Seat Music Awards con Carlo Conti e Vanessa Incontrada: «Sarà una festa pazzesca»

La coppia ormai rodata torna a condurre i Seat Music Awards anche per il 2021, dall'Arena di Verona e su Rai1

Carlo Conti e Vanessa Incontrada
16 Agosto 2021 alle 13:08

Segnamo l'appuntamento in agenda: il 9 e il 10 settembre la grande musica italiana si ritroverà all'Arena di Verona (e in diretta su Raiuno) per i Seat Music Awards. Giunti alla 15a edizione, i Seat Music Awards ritroveranno la tradizionale grande festa di premiazione degli artisti di maggior successo dell’annata musicale 2020-2021 (lo scorso anno, i premi cedettero il passo alla solidarietà verso i lavoratori dello spettacolo danneggiati dalla pandemia) e allargheranno il loro abbraccio celebrando anche i personaggi più importanti dell’intrattenimento televisivo. E chi avrà il grato compito di far filare queste due seratone? Carlo Conti e Vanessa Incontrada, naturalmente!

Che quest’anno hanno un motivo in più e tutto loro per festeggiare: è la decima conduzione consecutiva in coppia. «Sicuro?» chiede Carlo con un filo di garbata perplessità. «Sa che non avevo fatto il calcolo? Se penso che sono sposato da nove anni, vuol dire che il mio matrimonio artistico con Vanessa è più lungo del mio matrimonio reale...». Vanessa, invece, non è sorpresa: «Eh, sì, Carlo e io stiamo invecchiando insieme!».

Beh, invecchiare... Diciamo che vi conoscete bene. Ma c’è qualcosa dell’altro che ancora vi sa stupire?

Carlo: «La spontaneità, l’immediatezza di Vanessa. Noi andiamo sempre al di là del copione, giochiamo con quel che accade, e lei sa sempre cogliere l’attimo».

Vanessa: «Mi stupisce il fatto che Carlo sia una macchina. Lui ricorda tutto, non sbaglia mai: il “gobbo” (il monitor su cui di legge la scaletta del programma, ndr) ce l’ha dentro. Però, dopo dieci anni, finalmente posso dire di capire quand’è che anche lui si emoziona. Fateci caso: è il momento in cui ingoia un po’ di saliva. Ma non lo ammetterà mai...».

Carlo, Vanessa la paragona a una macchina...

Carlo: «Ma no, dai! È vero che, da capo progetto e autore del programma, io preparo tutto e ho tutto sotto controllo. Conosco il “perché” di ogni punto della scaletta, dalla scelta di mettere quell’artista in quel momento all’utilità di quel movimento sul palcoscenico che servirà a lanciare quell’altra cosa... Per il resto vado di improvvisazione».

Abbiamo ancora negli occhi le Olimpiadi e mi pare che le serate dei Seat Music Awards siano esplosive come una finale dei 100 metri. Come vi state allenando?

Carlo: «La fase più importante è la preparazione della scaletta e ci stiamo già lavorando con gli autori. Ma con tutti i fuoriclasse che avremo, correre questi “100 metri” all’Arena sarà più facile di quanto si possa pensare: la forza degli artisti farà viaggiare le serate da sole».

Vanessa: «C’è un vantaggio: la musica sarà protagonista e noi, da padroni di casa, avremo poco tempo per chiacchierare. È certo che studierò bene i cantanti che incontreremo, le canzoni, le carriere, perché è una forma di rispetto per gli ospiti su cui non transigo. Poi il giorno prima rivedrò la scaletta con Carlo: dopo tanti anni conosciamo bene il nostro “meccanismo”. E poi sul palco succede quel che succede».

Ci sarà stata però, Vanessa, una volta in questi dieci anni in cui il «succede quel che succede» l’avrà messa in difficoltà...

Vanessa: «C’è solo un artista che mi manda “in palla”, anche se lo conosco da tanti anni: Luciano Ligabue. Così mi è successo diverse volte di dire a Carlo: “Sai che non ricordo che cavolo devo dirgli?”. E siccome Carlo ormai lo sa, su questo ci gioca. Una volta in scena gli ha detto: “Luciano, Vanessa vorrebbe chiederti una cosa...”. Beh, mi sono girata e gli ho detto: “No, Carlo! Io non voglio chiedergli niente! Fallo tu!”».

Carlo: «Era così chiaro che non aveva nulla da dirgli: guardava il Liga con quello sguardo un po’ distratto, pendeva dalle sue labbra... Sembrava Fantozzi: salivazione azzerata! Ma ogni tanto gli scherzi dobbiamo farceli. La prima volta che conducemmo i Music Awards, alla fine della trasmissione Vanessa mi diede un “besito”, un bacino sulle labbra: mi sorprese così tanto che diventai rosso, nonostante tutta la mia abbronzatura. Ma questo è il clima che riusciamo a creare insieme: allegro, scherzoso e d’improvvisazione».

Portateci dietro le quinte con voi: com’è il clima tra gli artisti?

Carlo: «È una gran festa. Secondo me in questi ultimi anni è cresciuto tra gli artisti una sorta di spirito di squadra: c’è più intesa, c’è questa idea di fare duetti, di fare spettacolo insieme... Quindi anche dietro le quinte c’è un bellissimo clima, con professionisti che s’incontrano e sanno di essere tutti sulla stessa barca, di dover tutti remare nella stessa direzione. Sanno che il successo di uno può essere anche il successo dell’altro».

Vanessa: «C’è una cosa rara: le porte dei camerini sono tutte aperte. È perché gli artisti si sentono a casa».

