“Dottoressa Doogie”: ho 16 anni ma sono un genio della medicina

Su Disney+ arriva la versione femminile della serie degli Anni 90 con Neil Patrick Harris

Peyton Elizabeth Lee in "Dottoressa Doogie"  Credit: © Disney+
8 Settembre 2021 alle 11:15

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Di giorno è una dottoressa stimata da tutti, ma la sera deve chiedere il permesso per uscire. Capita, quando sei un prodigio nella medicina e a 16 anni sei già laureata ed eserciti la professione medica in un grande ospedale. È questa la trama di "Dottoressa Doogie", in arrivo su Disney+ l’8 settembre: la serie in realtà è il reboot di "Doogie Howser MD", titolo di culto negli Stati Uniti che ebbe il merito di lanciare Neil Patrick Harris (il futuro Barney Stinson di "E alla fine arriva mamma"), ma che in Italia andò in onda più in sordina su Rai2 a metà degli Anni 90.

A trent’anni dalla serie originale, "Dottoressa Doogie" sposta l’azione alle Hawaii e mette al centro della storia Laheal, una ragazza interpretata dalla diciassettenne Peyton Elizabeth Lee. Già nel primo episodio si vede come sia complicato per lei gestire la sua doppia vita: durante il turno di lavoro decide se effettuare o meno un trapianto di cuore, mentre a casa deve litigare per tornare a casa un’ora più tardi dal ballo di fine anno. L’interlocutore è sempre lo stesso, perché la direttrice dell’ospedale in cui lavora è sua mamma, giusto per rendere ancora più complicata la situazione.

Com’è stato gestire un personaggio così sfaccettato?
«È stato come interpretare due personaggi. Lahela è una teenager inesperta, ma è anche un medico che si assume grandi responsabilità: poi a volte è una teenager sul lavoro e un’adulta con gli amici. Ho dovuto studiare questi due personaggi opposti e poi trovare anche quello che sta in mezzo, perché in alcuni momenti si comporta da teenager in ospedale e in altri è adulta in mezzo a dei liceali. Ho giocato con e contro questa contrapposizione, è stata una sfida nel senso più entusiasmante del termine».

Come Lahela, anche tu sei una ragazza molto giovane che lavora in un mondo di adulti: come ti trovi?
«Non è facile avere sempre a che fare con persone più grandi. È fondamentale che si instauri un rispetto reciproco, perché gli adulti hanno più esperienza, ma noi giovani possiamo dare il nostro contributo con un punto di vista fresco sulle cose».

Prima di te, il camice del medico prodigio Doogie Howser era stato indossato da Neil Patrick Harris: era più forte l’emozione o la paura di fronte a un monumento dell’intrattenimento statunitense?
«Non è stato facile interpretare questo ruolo cercando di rendere giustizia allo show originale e di tenere vivo quello spirito. È uno show iconico, che rappresenta le fondamenta della nostra serie. È stato emozionante, ma mi sono sentita anche un po’ intimidita».

Se potessi scegliere una disciplina in cui diventare un prodigio come il tuo personaggio, quale sceglieresti?
«Non sono mai stata brava in qualche sport, ma ho sempre pensato che sarebbe stato davvero bello esserlo. A pallavolo o a tennis, in realtà non mi interessa quale, mi interesserebbe solo essere la più brava».

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