Catch-22: di cosa parla la serie di e con George Clooney girata in Italia
La serie prodotta da Hulu e Sky Italia è stata girata tra la Sardegna e il Lazio. Nel cast ci sono anche Giancarlo Giannini e Valentina Bellè e andrà in onda a maggio su Sky Atlantic
Un libro che per intere generazioni di statunitensi è stato un testo di formazione fondamentale, da leggere durante le scuole superiori. Ma anche un film di Mike Nichols che non ha lasciato dietro di sé consensi particolari. È questo pregresso a due facce che fa da sfondo a Catch-22, nuova serie co-prodotta da Hulu e Sky Italia, che andrà in onda su Sky Atlantic a maggio. Una serie all-star, interamente girata in Italia tra Lazio e Sardegna, che vede George Clooney impegnato nel triplo ruolo di regista, interprete e produttore esecutivo.
Il libro
Tradotto in Italia come Comma-22, il libro di Joseph Heller è un racconto dissacrante della vita sotto le armi, diventato negli Stati Uniti un simbolo dell’antimilitarismo. Il comma che dà il titolo al romanzo è quello legato alle richieste di congedo dall’esercito americano in tempo di guerra: tanti chiedevano di essere esonerati dal servizio a causa di problemi di salute mentale, ma il fatto stesso di fare questa richiesta qualificava quei soldati come perfettamente sani, perché solo un pazzo vorrebbe continuare a combattere. È questo il paradosso intorno al quale ruota tutta la serie.
La serie
Catch-22 è una serie allo stesso tempo drammatica e comica, capace di cambiare registro da una scena all’altra. Ambientata durante la Seconda guerra mondiale, racconta la storia di Yos (Christopher Abbott), soldato incaricato di sganciare bombe dagli aeroplani che sorvolano l’Italia occupata. Yos cerca in ogni modo di mettere fine alla propria esperienza nell’esercito, ma ogni tentativo è destinato ad andare in fumo. A fare da contraltare al suo desiderio di abbandonare la divisa, tre diversi ufficiali: il formale Scheiskopf (George Clooney), il buongustaio de Coverley (Hugh Laurie) e il fanatico Cathcart (Kyle Chandler).
George Clooney
«Quando mi hanno proposto di lavorare a un adattamento di Catch-22» - racconta George Clooney durante la presentazione della serie all’interno del TCA Winter Tour di Los Angeles - «Non mi sono subito convinto. Poi ho letto la sceneggiatura di Luke Davies e David Michod ed era eccezionale: fare questa serie è stato come compiere un viaggio emozionale, che mi ha fatto piangere molte volte. Non solo volevo girarla, volevo anche recitare. Non mi interessava che fosse un film o una serie tv, perché non mi interessa il medium: voglio progetti di qualità e Catch-22 lo è».
Giancarlo Giannini
Catch-22 è stata girata tra la Sardegna e il Lazio, in coproduzione tra Sky Italia e Hulu. Oltre alle ambientazioni, nella serie sono presenti anche alcuni attori italiani, tra cui Valentina Bellé e Giancarlo Giannini. «Giannini interpreta Marcello - racconta Grant Heslov, storico socio di Clooney e a sua volta regista e interprete nella serie - un anziano che incontra i giovani soldati e fa crollare le loro certezze: lui conosce la storia, sa che gli imperi crollano e dice a questi ragazzi che anche l’impero americano finirà. Giannini ha recitato in inglese, è stato perfetto, ma per sicurezza gli abbiamo fatto dei cartelli con le battute. Sapete chi teneva i cartelli durante le riprese? George Clooney».
Gli aerei
Per le riprese di Catch-22, dagli Stati Uniti sono stati fatti arrivare sette aeroplani d’epoca, che hanno viaggiato fino all’Italia. Aerei che, sulla parte anteriore, hanno uno scompartimento di vetro che ospitava i soldati incaricati di sganciare le bombe. È questo il compito di Yos, il personaggio interpretato da Christopher Abbott: «La postazione in cui si trovavano i soldati - racconta Abbott - è incredibilmente vulnerabile. Sei incapsulato in questo spazio di vetro, in una situazione claustrofobica, che fa paura di per sé. Come si vede nella serie, la differenza tra sopravvivere e morire era davvero molto sottile».
Progressista, attivista e ambientalista lo è sempre stato. Ma nella nuova serie in onda dal 21 maggio su Sky Atlantic, di cui è interprete, produttore e regista, dà voce soprattutto alle sue convinzioni pacifiste