“The Voice”, Gigi D’Alessio: «Porto il sole nello show»

Dietro le quinte scherza in napoletano: «V’aggio portat o’ sole!». Sì, perché con la sua verve ha portato allegria sul palco del talent di Raidue

Gigi D'Alessio
21 Maggio 2019 alle 09:00

Dietro le quinte di "The Voice" Gigi D’Alessio scherza in napoletano: «V’aggio portat o’ sole!». Sì, perché con la sua verve ha portato il sole sul palco del talent di Raidue. Quando un concorrente gli piace, si mette al pianoforte e lo accompagna. E conquista tutti, anche i colleghi giudici.

Pure lei è stato conquistato dagli altri coach?
«Sì, in certi casi provo per loro un’invidia sana. Morgan, per esempio, è un “senatore”: un musicologo pazzo, intelligente, ma buono».

E Gué Pequeno?
«È stato il primo ad abbattere un muro nel pop inventando un genere che arriva alla gente. E anche a me, perché io faccio parte della gente».

Elettra Lamborghini?
«Lei è un “fatto”. Dimostra che cantare bene a volte non vuol dire, serve un insieme di cose. Elettra ha il fiuto per quello che funziona commercialmente».

Simona Ventura se la sta cavando bene?
«Simona è una forza della natura, una stacanovista. Ed è credibile».

A casa sua che dicono?
«Anna (Tatangelo, ndr) mi consiglia di essere sempre me stesso. Anche perché io solo quello so fare, non ho doppie personalità (ride). I miei figli più grandi, Claudio e Ilaria, sono convinti che The Voice sia il posto giusto per me. Invece Luca, che ha 16 anni, va matto per Gué. Però per conquistare le ragazzine mette la mia musica. E Andrea, che ne ha 9, tifa per Elettra perché a casa ascolta sempre la sua canzone Pem Pem».

Lei cosa ascolta?
«Mi piace Ultimo. Lui ha esattamente quello che cerco per la mia squadra: sa scrivere i testi e suona bene uno strumento. È classico, ma moderno».

Mi racconti tre sue passioni oltre alla musica.
«L’ordine maniacale: non sopporto i quadri storti e sistemo i vestiti in base al colore nella cabina armadio. Secondo, cucinare per tanti amici. Terzo, guidare. Persino di notte, dopo i concerti, anche se devo fare 800 chilometri, al volante ci sto io».

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