Chi è che volete vedere nell’ultimo secondo prima di salire sul palcoscenico?

Carlo: «Dietro le quinte ci sono mia moglie Francesca e il mio bimbo Matteo, e quando gli faccio un gran sorriso prima di salire, lui mi fa “okay” col pollice. Per me è quasi più divertente sapere che lui si diverte ed è curioso di vedere i cantanti, che fare la serata».

Vanessa: «L’ultima occhiata va alla mia famiglia, che poi, durante lo spetta- colo, va e viene tra la platea (vanno nei posti laterali, così possono muoversi senza problemi) e il retropalco».

I Seat Music Awards sono una sorta di Woodstock della nostra musica pop. Parlando di grandi concerti, però, quali sono stati quelli che da spettatori non dimenticherete?

Carlo: «Ve ne dico cinque! Prima di tutto i Pink Floyd a Venezia, nel 1989. I Pink Floyd per me sono il mito, la colonna sonora della vita, e quindi andai a vederli in treno con un paio di amici. Vederli per modo dire: in effetti li sentii. Poi ricordo un concerto di Zucchero al Mandela Forum di Firenze, una di quelle sue classiche serate strepitose con un successo dietro l’altro. Poi mettiamo i Simply Red ancora al Mandela Forum: una potenza e una perfezione clamorose. Metto anche un Mandela Forum pieno nel 2018 per Francesco Gabbani col tour dell’album “Magellano”: fece un concerto fortissimo e per me fu anche una soddisfazione professionale (“Magellano” è l’album che contiene “Occidentali’s karma”, la canzone con cui Gabbani ha vinto il Festival di Sanremo del 2017, l’ultimo curato e condotto da Carlo Conti, ndr). Infine un concerto degli Spandau Ballet a Roma, visto con mia moglie, che era una loro fan sfegatata: avendo conosciuto bene Tony Hadley, ho potuto anche farglieli incontrare».

Vanessa: «Io comincio col primo concerto che ho visto: Michael Jackson a Barcellona. Pura magia. Poi ricordo un concerto di Tiziano Ferro dove mi emozionai veramente. Forse era il momento che stavo vivendo, forse è il rapporto speciale che ho con Tiziano, forse c’era il fatto che quando cantava mi guardava, ma ho pianto davvero... Per ultima tengo Jennifer Lopez: l’ho vista a Las Vegas un paio di anni fa ed era una bomba di sensualità, di forza, di indipendenza come donna... L’avrei guardata per cinque ore: una leonessa da palcoscenico».

Pensi al pubblico dell’Arena, Vanessa: la colpisce di più quando esplode d’entusiasmo, come successe a lei per Jennifer Lopez, o quando si lascia rapire in silenzio da una canzone?

Vanessa: «Non sento la differenza. Ci sono artisti di fronte ai quali il pubblico non ha bisogno di esultare, ma piuttosto di condividere. Penso ai Seat Music Awards del 2019, quando Francesco De Gregori ha cantato “La donna cannone” e Gino Paoli “Una lunga storia d’amore”: volevamo condividere le loro canzoni perché a ognuno avevano dato qualche cosa nella vita, volevamo rivivere delle emozioni... E anche se in questi momenti le voci del pubblico un po’ accompagnano l’artista, è come se comunque ci fosse silenzio, perché è qualcosa che va al di là del cantare. E poi ci sono cantanti con canzoni così forti che fanno alzare la gente, che la fanno volare... Anzi, magari sono proprio io la prima a muoversi e a dire a Carlo: “E dai, muoviti!”».

Carlo, non le è venuta voglia di rinfrescare la sua discografia, ormai ferma agli Anni 90?

Carlo: «No, no e no! Bisogna cantar bene e io posso farlo solo per divertimento o per scherzo. Nello spettacolo “Panariello Conti Pieraccioni - Il tour”, alla fine partiva una canzone: nessuno se n’è accorto, ma la cantavo io. Però, appunto, era un gioco. Lo scorso anno, ad Assisi, mi sono tolto una soddisfazione enorme alla serata “Con il cuore, nel nome di Francesco”: Gianni Morandi mi ha fatto l’onore di farmi cantare con lui “C’era un ragazzo”, che è una delle mie canzoni preferite, e lì ho coronato un sogno. Ma sono lontani i tempi del Conti dj che faceva i dischi! Per carità: a ciascuno il suo!».

Un’ultima domanda per lei, Vanessa: ma quanto è stanca alla fine delle due serate?

Vanessa: «La stanchezza è niente. Sa cosa c’è davvero? Mi fanno tanto male i piedi. Io capisco che vestito e tacchi siano la normalità, ma se potessi pre- senterei in scarpe da ginnastica per tutta la vita! Vorrei vedere voi maschi con i tacchi: non durereste tre secondi! È anche da questo che si capisce la forza delle donne».

Lo spettacolo continua anche domenica

Se la musica delle due serate dei Seat Music Awards non vi sembrerà
abbastanza, ce ne sarà ancora nel pomeriggio di domenica 12 settembre, sempre su Raiuno, con lo Speciale “Seat Music Awards - Disco estate”. Registrato l’8 settembre all’Arena di Verona, lo show verrà condotto
per il secondo anno consecutivo da Nek, sempre più a suo agio nel ruolo di presentatore televisivo, e con la partecipazione di Michela Giraud. Tra gli artisti che si esibiranno ci saranno Coma_Cose, Fede, Enrico Nigiotti, Matteo Romano, Gaudiano, Michele Bravi, Gio Evan, Sottotono, Gaia e Tancredi.

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