La conduttrice ci anticipa le novità di questa edizione e confessa: «Avevo un ruolo per Chiara Ferragni, ma ha detto che non se la sente»
Dal 2005 è una vera istituzione del sabato sera di Rai1, con schiere di appassionati che puntualmente mandano in tilt i social con i commenti alla puntata in diretta. È la magia di “Ballando con le stelle”, che torna dal 28 settembre con la 19a edizione. Mentre fervono i preparativi all’Auditorium Rai del Foro Italico a Roma, Milly Carlucci ci ha svelato i segreti del varietà e i suoi sogni per il futuro.
Cosa aspettarsi da questa edizione?
«Durerà di più: avremo due puntate e una coppia in gara in più rispetto agli anni passati».
Tra le novità ci sono anche diversi nuovi maestri. Sarà lo stimolo per un po’ di sana competizione?
«Sì. Sono tutti ragazzi legati da anni di campionati di ballo insieme, sono quasi tutti passati per le sapienti mani di Carolyn Smith. Poi è ovvio, un maestro nuovo ha voglia di farsi notare».
Qual è il concorrente che ci stupirà di più?
«Le nostre concorrenti vi stupiranno perché non sono per niente scontate. Pensa a Federica Pellegrini, che tutti aspettano al varco perché denominata “la Divina”, che dovrà gareggiare fuori dall’acqua, il suo elemento. Oppure a Sonia Bruganelli, una manager che dovrà dimostrare la sensualità e la morbidezza di una donna di spettacolo».
Sonia Bruganelli e il ballerino Angelo Madonia, uno dei maestri, sono uniti nel privato ma non balleranno insieme.
«È una decisione presa di comune accordo per competere sullo stesso piano degli altri concorrenti».
Mettersi in gioco è lo spirito di “Ballando”.
«Proprio così. Uscire dalla propria routine è il modo per sentirsi vivi e restare giovani: sfidiamo noi stessi e ci addentriamo in un territorio nuovo che ci arricchisce».
Furkan Palali, il bello di “Terra amara”, come se la sta cavando con l’italiano?
«Furkan è una persona molto scrupolosa: ha iniziato a studiare la nostra lingua otto mesi fa con grande passione e lo parla già. L’ho messo in guardia: l’italiano è una lingua complicata, ma non deve preoccuparsi troppo delle tante regole».
Ivano e Silvano Michetti dei “Cugini di campagna” hanno criticato Selvaggia Lucarelli dopo aver partecipato insieme al reality “La fattoria” nel 2006. Vedremo scintille?
«Nel nostro programma gareggeranno tutti e quattro i componenti della band, non solo i gemelli. E poi l’elenco delle persone con qualcosa da dire a Selvaggia è molto lungo, come ho scoperto negli anni (ride). La cosa interessante è che, con il tempo, le persone cambiano. Io dico sempre a tutti che quello di “Ballando” è un mondo a parte. Ricominciamo da zero e vediamo quello che succede».
Lei ha detto di avere un ruolo in mente per Chiara Ferragni in questa edizione. Ci sono novità?
«No, purtroppo no. Chiara non se la sente».
E Renzo Arbore, il suo mentore?
«Non sono ancora riuscita a convincerlo, ma non mi arrendo: chissà che prima o poi...».
Un altro colpaccio sarebbe Gabriella, sua sorella, come “ballerina per una notte”.
«Gabriella è una trottola, è sempre impegnatissima in giro per il mondo: faccio fatica a vederla per cena!».
Qual è il nome che sogna di portare a “Ballando”?
«Michelle Obama, non ho dubbi: è una donna contemporanea che incarna l’eleganza senza tempo».
Anna, l’altra sua sorella, cura i social del programma. Com’è lavorare insieme?
«Ci capiamo al volo, non ci servono riunioni. Per me, da sorella maggiore, a volte è frustrante perché Anna è molto avanti su tutto ciò che riguarda la modernità e la tecnologia: lei sa tutto, anche quello che stanno ancora inventando!».
Il segreto della sua tv “garbata”?
«“Ballando” si inserisce nella tradizione del grande varietà di Rai1, a cui noi abbiamo aggiunto l’elemento del talent show. La nostra è una tv che parla di sacrificio, di lavoro e di merito, ma anche di sogni da realizzare».
Essere “nazional-popolari“ non dev’essere facile.
«Per nulla, oggi è più difficile. Lo streaming ha creato tante nicchie di pubblico diverse, quindi trovare un linguaggio capace di parlare a tutti è diventata la sfida con cui ci misuriamo ogni giorno. Per innovare “Ballando” mi ispiro alle serie che vedo su Netflix e Prime: bisogna conoscere il mondo in cui siamo immersi, e a me piace guardare di tutto».
Lei è stata allenatrice di pattinaggio per 13 anni. Che cosa le è rimasto di quell’esperienza?
«La capacità di tenere il polso della situazione emotiva. L’aspetto psicologico è fondamentale per chi gareggia, e aiuto le nostre coppie di ballerini a trovare la loro armonia. L’allenatore deve infondere fiducia nei mezzi di chi compete, è il loro primo tifoso».
“Ballando” unisce le sue due grandi passioni, sport e spettacolo. Sette giovani su dieci scelgono lo sport per migliorare la loro vita. È un rimedio contro il disagio?
«Mi piacerebbe che lo sport fosse obbligatorio per i ragazzi, specialmente quelli di oggi, impreparati di fronte al fallimento. I nostri giovani vivono tanto sui social e inseguono un’illusione di successo divenuta una realtà parallela. Lo sport insegna a incassare i colpi e come ci si rialza dopo una caduta. Non solo: allenandosi si impara il valore della costanza. Il successo non si ottiene tutto e subito, bisogna perseverare e continuare a credere nel proprio sogno, soprattutto quando sembra impossibile da raggiungere».
Dalla modella transgender Lea T a Giusy Versace, “Ballando” si impegna a portare sullo schermo le storie di coloro che spesso trovano poco spazio in tv.
«Ne siamo molto orgogliosi e ci impegniamo a continuare in questa direzione. L’inclusività è un valore fondamentale del nostro racconto, perché mostriamo la realtà così com’è intorno a noi, perché è una realtà di cui non possiamo fare a meno. Molte persone di fronte a ciò che non conoscono si spaventano, ma guardando da vicino queste diversità si impara che sono soltanto prospettive di ciò che è considerato normale».
Un suo programma che le piacerebbe riportare in televisione?
«Senz’altro “Il “cantante mascherato” è un progetto che vorrei riproporre: abbiamo in mente dei cambiamenti da apportare al format e ci piacerebbe sperimentarli, ma è ancora presto per parlarne con la Rai. Adesso siamo impegnati col nostro campionato di ballo».
Ci anticipa il nome di un “ballerino per una notte?”
«Nella prima puntata, assieme alle nostre campionesse del volley medaglia d’oro a Parigi, ci sarà un altro personaggio molto interessante che fa parte della nostra storia olimpica. Il nome lo scoprirete tra poco, ma secondo me potete indovinarlo...».
Le piacerebbe tornare a condurre “Sanremo”?
«“Sanremo” è un progetto enorme: non è tanto la conduzione, quanto la direzione artistica a rappresentare una grossa responsabilità e un grosso peso. Per questa ragione sono felicissima che a farlo siano personaggi come Carlo Conti, o com’è stato Amadeus, che hanno saputo gestire alla grande la competizione canora. Se mi inviteranno ne approfitterò per indossare un super abito da sera e potrò fare una bella discesa dalla scalinata. Ma di fare il direttore artistico per ora non se ne parla».