"Game of Thrones", la serie più piratata della storia, si è conclusa lunedì 20 maggio su Sky Atlantic con un record di oltre un milione di spettatori (con 115mila nottambuli che hanno visto la puntata alle 3 del mattino, in contemporanea con la messa in onda americana). Chi invece preferisce guardare la serie nella sua versione doppiata dovrà aspettare il 27 maggio prima di assistere alla conclusione della saga fantasy più famosa del piccolo schermo.
Fantasy ma non troppo: George R.R. Martin, autore della saga di romanzi da cui è tratta la serie, è un grande appassionato di storia e in alcuni casi si è ispirato a eventi, guerre e luoghi reali. Dagli scontri dinastici inglesi alla distruzione di Pompei, passando per le meraviglie del mondo antico e Patrimonio Unesco, ripercorriamo le vere storie che hanno ispirato "Game of Thrones".
Attenzione: contiene spoiler su tutte le otto stagioni della serie!
La Barriera di "Game of Thrones"
Lezioni di geografia
Dalla sigla di apertura della serie non è facile da notare, ma se cercate su Google una mappa di Westeros noterete che ha un che di familiare. E in effetti per la geografia dei Sette Regni George R.R. Martin non si è inventato nulla: il continente occidentale di "Game of Thrones" mette insieme la Gran Bretagna (la parte superiore) e l’Irlanda capovolta (la parte inferiore).
E a proposito di Gran Bretagna, la Barriera (The Wall in inglese) è ispirata al Vallo di Adriano (Hadrian’s Wall, guarda caso), la fortificazione in pietra lunga quasi 120 chilometri che segnalava il confine della provincia romana e serviva a prevenire le incursioni dei Pitti. Una porzione della fortificazione ha resistito fino ai giorni nostri ed è stata dichiarata Patrimonio Unesco, anche se neanche nei suoi giorni di gloria, con i suoi cinque metri di altezza, non sarà stato maestoso quanto una Barriera magica di ghiaccio...
Gli Stark nella prima puntata di "Game of Thrones"
L'Inghilterra medievale
Non è un mistero che Martin sia un grande appassionato di storia medievale inglese. E infatti persino gli eventi che mettono in moto tutta la saga, il conflitto tra gli Stark e i Lannister, è ispirato a eventi reali, per la precisione alla Guerra delle due Rose, conflitto dinastico durato quasi 40 anni nella seconda metà del ‘400.
A contendersi il trono inglese erano due casate (rami cadetti di una stessa casata, quella dei Plantageneti), che nel corso del conflitto finirono con l’annientarsi a vicenda, arrivando all’estinzione della linea maschile. I nomi delle casate? Lancaster e York, da cui Martin ha evidentemente preso spunto anche per le sue casate immaginarie.
E a proposito di Inghilterra, prima dell’unificazione del 927 era suddivisa proprio in sette regni (più altri regni minori). Vi ricorda niente?
Robb Stark (Richard Madden) e Catelyn (Michelle Fairley) in "Game of Thrones 3"
Nozze rosse e cene nere
Chiedete a un fan di “Game of Thrones” quale sia stato il momento più sconvolgente e traumatico della serie, e lui quasi sicuramente parlerà delle Nozze Rosse, quando Robb Stark e tutto il suo esercito vengono brutalmente massacrati durante un banchetto di nozze dalla famiglia Frey, che aveva dato loro ospitalità. Non tutti forse sanno che l’evento più cruento della serie (e dei libri) non è del tutto inventato.
«Non importa quante cose io mi inventi, nella storia ci sono cose ugualmente terribili, se non peggiori», ha dichiarato lo stesso Martin nel 2013. E infatti per le Nozze Rosse si è ispirato a due veri massacri scozzesi, la Black Dinner e il Massacro di Glencoe. La Black Dinner risale al 1440: il giovane conte William Douglas venne invitato a cena a corte, ma durante il banchetto gli venne presentata la testa di un toro nero, simbolo di morte, e poi lui venne prelevato dalla sala e ucciso insieme al fratello.
