Ronn Moss: «Questa è la mia nuova, bellissima vita italiana»

L’attore americano ha comprato una masseria nella sua amata Puglia. Lì ha deciso di trascorrere sei mesi all’anno

21 Giugno 2022 alle 08:16

Un businessman newyorkese decide di cambiare vita. Vuole andare lontano, nella Puglia di cui il padre gli ha sempre parlato. Così compra a distanza una masseria e prende il volo. Ma arrivato fra gli ulivi con “una strana automobilina a tre ruote”, un’Apecar, scopre di essere stato raggirato. È l’inizio del film “Viaggio a sorpresa” di Roberto Baeli, appena uscito al cinema, dove la sorpresa sta anzitutto nel protagonista: Ronn Moss, volto di Ridge Forrester in “Beautiful” per 25 anni.

Dopo l’addio alla celebre soap nel 2012, l’attore californiano ha trovato l’America nelle campagne di Fasano, in provincia di Brindisi. Cambiando vita, un po’ come succede al suo personaggio nel film. «Vengo spesso in Italia e ho scoperto il luogo dei miei sogni: ho comprato la Masseria Paretano per passarci almeno sei mesi all’anno con mia moglie (l’ex modella e attrice Devin DeVasquez, sposata in seconde nozze nel 2009, ndr)» racconta lui, 70 anni compiuti a marzo senza che il fascino l’abbia abbandonato, con l’aggiunta semmai di un’aria zen. Li ha festeggiati proprio in Italia, insieme con la sua nuova vita. «Mi dedico alle mie passioni vecchie e nuove».

Vale a dire?
«Ho molti progetti. Produco vino, un Primitivo di Manduria con l’etichetta “Ronn Moss Wine”. Sono tornato a fare musica, il mio primo amore. Ho portato in tournée una pièce teatrale in Belgio. E girando l’Italia in auto con il mio socio, Tiziano Cavallari, mi è venuta l’idea di questo film di cui sono anche produttore. Il protagonista parte da New York e, nell’avventura pugliese, troverà anche l’amore. È il mio omaggio alla Puglia di cui mi sono innamorato».

Nel film c’è anche Lino Banfi: siete una strana coppia.
«Mi diverte proprio per quello. Stimo molto Lino per il suo curriculum di attore popolare, che ha portato allegria nelle case della gente. Anche per me è importante regalare leggerezza: la cosa più bella che possiamo fare con il nostro mestiere è aiutare le persone a non prendere troppo sul serio i problemi della vita».

Il 22 luglio a Rapallo terrà un concerto, iniziando un tour in Italia: che musica propone?
«Rock classico e ballate. Ne ho scritte molte durante il lockdown e questo non è il mio primo show in Italia».

I fan di “Beautiful” la seguono anche come cantante?
«Sì, e mi piace stupirli con una versione diversa del Ridge televisivo. Del resto ero un musicista prima di diventare attore. Cantavo con la mia band, i Player. Con il pezzo “Baby come back” a fine Anni 70 siamo stati anche nelle classifiche americane. Pensavo che sarebbe stata quella la mia carriera».

Invece?
«Invece un giorno Robert Stigwood, produttore dei nostri dischi ma anche di film come “Saturday night fever” o “Grease”, mi ha chiesto se avessi mai pensato di recitare. Gli ho detto di no, perché amavo la musica e non avevo esperienza, ma lui mi ha incoraggiato a provarci. E il mio debutto, a sorpresa, è stato proprio in Italia. Era il 1983, avevo 31 anni. Il film era “I paladini - Storia d’armi e d’amori” di Giacomo Battiato, ispirato ai poemi cavallereschi. Interpretavo un principe saraceno, Ruggero, che si innamorava della guerriera cristiana Bradamante (Barbara De Rossi, ndr)».

Che cosa ricorda?
«Mi sono divertito moltissimo. Abbiamo girato in Sicilia, anche sull’Etna. Da allora sono tornato spesso in Italia, per piacere e per lavoro (nel 2004 ha girato “Christmas in Love” di Neri Parenti, ndr)».

E la tournée teatrale?
«È molto divertente ed è “sold out” in Belgio. Si intitola “The Housewives of Bruscazze” e racconta di cinque casalinghe di un villaggio che si ritrovano una volta al mese con un ospite a sorpresa, cioè io. La comicità nasce proprio dal fatto che l’intruso è uno straniero. Mi piacerebbe proporla qui, con attrici italiane, sono certo che piacerebbe».

Come ha vissuto il giro di boa dei 70 anni?
«Godendomi il presente e cercando di starci il meglio possibile. Mi aiutano gli amici, la Puglia, l’amore per il vino e per la musica. Potrà sembrare strano, ma per me c’è un legame profondo tra queste due cose. Anche se non sono un sommelier, sto imparando molto sui vitigni e sono molto orgoglioso della mia produzione anche se non ha ancora una vera e propria distribuzione. Sull’etichetta “Ronn Moss Wine” appare una chitarra. E spesso mi metto a cantare tra i grappoli d’uva, immaginando di passare alle viti le energie positive della creatività».

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