19 Luglio 2018 | 09:58 di Paolo Fiorelli
Maledetta gelosia. È lei a dare e scompigliare le carte con cui i concorrenti di «Temptation Island» giocano, pericolosamente, con l’amore. Nella prima puntata, per esempio, sono bastate le galanterie fuori luogo di Oronzo a mandare in briciole un legame, quello con Valentina, che durava da dieci anni pur tra mille «incidenti» (leggi: tradimenti di lui). Anche se tra i due c’è ancora molta chimica, e quindi non è certo detta l’ultima parola sul finale della loro storia.
Nella seconda puntata, invece, è toccato a Ida piangere calde lacrime e per consolarla è addirittura arrivata una visita da... un altro programma! Cioè da «Uomini e donne», dove Ida aveva conosciuto Gemma Galgani, che è sbarcata in Sardegna per portare conforto all’amica ferita dal comportamento non proprio impeccabile di Riccardo.
Il pubblico sembra gradire: fin dall’esordio il programma ha incollato agli schermi quasi quattro milioni di spettatori e si è assicurato uno share superiore al 20%.
E ora a chi toccherà? Nubi scure si addensano anche sulle storie del venditore Francesco e della segretaria Giada, del palestratissimo Andrea e dell’assicuratrice Raffaella, dell’orafo Gianpaolo e della receptionist Martina, del tatuatore Michael e della stilista Lara. Perché la gelosia è democratica: non fa distinzioni di classe, razza o sesso. È universale, e proprio per questo rappresenta il vero motore del successo del programma.
Lo sanno bene gli autori di Endemol, che hanno inventato il format e in un battibaleno lo hanno visto diffondersi in più di 20 Paesi tra cui Russia, Argentina, Brasile, Filippine, Messico, Francia e Inghilterra. Da noi gli ingredienti in più sono la sapiente orchestrazione di Maria De Filippi e il calore umano di Filippo Bisciglia. L’ex eroe del «Grande Fratello» sembra sempre a suo agio quando si tratta di raccogliere le confidenze delle malcapitate coppie, e sempre pronto a consolarle per le batoste amorose che devono incassare. Del resto lui è anche un campione di poker e sa che nel programma si scommette una posta altissima: la fedeltà del compagno/a. E qualche volta si «bluffa» anche, come quando Valentina ha finto un interessamento romantico per il «tentatore» Giuseppe al solo scopo di studiare la reazione di Oronzo. Che non è stata proprio serena, e si può riassumere in una sola parola chiave: gelosia.
Tremenda gelosia.
Gemma sbarca in soccorso di ida

5 cose da sapere sulla gelosia
1. Per Shakespeare è un mostro dagli occhi verdi
Un personaggio su tutti ha saputo incarnare la gelosia fino a diventarne esempio proverbiale: Otello (sopra, nella interpretazione televisiva di Vittorio Gassman con Anna Maria Ferrero nei panni di Desdemona, nel 1957). «La gelosia è un mostro dagli occhi verdi che dileggia la carne di cui si nutre»: così la definisce William Shakespeare nelle parole del perfido Iago.
2. Sempre in Top 10
Tra i «gelosoni» della musica italiana ci sono Gianna Nannini e Adriano Celentano, che al sentimento hanno dedicato il titolo di due tra le loro canzoni più belle. E poi Nilla Pizzi («Tango della gelosia»), Vasco Rossi che la cita con ironia («Tango... della gelosia»), Nek («Sana gelosia»). Ma anche, un po’ a sorpresa, il «bravo ragazzo» Gianni Morandi, che in «Fatti mandare dalla mamma» diventa addirittura violento e canta così: «Tu digli a quel coso/che sono geloso/e se lo rivedo/gli spaccherò il muso». Dai Gianni, manteniamo il controllo!
3. Freud diceva che ce ne sono due tipi
Per Sigmund Freud, il padre della psicanalisi, la normale gelosia nasce «dall’afflizione e dal dolore provocato dalla convinzione di aver perduto l’oggetto d’amore, e dalla ferita narcisistica che ne deriva». Ma esiste anche una gelosia anormale o meglio ancora «delirante» in cui il soggetto, totalmente indifferente a prove oggettive (che dimostrano come il sentimento sia infondato), si convince dell’infedeltà del partner o della intenzione di altre persone di «rubarglielo», fino a diventare violento e pericoloso.
4. Tutto nasce da... un eccesso di zelo
«Gelosia» deriva dal latino medievale «zelosus» (pieno di zelo) che a sua volta discende dal greco «zelos», parola onomatopeica che riproduce il gorgoglio dell’acqua su una fonte di calore: dunque, una forma di bruciante subbuglio. Errore molto comune è l’utilizzo della parola «gelosia» come sinonimo di «invidia» (per esempio: «Sono geloso del suo successo» al posto di «sono invidioso»). L’invidia è un sentimento di rabbia e avversione suscitato da beni o qualità di un’altra persona, e che si vorrebbero per noi.
5. Ce l’ha pure la finestra
Il potere della gelosia è così forte da influenzare persino... l’architettura e l’arredamento! Le tipiche persiane composte da tante listarelle inclinate sono state inventate in Persia (appunto) per proteggere le donne di casa dallo sguardo indiscreto degli uomini e permettere loro di sbirciare all’esterno senza doversi mostrare agli estranei. E infatti si chiamano anche «gelosie».