«Sono naturalmente portata all’allegria» confida. «L’amore per Fellini? È stato immenso, ho la sua foto sotto il cuscino»
Una diva come poche e una donna autentica, genuina. Di Sandra Milo, protagonista del nostro cinema e della nostra tv, musa di Federico Fellini, che ha ispirato tanti altri registi e che ha amato tanti uomini, si potrebbero dire mille cose. Ma è più divertente (e più intelligente) lasciare la parola a lei.
Sandra, preferisce parlare del passato, del presente o del futuro?
«Del presente, via».
A 88 anni sprizza un’energia incontenibile. Qual è il suo segreto?
«Penso di essere naturalmente portata all’allegria, a vedere il lato piacevole della vita. Poi non bevo, non fumo e non ho vizi alimentari. A me piace la pasta al pomodoro, la mangio quasi tutti i giorni. Il segreto è interessarsi agli altri: io ho un bisogno costante di amore».
Rivedendo il film della sua vita, le sembra di aver più dato o ricevuto? «Le due cose sono connesse. La regola per ricevere è dare per primi. Poi, se si ha fortuna, si ottiene anche qualcosa in cambio».
A maggio ha ricevuto il David di Donatello alla carriera. Dove lo tiene in casa?
«Io lo tenevo sopra una finestra. Mia figlia Azzurra lo ha spostato e l’ha messo sullo scaffale della libreria».
Lo lucida, lo spolvera spesso?
«Lucidare proprio no. Se spolvero i libri, allora spolvero pure la statuetta. Ma non è che sia in un posto di passaggio».
Alla cerimonia di premiazione ha detto che non è mai troppo tardi per ricevere un premio. Per cos’altro, invece, è troppo tardi?
«Per nulla! Tutto è possibile».
Alla sua età molti si godono la pensione. Lei invece non smette di calcare le scene: adesso porta in giro a teatro la commedia musicale “Ostriche e caffè americano”.
«Mi piace questo musical perché ribadisce il concetto di uguaglianza. Io interpreto un uomo che fa la drag queen. Il pubblico che va a teatro non è fatto sempre di giovanissimi, ma di persone della buona borghesia che magari su certi temi hanno qualche ritegno, qualche riserva. Invece io voglio dare il messaggio semplice che bisogna accettare la vita di chiunque. Che nessuno è giusto o sbagliato».
È la sua prima volta nei panni di un uomo: a chi si è ispirata?
«A tanti registi che ho conosciuto: il personaggio che interpreto è molto forte e non ha fragilità, quindi ho pescato dal mio vissuto, ricordando alcuni uomini un po’ prepotenti».
Ogni estate in tv ridanno “L’ombrellone”, il suo film del 1965 diretto da Dino Risi. Lei lo guarda?
«Me lo perdo sempre. Sa, purtroppo non leggo spesso i programmi televisivi sui giornali e, se li leggo, me li dimentico. Comunque non sono una che sta
tanto davanti alla tv, specialmente la sera. Lavoro molto e preferisco andare
a letto presto e fare le parole crociate, perché mi piace riscoprire tutte le parole che non si usano più: è un bell’esercizio di memoria».
Non le piace rivedersi nelle foto o nei filmati degli Anni 60, 70, 80...? «Non mi emoziona più di tanto, perché non mi riconosco: quella mi sembra una persona diversa. Oggi mi piacciono altre cose. Non mi guardo indietro e non guardo avanti, sto nel presente».
Nel suo presente ha un ruolo cruciale una certa personcina di 6 anni, non è vero?
«Il mio nipotino Flavio, sì, il figlio di Ciro. Lui è la mia allegria, i miei occhi nuovi con cui vedere il mondo, è un bimbo curioso di conoscenza. Non gli piacciono le favole, con me parla di cose reali. Conosce tutti gli animali del bosco, della foresta e della preistoria».
Lo vizia?
«Sì, come ho viziato i figli».
Cucina per lui?
«No, perché è difficile di gusti, non gli piace quasi niente tranne l’hamburger dei fast food e il risotto alla crema di scampi e io non li so fare, non ho una grande passione per i fornelli».
Che passioni coltiva?
«Non ho hobby, come si chiamavano una volta. Però coltivo le mie piante in terrazzo, è il mio vizio. Sono brava a capire le loro necessità, le ascolto. Infatti sono meravigliose, non soffrono il caldo. Forse perché si sentono capite e sostenute, che è una cosa fondamentale per tutti gli esseri viventi».
Chi l’ha capita meglio di tutti?
«Federico Fellini, perché aveva una grande intuizione. Ha capito tante cose di me prima ancora che le capissi io».
Il Maestro sosteneva che l’essenza di Sandra Milo è la gentilezza.