Il massacro di Glencoe risale al 13 febbraio 1962 e fu una vera e propria strage: il clan MacDonald, così potente da essere considerato una minaccia per la corona, venne brutalmente massacrato nella notte dal capitano Robert Campbell e dai suoi soldati, ospiti dell’ignaro clan da ormai due settimane.
Repubbliche marinare e meraviglie del mondo antico
In “Game of Thrones” non ci sono solo i Sette Regni e i territori dei bruti oltre la Barriera. I dothraki del continente orientale, ad esempio, invincibili guerrieri a cavallo, sono ispirati agli Unni, Mongoli, ai nativi americani e più in generale alle tribù nomadi delle steppe.
Nel corso del suo peregrinare, Arya è finita nelle Città Libere e più precisamente a Braavos, che è un po’ la Venezia di “Game of Thrones”: è una repubblica marinara ed è composta da centinaia di piccole isole collegate tra loro da un sistema di ponti e canali che ricordano in tutto e per tutto il dedalo di ponti e calli della Serenissima.
Più che i ponti e i canali, però di Braavos ricordiamo soprattutto il Titano, la gigantesca statua che accoglie i viaggiatori all’imbocco della laguna. Anche il Titano di Braavos ha un che di reale: è ispirata al Colosso di Rodi, una delle meraviglie del mondo antico, imponente statua del dio Helios nel porto di Rodi. Secondo le descrizioni dell’epoca, era alta circa 30 metri, circa un quarto dell’altezza del suo corrispettivo fantasy.
Daenerys (Emilia Clarke) e Drogon
Quando i romani cavalcavano i draghi
Se le vicende di Westeros sono in qualche modo ispirate a eventi, guerre e personaggi dell’Inghilterra medievale, per le origini di Daenerys Targaryen invece dobbiamo andare ancora più indietro e spostarci nella nostra penisola. I Targaryen infatti sono una famiglia proveniente dall’antica Valyria, che ha parecchi punti in comune con l’Antica Roma: nella serie e nei libri viene ricordata come la capitale di una penisola i cui abitanti, grazie ai draghi, riuscirono a conquistare quasi tutto il continente orientale, creando così un enorme impero. Almeno fino alla sua improvvisa distruzione: non si sa molto del “Disastro di Valyria”, a parte che fu un enorme cataclisma naturale che annientò non solo la capitale e i suoi abitanti, ma l’intera penisola, tra colate laviche ed eruzioni vulcaniche. Praticamente una Pompei su vasta scala.
Sansa Stark (Sophie Turner) nell'ultima puntata di "Game of Thrones"
Re e regine
Per quanto riguarda i protagonisti di “Game of Thrones” invece non possiamo parlare di vere e proprie ispirazioni quanto piuttosto di parallelismi. Re Robert Baratheon, ad esempio, sembra avere alcuni punti in comune con Enrico VIII: grandi amanti dei tornei, erano entrambi grassocci, appesantiti dal vino e dai banchetti di corte, anche se in gioventù erano stati prestanti e di bell’aspetto.
E a proposito di sovrani inglesi, alla fine di “Game of Thrones” Sansa Stark diventa regina del Nord, regno di nuovo indipendente. Alla sua incoronazione ha i capelli sciolti esattamente come Elisabetta Tudor quando venne incoronata regina d’Inghilterra (e anche lei aveva i capelli color rame). Elisabetta I non si sposò mai, regnò da sola e il suo regno è ricordato come Età Elisabettiana, un periodo ricchissimo dal punto di vista economico e culturale. Un parallelismo che fa ben sperare sulle sorti del Nord.
L'episodio finale di questa stagione andrà in onda negli USA domenica 27 agosto (alle 3.00 del mattino in Italia). «Conta una sola guerra. Ed è arrivata», avverte Jon Snow