo magico di Federico Fellini. Ho abbandonato la danza e mi sono trasferita in Italia».
E dopo qualche anno ha ripreso a danzare...
«Sì, dopo una “piccola” parentesi di 60 anni sono tornata alla danza. Non è stato naturale, sebbene il corpo abbia una memoria della danza. Il fatto è che il corpo la memoria ce l’ha, sono i muscoli che si sono dimenticati tutto!».
Il suo personaggio di Pina, la moglie di Fantozzi, è un vero e proprio cult.
«Mi chiamano tuttora Pina e mi fa piacere perché c’è affetto. L’altro giorno stavo attraversando e da una macchina sento: “Ciao signora Fantozzi!”. Era la prima volta che mi chiamavano così!».
Un ricordo di Paolo Villaggio?
«Una sera venne a casa mia a cena con Federico Fellini. Poverini...».
Perché?
«Io non sono mai stata una grande cuoca, però quella volta mi impegnai molto».
Il risultato?
«Paolo mise subito le mani avanti: “Ne prendo appena un assaggio perché io mangio poco...”. Invece avevo fatto un’ottima pasta con le zucchine e poi mi chiese il bis. Che soddisfazione!».
Con Rita Pavone, invece, ha fatto “Il giornalino di Gian Burrasca”.
«Per Rita ho una ammirazione sconfinata, tra noi è nata un’amicizia. Quando mi ha visto in tv mi ha chiamato, dicendomi che l’esperienza di “Ballando” per lei è stata fantastica e siamo state un’ora a chiacchierare al telefono».
Lei ha lavorato con grandi registi: Fellini, Scola, Zeffirelli, Monicelli, Bertolucci...
«Io avevo il sogno di lavorare con Fellini, che poi è diventato un amico. Con lui e con Giulietta (Masina, la moglie del regista, ndr) ci frequentavamo. Una volta gli chiesi un parere: mi avevano proposto un lavoro ma non sapevo se accettare. Lui mi disse: “Nel limite della decenza bisogna fare tutto, per tre motivi. Il lavoro ti appaga, in quanto sei impegnata e non sei a casa ad aspettare; il tuo nome comunque gira e non viene dimenticato, e poi, cosa non trascurabile, ti guadagni la tua vita”. Io questa cosa la tengo sempre presente: non tutto quello che ci propongono ci dà gioia, ma è comunque lavoro e il lavoro va rispettato».
Un altro ruolo che le ha dato grande popolarità è quello di nonna Enrica in “Un medico in famiglia”, accanto a Lino Banfi.
«Subito dopo la prima puntata di “Ballando” Lino mi ha mandato un messaggio affettuoso. E poi l’ha mandato anche a mio marito dicendogli :“Hai visto che moglie magnifica che abbiamo?”. Perché Lino mi dice sempre: “Sono il tuo secondo marito!”».
Signora Vukotic come fa a essere così in forma?
«Io credo che la danza classica sia stata importante per il corpo, anche per il rigore che impone. Poi per il resto sarà l’amore per quello che faccio, che è senza fine: penso sia questo che ci mantiene positivi e di conseguenza pieni di energia».