Ottanta aspiranti chef sono pronti a sfidarsi ai fornelli per cercare di superare una serie di prove per avere accesso al talent show culinario di Raidue in onda in prima serata da martedì 20 novembre
Ottanta aspiranti chef sono pronti a sfidarsi ai fornelli per cercare di superare una serie di prove. L’obiettivo? Sbaragliare la concorrenza ed entrare nella rosa dei magnifici dieci che avranno accesso a «Il ristorante degli chef», il talent show culinario di Raidue in onda in prima serata da martedì 20 novembre. Giudici e mentori del programma sono tre chef di fama internazionale: Philippe Léveillé, Isabella Potì e Andrea Berton. «Ho accettato di partecipare perché il meccanismo di questo talent è molto vicino alla realtà, a ciò che succede realmente nella cucina di un ristorante» spiega Berton.
Chef, ci illustri meglio il meccanismo della trasmissione.
«Una volta selezionati i dieci concorrenti nella prima puntata si entra nel vivo del talent. Gli aspiranti chef dovranno affrontare sfide legate alle preparazioni di ricette e alla conoscenza delle materie prime. Ma la difficoltà maggiore sarà dimostrare di saper gestire un locale creando un menu che poi dovranno servire a 40 persone, tra cui ci saranno anche dei vip come Sandra Milo, Rossella Brescia, Fabio Troiano e il cast della soap "Un posto al sole". Noi giudici saremo lì per valutare i cuochi, ma anche per indirizzarli sulla strada giusta».
Chi è il più severo tra voi tre?
«Veniamo da esperienze diverse e abbiamo differenti idee sulla cucina, perciò ognuno è severo a modo suo. Per quanto mi riguarda sono molto esigente. E nel programma mi comporto esattamente come con i miei collaboratori».
Il suggerimento che più è servito a lei?
«Me lo diede trent’anni fa un grande chef francese, Alain Ducasse: “In questa professione servono tre cose... lavoro, lavoro, lavoro».
Perché secondo lei le trasmissioni di cucina piacciono tanto?
«Il pubblico si immedesima nei cuochi amatoriali e magari cerca di riprodurre i piatti che preparano. E poi l’elemento della gara e della competizione è intrigante».
Tra voi chef c’è competizione?
«Diciamo che esiste una sana rivalità che ci sprona a dare sempre il meglio».