Nel 2011 un suo spettacolo in programma al Teatro alla Scala è stato fortemente voluto dal Metropolitan Opera House di New York. Il Bolshoi Ballet di Mosca, “allergico” all’insegnamento da parte di maestri non russi, l’ha invitato come docente. Luciano Cannito, con 40 anni di carriera nel mondo della danza, con gli occhi di un falco osserva e giudica i talenti del Serale di “Amici”.
Maestro Cannito, cosa differenzia l’opinione di un esperto di danza dal suo giudizio?
«In un’esibizione il 50 per cento è un fatto emozionale e, per così dire, artistico. L’altro 50 è quello che valuto io, ovvero tutto ciò che nella danza è piuttosto oggettivo, come la precisione nei movimenti, la tecnica e le linee».
È un’edizione di personalità spigolose, come fa a essere obiettivo?
«È difficilissimo, ma le faccio un esempio. Se lei fa spesso dolci, capirà già dall’impasto se verrà bene la torta. Questo anche se la ricetta è autorevole e la foto con cui viene presentata è carina. Il segreto? Non mi faccio distrarre dal contorno».
Come fa a valutare i ballerini?
«In televisione durante l’esibizione voi vedete Maria, i giudici e il ballerino che danza. Io guardo più telecamere puntate solo sul ballerino. Mi basta un cenno della mano perché un tecnico dedicato riporti indietro l’esibizione e me la faccia rivedere al rallentatore».
Oltre a votare che compiti avete?
«Sono molti in realtà, anche se non si vedono. Per ogni esibizione lasciamo degli appunti che la produzione fa avere ai professori e se serve anche ai ragazzi, per migliorare».
Tra i vostri doveri c’è anche quello di “controllare” gli insegnanti?
«Certo. Interveniamo poco perché di solito non ci sono grosse discrepanze tra la nostra visione e quella generale. Ma se dicono una cosa non vera dobbiamo intervenire. Quando è servito, come è noto, mi sono fatto sentire!»
Avremmo voluto sentirvi di più.
«Un arbitro durante una partita non parla o lo fa pochissimo e solo se necessario. Fa parte del ruolo essere un po’ in disparte».
Di solito siete posizionati in mezzo al pubblico, che però nelle ultime settimane non era presente a causa dell’emergenza sanitaria.
«È durissima. “Amici” è un’arena, la gente è la benzina di quel colosseo. Siamo meno distratti ma manca un po’ quell’atmosfera da grande festa».
Sarebbe contento se venisse istituito un premio della giuria Var?
«È un’idea fantastica! Credo che il pubblico sarebbe molto curioso di conoscere il nostro personale vincitore».
Come uscirà la danza da questa emergenza coronavirus?
«Dopo settimane di isolamento, le scuole di danza e tutti noi del settore dovremo occuparci di rieducazione alla vicinanza sociale».