Parla il vincitore di “Tú sí que vales”, il dodicenne Samuele Palumbo

Ha stupito con il suo entusiasmo, i saltelli, i virtuosismi e i suoi riccioli ribelli

2 Dicembre 2023 alle 08:19

Ha stupito con il suo entusiasmo, i saltelli, i virtuosismi e i suoi riccioli ribelli: il violinista Samuele Palumbo, 12enne nato a Cefalù (PA), ha vinto l’ultima edizione di “Tú sí que vales” dopo una splendida esecuzione orchestrale di “Bohemian Rhapsody” dei Queen che ha incantato la giuria e conquistato il pubblico.

Adesso Samuele è tornato a casa in Sicilia, a Campofelice di Roccella (PA). Accanto a lui ci sono il papà Filippo e la mamma Monica, che abbiamo visto commuoversi in studio la sera della finale mentre sollevava al cielo il “cartonato” del figlio dopo la vittoria: un escamotage, perché per legge dopo la mezzanotte i minori non possono apparire in tv. Spiega proprio mamma Monica: «Ringrazio mio marito, perché quando si doveva decidere chi di noi dovesse andare in studio per la premiazione mi ha detto: “Vai, se mai Samuele dovesse vincere prenditela tu questa vittoria”». E che vittoria, sabato 18 novembre, con il 45 percento al televoto.

Samuele, tu dov’eri mentre mamma ringraziava tutti quelli che ti avevano votato?
«Ero in hotel con papà davanti alla tv a guardare la diretta: è stato molto emozionante, una soddisfazione. Ci tengo a ringraziare i giudici, i conduttori, lo staff: sono stati gentilissimi con me, dal primo all’ultimo minuto. E ringrazio soprattutto Maria De Filippi, che mi ha chiamato dopo la vittoria e ha capito subito il messaggio che volevo dare: io ero lì per divertirmi!».

E i tuoi compagni come ti hanno accolto a scuola?
«Io faccio la terza media. I compagni erano felici e con i professori hanno organizzato una festicciola per me, con i pasticcini: è stato bellissimo, abbiamo rivisto la finale nella tv della scuola almeno dieci volte!».

Nella clip introduttiva della finale hai confidato che vincere ti avrebbe ripagato dei tanti sacrifici fatti finora. Ed è stato così?
«Sì. Vado a scuola al mattino, poi al pomeriggio studio al Conservatorio “Alessandro Scarlatti” di Palermo con la professoressa Roberta Di Marco (vedi box nella pagina a fianco, ndr) e suono anche con i giovani della Fondazione “Teatro Massimo” di Palermo, con il Maestro Michele De Luca. Faccio tanta strada per gli spostamenti, e a volte devo rinunciare agli svaghi: alle uscite con gli amici, ma anche alle partite di calcio, perché gioco da quattro anni come attaccante. Però ne vale la pena».

Perché hai scelto di studiare proprio il violino?
«Lo suona anche mia sorella Miriam, che è più grande di me di due anni. Io da piccolo la guardavo e mi piaceva, così ho detto alla mamma: “Posso suonarlo pure io?”. Ho cominciato le mie lezioni a 6 anni, con la Maestra Marcella Napolitano. Adoro il violino, è uno strumento molto espressivo, giocoso, c’è il vibrato. Riesco a trasmettere tutti i miei sentimenti».

Cosa ti piacerebbe fare con i soldi del premio?
«Un po’ li metteranno da parte i miei genitori per il mio futuro, per lo studio, e in parte andranno in beneficenza per una missione in Africa. Io però vorrei comprare anche altri strumenti».

Suoni altri strumenti?
«Sì, ho studiato il pianoforte al Conservatorio e adesso continuo da autodidatta. E suono pure la batteria a livello amatoriale, la chitarra, sia classica sia elettrica, il flauto, l’armonica e la fisarmonica».

Aspetta, aspetta. Devo chiedere una cosa alla tua mamma... Signora, i vicini di casa non si lamentano?
La mamma: «Del rumore? Per fortuna d’inverno abitiamo in una villetta da soli. Gli unici “disturbati” siamo noi. D’estate, invece, ci trasferiamo in hotel dove lavora mio marito: lui è capovillaggio della struttura che si chiama Costa Verde. Lì mio figlio è accolto come una mascotte».

Senti, Samuele, ma la tua mamma che cosa ti ha preparato di buono da mangiare per festeggiare?
«In realtà non mangio moltissimo».
Interviene la mamma: «Per farlo felice gli faccio la pasta in bianco. Solo con l’olio: non vuole neanche il formaggio».

Samuele, tu suoni di tutto, dai Coldplay a Vivaldi. Ma il pezzo classico che più ti rappresenta qual è?
«A me piacciono i fuoriclasse, ognuno nel suo genere, dai classici al pop: Mozart o i Queen, è lo stesso».

E il brano preferito di mamma?
Risponde la mamma: «A me piace quando vedo mio figlio saltellare entusiasta e divertirsi. Pezzi come i can-can di Offenbach sono perfetti».

Se saltelli, ti si spettinano i ricci. Chi ha i capelli così in famiglia?
«Li ho presi dal mio bisnonno e da mio nonno materno, Giovanni».

Qualcuno dice che somigli ad Angelo Branduardi. Che effetto fa?
«Per me è un onore, ma non per i capelli: perché è un grande cantautore».

Musica a parte, che passioni hai?
«Amo la matematica e infatti l’anno prossimo mi iscriverò al liceo scientifico. E l’astronomia: ho un telescopio e quando il cielo è limpido ogni tanto mi metto a guardare le stelle. Ma ho anche la passione per l’aviazione e vorrei diventare pilota civile».

Il posto più strano dove ti piacerebbe suonare il tuo violino?
«Un posto da record, dove non è mai stato nessuno. Sul monte Everest, oppure in una stazione spaziale! Il mio sogno un giorno è esibirmi con una mia grande band, un’orchestra».

A chi dedichi la tua vittoria?
«A tutti quelli che non credono in se stessi. Se credi in te stesso, puoi fare l’impossibile».

Samuele, sei molto saggio. Chissà quante ragazzine si saranno innamorate vedendoti in tv...
«Veramente qualcuna mi faceva gli occhi dolci già da prima della tv».

E la mamma che dice? È gelosa?
La mamma: «Aiuto, non sono ancora pronta per questo (ride)».

E Samuele è diventato rosso in viso.

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