“Allen v. Farrow”: su Sky la discussa docu-serie HBO

Su Sky Documentaries e Now dal 9 luglio, la serie che dà voce a Mia Farrow su uno degli scandali più controversi di Hollywood

Una scena tratta da "Allen v. Farrow" la docu-serie in 4 puntate su Sky e NOW dal 9 luglio.
9 Luglio 2021 alle 09:55

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Della docu-serie “Allen v. Farrow”, dal 9 luglio alle 21.15 su Sky Documentaries e in streaming su Now, se ne è già discusso e scritto parecchio, essendo andata in onda oltreoceano lo scorso febbraio. Firmata dalla pluripremiata coppia creativa Kirby Dick e Amy Ziering, la serie racconta il controverso scandalo che vede protagonisti ormai da anni Woody Allen, la figlia adottiva Dylan e la ex compagna, nonché celebre attrice, Mia Farrow. Lo racconta dal punto di vista dell’accusa e della versione che vuole la colpevolezza del regista, che nella serie è presente solo attraverso filmati e dichiarazioni d’archivio, ma non con una testimonianza realizzata ad hoc.  

“Allen v. Farrow” è composta da quattro puntate, ognuna atta a ripercorrere la storia della coppia e della famiglia per arrivare all’abuso sessuale di cui Woody Allen è stato accusato dalla figlia Dylan, adottata durante la sua lunga relazione con Mia Farrow. Alla denuncia seguirono il processo per la custodia della bambina e la rivelazione della relazione del regista con un’altra delle figlie della protagonista di “Hannah e le sue sorelle”: Soon-Yi. Un racconto abbastanza morboso, realizzato attraverso le testimonianze della stessa Farrow, di Dylan, del figlio Ronan e di alcune presenze vicine ai due, a cui si alterna l’infinità di materiale d’archivio - filmati e foto - realizzato o conservato da Mia Farrow sui figli e sulla sua carriera. 

“Allen v. Farrow”, a dispetto del titolo, propone una sola versione dei fatti. I plus di questa narrazione, però, sono due: la prima è che racconta tantissimi aneddoti e aspetti inediti della via di Mia Farrow fuori e dentro il set, scavando anche in alcune sue precedenti relazioni e approfondendo la sua visione dell’essere madre. La seconda è che prova a concentrarsi sui risvolti del trauma: quelli del dolore privato e dello scetticismo pubblico. Lo stesso che fa propendere tutti per una versione o l’altra dei fatti, trovando solo una risposta personale e non concreta alla vicenda. 

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