“E.R.”: così questo telefilm è diventato una leggenda

Nata negli Anni 90, la serie ha lanciato star come George Clooney. Ora grazie a Sorrisi potete rivederla!

4 Gennaio 2022 alle 15:57

Creata negli Anni 90, è la mamma di tante altre serie mediche, da “Dr. House” fino a “Doc”. Ha lanciato George Clooney nel firmamento delle grandi star di Hollywood e ci ha tenuto compagnia per 15 stagioni e 331 episodi. Parliamo naturalmente di “E.R.- Medici in prima linea”, che ora torna in edicola con Sorrisi, completa, in 45 doppi dvd da collezione.

Dvd da collezione

Se amate “E.R. - Medici in prima linea” non perdetevi il nostro cofanetto con i 45 doppi dvd di tutte e 15 le stagioni. Li trovate in edicola con Sorrisi: la seconda uscita del 4 gennaio costa 3,99 euro, le successive 9,99 euro (rivista esclusa).

È l’occasione per ripercorrere le vicende del dottor Ross e dei suoi colleghi, scoprendo curiosità e retroscena che nemmeno i fan più sfegatati conoscono.

Premiata da pubblico e critica

Negli Stati Uniti “E.R.”, che in inglese è l’abbreviazione di “Emergency Room” ovvero “pronto soccorso”, è stata trasmessa in prima visione dal network statunitense Nbc nel 1994, mentre in Italia la sua programmazione è iniziata l’11 gennaio 1996 su Raidue, dove è andata in onda fino al 19 giugno 2009. In America la prima stagione attirò circa 19 milioni di spettatori ed “E.R.” diventò il telefilm più seguito dopo “Seinfeld”. Nella sua lunga storia di successi, la serie ha ricevuto 156 premi, tra cui 23 Emmy. Rivista oggi, non ha perso il suo fascino e non è invecchiata, anzi alcune intuizioni avute all’epoca sono assolutamente contemporanee. Basti pensare che uno degli episodi più celebri, “Diritto di immagine”, il primo della quarta stagione, andò in onda dal vivo, con le telecamere della Nbc che fingevano di essere quelle di documentaristi all’interno dell’ospedale.

Nata da un’idea geniale

Non tutti sanno che “E.R.” all’inizio doveva essere un film. Ispirandosi alla sua esperienza alla Harvard Medical School dove si è laureato in Medicina nel 1969, infatti, lo scrittore Michael Crichton, noto grazie all’adattamento cinematografico del suo libro “Jurassic Park”, negli Anni 70 aveva scritto una sceneggiatura di 180 pagine tratta dai suoi racconti “Casi di emergenza”, destinata a diventare un altro lungometraggio diretto da Steven Spielberg. Dopo vent’anni, l’idea fu ripescata per realizzare una serie tv prodotta da Spielberg con John Wells e Crichton stesso, che firmò l’episodio pilota. Alla Nbc non erano sicuri di voler girare uno show così esplicito, con un linguaggio tecnico, ma si ricredettero visto che il pubblico impazzì per tutto ciò che succedeva all’interno del policlinico universitario di Chicago, il County General Hospital (ma in realtà, il set dell’episodio pilota era un ospedale dismesso di Los Angeles e in seguito il mitico ospedale fu costruito negli studios della Warner Bros a Burbank, in California). E alla fine non ci fu partita contro l’altro telefilm medico ambientato nella stessa città dell’Illinois, “Chicago Hope”, che, messo in competizione con “E.R.”, subì un brusco calo di ascolti.

Ha personaggi mitici

Come si fa a non affezionarsi a un gruppo di colleghi che, dopo aver salvato tante vite, si ritrovano a fare una partitella a basket sul tetto del pronto soccorso, confidandosi ricordi e segreti? Amici per fiction ma anche nella vita, gli attori del cast originale di “E.R.” si sono incontrati virtualmente in una “reunion” online di beneficenza ad aprile 2021. Per l’occasione, George Clooney ha raccontato di aver rivisto la serie durante il lockdown con la moglie: «“E.R.” è stato un disastro per il mio matrimonio, avevo dimenticato tutto quel che ho fatto come dottor Ross» ha scherzato la star, ripercorrendo i suoi esordi da fascinoso pediatra che faceva innamorare le mamme. «Amal continuava a chiedermi: “Sei davvero tu? Quando la finisci? Con la terza stagione ti sistemerai insieme all’infermiera Hathaway?”». L’infermiera Carol, già… E pensare che doveva morire suicida nell’episodio pilota. Fu Spielberg a decidere di salvarla. Ottimo intuito! L’attrice Julianna Margulies ci ha regalato una delle love story più appassionanti del piccolo schermo per poi spiccare il volo in una brillante carriera (“I Soprano”, “The good wife”, “Billions”, “The morning show”). Non tutte le relazioni nate in corsia a “E.R.” duravano, una però si è chiusa per eccesso di zelo “politically correct”: quella tra il dottor Benton e la dottoressa Corday. Successe perché l’attore afroamericano Eriq La Salle, nella trama, aveva avuto due rapporti burrascosi con donne di colore. Quindi il flirt con il personaggio interpretato da Alex Kingston, una bianca, non poteva finire bene: pena l’accusa di razzismo nei confronti degli sceneggiatori. Ognuno di noi ha il suo personaggio preferito. C’è chi ama il Dr. Greene, super positivo. Ricordate? L’attore è Anthony Edwards, il copilota di Tom Cruise in “Top Gun”. Grazie alla parte di “Ciccio” ottenne una popolarità pazzesca (e un cachet totale di 35 milioni di dollari). E ci piace citare anche i due stacanovisti, che hanno fatto più puntate di tutti: il dottor Carter (Noah Wyle), presente in 254 episodi di 15 stagioni, e la dottoressa Weaver (Laura Innes) con 249 episodi dal 1995 al 2009.

È piena di divi da urlo

Clooney e Julianna Margulies prima di diventare famosi avevano fatto dei cameo nel telefilm “La signora in giallo”. La serie portava bene. Lo stesso vale per “E.R”. Sono tante le star che compaiono in alcuni episodi... Con il nostro cofanetto, andrete a caccia di “vip” nascosti. Ray Liotta, Susan Sarandon, Sally Field. Ma anche Ewan McGregor nei panni di un rapinatore (nel 15° episodio della terza stagione) e Kirsten Dunst che interpreta una adolescente problematica (in sei episodi, sempre nella terza stagione). Tra gli altri, troviamo Lucy Liu, madre di un bambino con l’Hiv (in tre episodi della seconda stagione), e Zac Efron che interpreta un ragazzino a cui hanno sparato (nel terzo episodio della decima stagione). Da non perdere, l’episodio 24 della prima stagione. Si chiama “Maternità” ed è un po’ splatter, perché diretto dal regista di “Pulp fiction”, Quentin Tarantino.

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