Milly Carlucci, un’edizione di “Ballando” tra mille ostacoli

Alla fine di una edizione molto complicata del suo show, ripercorre i momenti più difficili che ha dovuto superare

Milly Carlucci è già al lavoro su “Il cantante mascherato 2”, in onda a gennaio
26 Novembre 2020 alle 09:14

La premessa è questa: al momento dell’intervista con Milly Carlucci, la finale di “Ballando con le stelle” non è ancora andata in onda. Però abbiamo già visto nove puntate. Abbastanza per fare un bilancio.

• Ballando con le stelle 2020: i vincitori sono Gilles Rocca e Lucrezia Lando

Milly, una 15ª edizione... indimenticabile, a dir poco.
«Eccome! E chi se la scorda?».

È stata di parola, prima dell’inizio aveva assicurato: «Sarà un’edizione sorprendente».
«È vero (ride)! È stato come un percorso di guerra. Saremmo dovuti andare in onda il 28 marzo e dalla fine di febbraio eravamo all’Auditorium ad allenarci. Sembra una vita fa. Poi ci siamo dovuti tutti chiudere in casa».

Ripercorriamo insieme il percorso (a ostacoli). Dopo il lockdown avete ripreso ad allenarvi. Sembrava tutto pronto per partire il 12 settembre. E invece no...
«Samuel Peron è risultato positivo al Covid. A lui si è aggiunto anche Daniele Scardina. Ci sembrava impossibile, ci eravamo controllati prima di ricominciare ed eravamo tutti negativi. E invece... Prove interrotte, ambienti sanificati, nuovi tamponi e partenza rimandata».

Arriva finalmente il 19 settembre: si comincia, stavolta sul serio. Cosa ha pensato entrando in studio per la diretta della prima puntata?
«“Speriamo di farcela”. Perché la sensazione non era quella di essere arrivati, anzi. Avevamo già capito che stavamo entrando in un mare in tempesta».

E con onde alte: dopo pochi giorni Raimondo Todaro non si sente bene.
«Appendicite, in peritonite, con infezione galoppante».

Quando Raimondo le ha detto che stava male cosa ha fatto?
«Quello che si fa in questi casi: scatta la nostra organizzazione in tema di salute. Nostro malgrado, negli anni abbiamo perfezionato una protezione medica sia per gli infortuni, con una clinica specializzata dove seguono anche i calciatori, sia per tutto quello che può accadere, con il Policlinico Gemelli, dove Raimondo è stato operato. Per fortuna è andato tutto bene. Per dieci giorni è rimasto fermo, poi poco alla volta è tornato in forma».

A quel punto si è fatta male proprio la sua ballerina: Elisa Isoardi, alla caviglia.
«E mica una semplice distorsione: infiammazione del tendine, dei legamenti, del nervo, contusione dell’osso... una cosa complessa».

E lei che cosa ha pensato?
«Ormai ero come anestetizzata: non mi sono neanche posta il problema della reazione emotiva. Una volta affidata alle cure della clinica di cui parlavo prima, abbiamo pensato a una soluzione. E nel frattempo, continuavamo tutti a monitorarci con i tamponi».

Quanti ne ha fatti?
«Non meno di una quindicina. È cominciata una specie di gara a chi ne faceva di più... e abbiamo fatto i conti con il balletto dei positivi, degli asintomatici, con chi andava messo in quarantena, chi si è negativizzato. Si sono visti solo i casi del cast, ma ne abbiamo avuti altri dietro le quinte. D’altronde siamo a rischio, perché noi non viviamo in una bolla: la sera ce ne torniamo a casa e lì ci sono mogli, mariti, figli. Per esempio, un nostro autore si è ammalato perché contagiato dalla figlia, a sua volta contagiata a scuola».

Quest’anno non si è fatta mancare niente, nemmeno l’intossicazione alimentare!
«Quello è stato un capolavoro! Marco De Angelis e Lucrezia Lando escono venerdì sera, vanno a mangiare una bistecca al sangue e... domenica erano con la febbre a 40 e tutti i sintomi di una grave intossicazione. Sono stati malissimo. Anche lì, dopo aver assicurato l’assistenza medica, con gli autori abbiamo dovuto trovare una soluzione per i loro partner: Vittoria Schisano ha ballato con Samuel Peron e Gilles Rocca si è esibito da solo».

Forgiata da tutto questo, quando Alessandra Mussolini durante l’esibizione è crollata a terra lei non si è scomposta: è arrivata con la bustina di zucchero in mano e non ha fatto una piega, mandando la pubblicità.
«(Sorride). Arrivati fin lì, uno svenimento cosa vuole che sia? Per carità, in altri tempi ci saremmo tutti agitati, ma in quel caso abbiamo subito capito che non era niente di grave. Alessandra era debole perché non aveva mangiato e si è afflosciata sulla testa di Maykel Fonts in un sollevamento».

A proposito di Maykel, anche lui è risultato positivo proprio alla vigilia della finale...
«Potevamo non chiudere così?».

Milly, lei ha sempre mantenuto il sorriso, ma qual è stato il momento di scoraggiamento più profondo?
«All’inizio, quando abbiamo avuto la notizia della positività di Samuel. Mi sono chiesta: come faremo ad arrivare alla fine di questa lunga avventura? È lì che si è rivelata in tutta la sua altezza la montagna che avevamo davanti e che ci accingevamo a scalare».

Come ce l’avete fatta?
«Non ci siamo fatti prendere dal panico: a ogni problema abbiamo cercato di trovare una soluzione, anche creativa, per andare avanti. Ha funzionato».

Dica la verità, l’ha preso un cornetto portafortuna?
«Altro che cornetto, ci vogliono camionate di cornetti! Ma non c’erano amuleti che tenessero. In un momento così difficile per tutti, la cosa più bella che le persone mi hanno detto è stata: “Peccato che finiate, siamo chiusi in casa e ci fate tanta compagnia”. Per questo mi sono raccomandata: da noi non si parla di pandemia, di malattia. Dobbiamo fare i pazzi e far divertire la gente».

È stata un’edizione speciale anche per un altro motivo: l’abbiamo vista commuoversi per il ballo di Daniele Scardina con la mamma.
«Nelle difficoltà si diventa più fragili. E non parlo di “Ballando”: alla fine chi se ne importa, è un programma televisivo. In questo momento così difficile ti senti fragile, esposto alle intemperie e ti aggrappi alle cose che ti sono care. Io ho sempre avuto i miei figli all’estero, per me è normale, ma ora avere Patrick a Londra mi pesa. E quando ho visto Daniele ballare con la mamma, mi sono scese le lacrime».

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