«Lo vede? Io non mi sforzo di essere gentile. Lui lo capiva».
Il suo per Fellini è stato un amore lungo 17 anni, vissuto clandestinamente. Fa ormai parte del passato?
«Del passato, del presente e del futuro. Perché è un amore che ancora mi riempie la vita. Talmente immenso e così straordinario che non ci sono aggettivi sufficienti per descriverlo. Io tengo la sua foto sotto il cuscino accanto al mio. Mi fa sentire protetta, non mi fa sentire sola, mi diverte, mi incoraggia. Io gli parlo ancora e a volte ci litigo pure: “Mi avresti potuto consigliare meglio” gli dico».
Ci sono decisioni di cui a volte si pente?
«No. Quando decido, decido e non ci penso più. Non rimugino, non ho rimpianti né rimorsi».
Le capita di parlare con altre persone che sono mancate?
«Con la mia mamma, che mi manca tanto. Non mi sono mai rassegnata al fatto che non ci sia più. Ma la sento vicina e mi è di conforto».
Lei ha una sorella più piccola a cui è molto affezionata.
«Mia sorella Maia ha avuto due ictus ed è accudita in un istituto vicino a Como. È un momento amaro per la mia famiglia perché anche il figlio di mia nipote non c’è più. Aveva solo 25 anni... La vita è fatta così, siamo appesi a un filo, tra amore e dolore. Ma è comunque meravigliosa, la vita».
Per i suoi familiari lei è sempre stata “Lilli”, fin da bambina. Nel mondo dello spettacolo l’hanno chiamata Sandrina, Sandrocchia. Questi vezzeggiativi la irritano o le fanno tenerezza?
«Sandrocchia mi battezzò Fellini. Poi anche lui cambiò e mi chiamò Sandrina. Sandrina mi intenerisce, Sandrocchia un po’ meno».
Parliamo dei valori per cui combatte. È ancora socialista, come ai tempi del suo legame con Bettino Craxi?
«Di idee sì. Io vorrei che ci fosse una ridistribuzione della ricchezza sulla Terra. Perché i potenti non fanno nulla e sono così egoisti? Basta pensare a chi ha 54 appartamenti: non potrebbe darne un paio ai senzatetto che dormono in strada? Se tutti avessero una casetta, vivremmo meglio».
L’anno scorso si è incatenata davanti a Palazzo Chigi e ha fatto lo sciopero della fame per i lavoratori dello spettacolo. Quale sarà la sua prossima battaglia?
«Mi batterei sempre per il lavoro. Il pensiero di tante fabbriche che chiudono mi addolora profondamente e qualche volta mi toglie il sonno».
Se avesse a disposizione un’altra vita, rifarebbe le stesse cose?
«No, no, no! Farei tutte cose nuove».
Che cosa significa essere una diva, tra gioie e rinunce?
«Il divismo non esiste più. Oggi ci sono personaggi amati e personaggi noti. Io ho rinunciato al cinema più volte per la famiglia, che è sempre venuta al primo posto. Mi è andata bene, perché il cinema mi ha sempre ripescato. Ora, se mi guardo intorno, sono felice perché mi rendo conto che c’è un sacco di gente che mi vuole bene».
Anche su Instagram le vogliono bene tutti e ha moltissimi fan. Perché è attiva sui social?
«I social hanno un po’ sostituito la psicoanalisi, perché ognuno racconta tante cose di sé. C’è però il rischio di isolarsi: servono anche gli abbracci, il contatto fisico e umano che ci dà gioia».
Cosa la rende felice?
«Le cose semplici. Un raggio di sole, un soffio di vento, un bel sogno».
Ne ha uno ricorrente?
«Sogno spesso di fare un cammino pieno di ostacoli, ma alla fine ce la faccio sempre e arrivo in un bel prato fiorito, con un picnic su una tovaglia stesa sull’erba».
E i suoi sogni da sveglia?
«Siccome sia io che i miei figli per motivi diversi abbiamo avuto padri poco presenti, ogni tanto penso che, pur non essendo più una giovincella, mi piacerebbe essere adottata. Ma mi rendo conto che è come una fiaba».
Desideri professionali?
«Parteciperei volentieri al “Grande Fratello Vip”».
Ha già fatto “L’isola dei famosi”, perché la attirano i reality?
«Mi appassionano le storie delle persone, con le loro verità e le loro bugie, sempre umanissime».
Nella Casa del “GF Vip” racconterebbe qualcosa di sé che il pubblico ancora non sa?
«Io ho sempre detto tutto di me, non ho segreti e non ho mai nascosto i miei errori. Però entrerei volentieri nella Casa per dare coraggio e infondere fiducia agli altri».