«Casa Howard»: la miniserie in costume che parla al presente
Tratta dal classico di E. M. Forster, con protagonista Hayley Atwell, la miniserie in onda su Sky Uno è ambientata a inizio Novecento, ma con un linguaggio fresco e ironico, affronta temi attuali
Non ci saremmo mai aspettati che un tocco di freschezza su argomenti scottanti del nostro presente come divario sociale, razzismo e questione femminile, ci sarebbe arrivato da una serie in costume, tratta da un classico dello scorso secolo come il romanzo di E. M. Forster (1910).
«Casa Howard» è una miniserie della BBC in quattro puntate che andrà in onda su Sky Uno a partire dal 1 giugno. Creata da Kenneth Lonergan - autore formidabile,conosciuto perlopiù per aver scritto «Gangs of New York» di Martin Scorsese, ma anche «Manchester By The Sea» - la serie è un remake dell’omonimo film di James Ivory con Emma Thompson,Anthony Hopkins e Helena Bonham Carter.
Eppure, grazie soprattutto a un cast formidabile capitanato da Haley Atwell, è proprio dalle melodrammatiche e quasi epiche atmosfere del film in costume che la serie - comunque ambientata all’epoca del romanzo - cerca di prendere le distanze, attualizzando sia la storia sia i suoi personaggi attraverso comportamenti e linguaggio.
Facendoci intuire come il destino dei suoi protagonisti sarebbe potuto essere diverso se non avessero vissuto il loro tempo, ci porta a riflettere sul presente, su dove siamo arrivati e quanta strada resti ancora da percorrere a proposito di molti aspetti della nostra vita sociale.
Perché un altro adattamento del classico di E. M. Forster
Ripassiamo in breve la storia per chi non la conoscesse: «Casa Howard» è un dramma in costume che segue le vicende di tre nuclei familiari nella Londra edoardiana.
Il primo è quello della benestante famiglia Wilcox, portatrice di una visione un po’ antiquata del mondo. La moglie Ruth (Julia Ormond) pensa che la conversazione a tavola sia destinata agli uomini e suo marito Henry (Matthew Macfadyen) è talmente cinico da non seguire i voleri della donna dopo la sua morte pur di non vedere intaccato il proprio patrimonio.
Il secondo - il principale - è quello dei borghesi e intellettuali Schlegel, splendidamente riassunto nelle figure di Margaret (Hayley Atwell) e della sorella minore Helen (Philippa Coulthard) che hanno un rapporto spontaneo con la vita e amano più il proprio intelletto dei loro averi.
L’ultimo è quello dei Bast, appartenenti alla classe operaia: Leonard (Joseph Quinn) convive con Jacky (Rosalind Eleazar), che può tenere sulle spine riguardo un fidanzamento ufficiale perché è un uomo caucasico, mentre lei è una donna di colore, mentre aspira alla compagnia elevatrice delle sorelle Schlegel, verso cui prova un mix d'attrazione e invidia che sfocia in odio.
Ci vorrà massimo mezzora dall’inizio della visione perché capiate il perché di questo remake: appoggiandosi a una storia classica, Lonergan è riuscito a creare puro intrattenimento - si ride, si piange, si gode di un ottimo cast, di un intreccio ben strutturato - con picchi d’analisi sul presente davvero notevoli.
La parola
La cosa che stupisce di più guardando «Casa Howard» - soprattutto ora che, rispetto al film, i tempi si sono notevolmente dilatati - è che i suoi protagonisti vivono in un limbo di nullafacenza dettato dal loro benessere economico (tranne i Bast, ovviamente), ma sembrano sempre molto occupati.A fare cosa? Chiacchierano, leggono lettere e discutono di continuo. Intrappolati tra le mura dei luoghi in cui la società ha prefisso loro di stare, come casa, ristoranti e Chiesa, il loro passatempo preferito è parlare. La serie, sotto questo aspetto, aderisce perfettamente al film in costume. Ma la parola ci racconta di più di un’etichetta di genere e status. Mentre Ruth Wilcox, abituata a sottostare al marito, non dice quasi nulla e, quando lo fa, è tagliente e impositivo come solo la sua classe sociale le permette di essere, le sorelle Schlegel sono più leggere e propense al confronto attraverso il dialogo, che parlino di Cechov, delle suffragette o di pettegolezzi normali alla loro età. Non a caso, le due ragazze - che simboleggiano dunque il cambiamento futuro - si aprono a Leonard Bast che invece, nonostante intellettualmente sia al loro livello, sembra rifiutare la loro amicizia a causa dell’insicurezza che la differenza di classe gli causa.
Tematiche femminile e razziale
Il fatto che una serie tratti temi importanti, non significa che sia un mattone inguardabile. E «Casa Howard» è una dimostrazione lampante. In fondo stiamo parlando di una storia d’amori e intrighi familiari che attraverso i suoi personaggi mette l’accento su alcune questioni complesse e molto attuali. Le sorelle Schlegel sono due donne moderne, che per pensiero e attitudine non hanno nulla da invidiare a due donne d’oggi: emancipate, indipendenti e pensanti. Non passerà certo inosservato che Margaret è una donna single di 28 anni, aspetto che a inizio ‘900 faceva parecchio scalpore. Nessuno in casa glielo rinfaccia, tantomeno la sorella e la zia con cui vive, che anzi sembrano abbracciare la stessa filosofia. La classe sociale ha regalato loro la cultura, che le due hanno saputo trasformare in pensiero libero. Diversa è la figura di Jacky, la fidanzata di colore di Bast, attraverso cui Lonergan non solo evidenzia la differenza sociale tra chi il colonialismo inglese lo ha subito (lei) e chi invece ci ha guadagnato (i Wilcox, il cui figlio più piccolo, Paul, è in Africa per affari di famiglia), ma che serve anche a introdurre i problemi di dipendenza di una coppia - prettamente femminili - il cui legame è difficilmente scioglibile a causa del bisogno effettivo di mantenimento, da una parte, e dal senso di responsabilità, dall’altra.
«Casa Howard» vi piacerà
Perché è divertente. E perché è intelligente. La regia è totalmente dedita alla storia: non vedrete nulla di particolarmente autorale o innovativo, ma sentirete una sceneggiatura lavorata a regola d’arte (guardatelo in lingua originale, se riuscite). Non fatevi ingannare dai costumi se non siete già appassionati di genere: dopo un po’ potreste arrivare a dimenticarvi che stanno indossando quegli abiti a gonna lunga e che ci sono ancora le carrozze. «Casa Howard», inoltre, gode di un cast splendidamente assortito, tra cui spiccano la bravura di Hayley Atwell, l’eleganza di Julia Ormond e la simpatia di Helen Philippa Coulthard.
«Casa Howard» perché vederla
Per i fan dei period drama è una serie perfetta. Ma per tutti gli altri sarà ancora meglio.
Un cast al femminile con Hayley Atwell e Julia Ormond mantiene tutto ciò che promette.
È una miniserie imperdibile: poco tempo, massima soddisfazione.
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